Recensione - Ary e il Segreto delle Stagioni
di
Diego M. Martini / pipco
P
Il Gioco
La storia di Ary e il Segreto delle Stagioni ci vede impersonare Aryelle (detta Ary), una giovane ragazza che deve attraversare il grande mondo di Valdi. Un tempo questo mondo era minacciato da un mago malvagio ma, dopo la sua sconfitta, Valdi è tornato ad essere un piacevole luogo diviso in quattro regioni, corrispondenti alla stagione che le caratterizzano. La sicurezza di queste quattro regioni è affidata ai Guardiani delle Stagioni che, da generazioni, trasmettono le loro conoscenze di padre in figlio. Ary è la figlia di Gwenn, il Guardiano dell'Inverno. A causa di alcuni sfortunati eventi accaduti a suo fratello che gli hanno impedito la successione al ruolo di suo padre, Ary si impadronisce della Sfera dell’Inverno, opta per un taglio di capelli maschile e si ritrova nella difficile posizione di prima ragazza a unirsi ai Guardiani delle Stagioni. Purtroppo, nel frattempo, un malvagio nemico ha rubato agli altri Guardiani le rispettive Sfere delle Stagioni. Ad Ary non resta quindi che partire nella sua avventura attraverso Valdi, scossa dalla nuova malvagia minaccia, ed utilizzare le capacità di controllare e manipolare le stagioni, usandole per superare gli ostacoli, risolvere enigmi complessi e sconfiggere i nemici.Le meccaniche del gameplay di Ary e il Segreto delle Stagioni sono tipicamente “Zeldiane”. Si parte dai classici dialoghi con personaggi secondari sparsi nei vari luoghi e che ci possono dare informazioni o indicare missioni secondarie, quasi sempre banali e non impattanti sulla storia, per arrivare ai combattimenti che prevedono poche e semplici mosse a costruire un combat-system per nulla pensato per agevolare la fluidità dello scontro. La precisione di queste mosse, così come l’uso dei salti, lasciano molto a desiderare. Il sistema di locking del nemico funziona spesso male e la telecamera non aiuta, ma ostacola. I salti, mossa fondamentale del gioco, sovente sono imprecisi costringendoci a noiose ripetizioni. Anche la gestione dei potenziamenti e dell’equipaggiamento non svetta purtroppo. Abbiamo sì la possibilità di gestire denaro, potenziamenti, armi, salute e vestiario, grazie anche alla presenza dei Mercanti, ma il loro uso rimane spesso limitato all’estetica di Ary e privo di impatto significativo sul gioco, se non in particolari situazioni o in specifici luoghi, come i sotterranei.
MX Video - Ary e il Segreto delle Stagioni
Basta però pazientare un poco per accorgersi che, in Ary e il Segreto delle Stagioni, la componente del gameplay più riuscita è quella dedicata all’uso dei poteri che otterremo una volta entrati in possesso delle varie Sfere Stagionali, che permetteranno ad Ary di manipolare le stagioni, attraverso la generazione di bolle. Ad ogni bolla creata è associato un potere e delle logiche d’azione tipiche di una stagione, fornendoci la possibilità di risolvere enigmi e muoverci da un punto all’altro della scena utilizzando fenomeni fisici o elementi meteorologici propri di ogni stagione. Per esempio, per aprire un portone collegato ad ingranaggi meccanici potremo generare una sfera autunnale d’acqua che muoverà una ruota di un mulino collegato al portone. Oppure, per superare un baratro potremo usare l’effetto inverno per creare un ponte di ghiaccio. A questo vanno aggiunti i poteri forniti da massi d’onice che potremo utilizzare per attivare le sfere e risolvere diversi puzzle.
Esteticamente il mondo di Ary e il Segreto delle Stagioni procede per alti e bassi, alternando ambientazioni originali e ben disegnate a luoghi più approssimativi e con assets ripetuti. In entrambi i casi è apprezzabile l’uso delle vivide tinte pastello che, sui modelli stilizzati, contribuiscono a dare un tocco da cartone animato fiabesco all’intero mondo di Valdi. Anche se in precedenza ho già accennato a qualche imperfezione nel gioco, devo dire che Ary e il Segreto delle Stagioni è molto lontano dall’esser tecnicamente perfetto. Sin dai primi passi si riscontrano molteplici problemi di diversa gravità. Forse il più evidente è il tearing che si presenta un po’ ovunque. Ma anche le animazioni escono dal seminato, offrendoci sequenze senza fluidità omogenea. I bug e i glitch sono veramente numerosi e colpiscono texture, modelli, musica e altro ancora. A tutto ciò si aggiunge una non perfetta gestione della telecamera. Per completare Ary e il Segreto delle Stagioni, senza perdersi nelle innumerevoli quests secondarie, servono 8-10 ore, a seconda della rapidità con cui si riescono a risolvere i puzzle.
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