Recensione - Raji: An Ancient Epic
di
Diego M. Martini / pipco
P
Il Gioco
Questa volta è dalla lontanissima India che ci arriva un altro gioco preceduto da lodi e premi, ricevuti durante le anteprime in cui è stato presentato. Raji: An Ancient Epic è l’opera prima di Nodding Heads Games, un piccolissimo team con sede a Pune, nello stato federato indiano del Maharashtra. Un gruppo di otto sviluppatori appassionati, con l’obiettivo dichiarato di creare giochi di alta qualità che riflettano storie, miti e tradizioni del subcontinente indiano. In effetti, Raji: An Ancient Epic centra perfettamente il loro obiettivo perché è un’avventura che attinge a piene mani dai testi mitologici indiani per immergerci nel folclore indù e balinese. Non solo, il gioco è stato graficamente sviluppato basandosi sullo stile dei dipinti Pahari e con un'ambientazione ispirata al Rajasthan medievale. Insomma, un progetto dal sapore esotico ed estremamente affascinante.La storia racconta la vita di Raji, un’artista circense da strada e del fratello Golu. La loro è una vita semplice, interrotta bruscamente il giorno del Raksha Bandhan, la festa dell’amore e dei doveri tra fratelli e sorelle, durante la quale le sorelle legano un filo sacro sul polso del fratello, pregando per il suo benessere ed il fratello promette di prendersi cura della propria sorella in ogni evenienza. Durante una loro esibizione, i demoni ultraterreni guidati dal malvagio Lord Mahabalasura, attaccano il villaggio massacrando tutti tranne i bambini, che vengono rapiti. Quando Raji cerca di difendere Golu, viene colpita e creduta morta. Al suo risveglio scopre che il suo fratellino è scomparso insieme al resto dei bambini. Determinata a salvare Golu, rispettando così la promessa del Raksha Bandhan, Raji prega Durga, dea della guerra, che le concede un'arma sacra e la incarica di salvare i bambini e il mondo stesso minacciato dai demoni.
MX Video - Raji: An Ancient Epic
Il gioco si sviluppa e procede grazie alla costante narrazione fuori campo delle divinità induiste Durga e Vishnu. Narrazione che, da un lato, serve a dare informazioni utili al gioco e, dall’altro, ha lo scopo di calare il giocatore nella storia e nella cultura indiana. Raji: An Ancient Epic è un’avventura d’azione platform molto lineare che si affronta gestendo lo spostamento del nostro personaggio con pochi movimenti base e utilizzando un sistema di combattimento anch’esso limitato per quanto riguarda i comandi. Essendo il gioco controllato da una telecamera fissa ci troveremo persino ad aver lo sticker analogico destro senza nessun comando associato e libero, per certi versi, di darci fastidio. All’inizio abbiamo in dotazione una lancia tridente Trishula e l’arco Sharanga ma, da subito, ci verrà insegnato come utilizzare le doti acrobatiche di Raji per creare attacchi combo in grado di aumentare i danni sui nemici. Abbiamo in dotazione anche due tipi di sfere magiche, una monouso che genererà un effetto devastante, scagliando meteore e scariche elettriche sui nemici presenti in un’area circoscritta e l’altra in grado di sbloccare le abilità delle armi. Queste sfere possono essere trovate sul nostro percorso, oppure nascoste in camminamenti laterali ed aree segrete. Il risultato è che, comunque, il sistema di combattimento risulta abbastanza semplicistico: schivata, attacco leggero e pesante per ogni arma. Quello che in parte rende gli scontri più variegati e dinamici sono gli attacchi combo acrobatico-ambientali. Per esempio, combinare in rapida successione una piroetta intorno ad un palo con un attacco, per ottenere scariche elettriche sui nemici vicini. Oppure, saltare su un muro e ricadere velocemente a terra mentre si usa un pulsante d’attacco per devastare un’intera zona. Ma non aspettativi facile divertimento, perché la telecamera fissa non agevola per niente la precisione delle nostre azioni, vanificando così moltissimi vostri tentativi. In ultimo, quando un nemico sta per morire, premendo un tasto potremo dargli il colpo di grazia che attiverà delle mini “glory kill” diverse per ogni arma che staremo usando.
Ma le meccaniche di gioco di Raji: An Ancient Epic non sono fatte solo di combattimenti. Come pausa alla frenesia delle battaglie si alternano dei mini puzzle che, giusto per mantenere il legame culturale, si ispirano ai Mandala: opere d'arte geometriche solitamente rotonde, proprie dell'induismo e di altre religioni, che dovremo assemblare per poter proseguire il gioco.
Nodding Heads Games ha costruito il mondo di Raji completamente in 3D e, complice anche la visuale larga della telecamera, l’effetto è una prospettiva isometrica che dona ad ambienti e paesaggi molta profondità e vastità, stimolando nel giocatore la voglia di esplorare questa versione antica dell'India. Sia chiaro, il gioco non è un open world ma, il suggerimento per godersi più a lungo il gioco è di esplorare tutte le aree. Anche perché, nonostante siamo di fronte ad un’opera a basso budget, che non ha permesso loro di raggiungere significativi risultati grafici, Raji: An Ancient Epic ha nel visual design un punto di forza, essendo riuscito ad usare colori e disegni per ricreare e miscelare perfettamente le architetture del Rajasthan e l’arte popolare indiana.
Per attraversare i sei livelli che compongono il mondo di Raji vi ci vorranno dalle 5 alle 7 ore e, per quanto riguarda la localizzazione, il tutto avviene con il supporto dei soli sottotitoli in italiano.
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