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Superliminal

Recensione - SuperliminalXbox One DigitalGame

Dopo un ottimo debutto su PC, dove si è fatto notare per gli originali enigmi basati sulla prospettiva e sulle illusioni ottiche, il puzzle game degli americani Pillow Castle Games, Superliminal, arriva finalmente anche sulle nostre console. Diamogli uno sguardo… prospettico!

Il Gioco

La storia di Superliminal si svolge nei sogni del protagonista: non si tratta però di un normale sogno o di un incubo raccapricciante: ci troviamo infatti intrappolati - con visuale in prima persona - in una sessione di un'innovativa terapia, bloccati all'interno del nostro stesso sogno mentre il terapeuta che ci segue, il dottor Glenn Pierce, ci guida con la sua voce attraverso i livelli onirici. Non ci resta quindi che apprendere le regole che governano questo bizzarro mondo, per sfruttarle a nostro vantaggio.

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Come tutti i puzzle game in prima persona a cui questo titolo è ispirato, su tutti Portal e The Stanley Parable, anche Superliminal ha una sua particolarità, un elemento di gameplay che lo distingue rendendolo unico e riconoscibile, e che ne alimenta quasi tutti gli enigmi. Si tratta della possibilità di afferrare oggetti piccoli o enormi (nessun limite, siamo in un sogno, dopo tutto), ruotarli e riposizionarli, ma soprattutto di usare la prospettiva per cambiare la dimensione o la posizione di questi oggetti. Si tratta di un meccanismo più facile da mostrare che da spiegare, e che potete vedere in azione nel trailer seguente.

MX Video - Superliminal

Il tutto si basa solamente sulla percezione: come un oggetto ci appare alla vista non è necessariamente il suo aspetto reale, e questo ci permette di creare paradossi basati sulle mere illusioni, come ad esempio la possibilità di spostare un oggetto in una stanza semplicemente allineando l'oggetto che teniamo in mano con la finestra aperta della stanza, per poi lasciarlo proprio lì dentro dove si "materializzerà" però come molto più grande grazie all'effetto prospettico. Un'idea semplice ma realizzata in maniera eccezionale, che mi ha ricordato quando da bambino in macchina guardavo il panorama fuori dal finestrino e, mettendo le mie dita o dei giocattoli davanti ai finestrini, li immaginavo come dei giganti sul fondale grazie all'effetto prospettico. Questo è lo spirito che alimenta Superliminal.

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Il tutto avviene in stanze di test sterili simili a quelle di Portal per l'appunto, ma anche aree simili alle stanze di una casa o di un albergo, forse anche per creare un maggior senso di familiarità al paziente. Anche qui, come nel capolavoro di Valve, l'illusione si rompe ben presto e troveremo sempre più spesso modo di uscire dagli schemi e finire in aree di servizio, corridoi bui, e stanze del sogno in cui non dovremmo finire. E se nel memorabile titolo del 2007 c'era la voce robotica di GLaDOS a richiamarci all'ordine, stavolta ci si trova ad interagire con dei registratori nei quali la voce del dottor Pierce cerca di riportarci nel percorso prestabilito.

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L'elemento della ripetizione apparente è un altro punto focale del titolo: ogni capitolo della storia inizia con il suono della sveglia all'interno di un albergo. O almeno così sembra, perché poi ci si accorge ben presto che fa ancora tutto parte del sogno iniziato precedentemente. Questi passaggi in ambienti più realistici permettono al giocatore di interagire con elementi e costruzioni maggiormente comuni, con l'illusione che non è sempre apparente fin dal primo momento e con soprattutto le fasi finali del gioco dove mondo reale e sogno sembrano fondersi senza soluzione di continuità. Gli enigmi, comunque, si limitano a scenari classici dove premere bottoni, aprire porte o raggiungere punti elevati normalmente irraggiungibili, interagendo con le peculiari meccaniche del gioco per creare paradossi che ci permettano di passare. Nulla di sconvolgente a livello d'innovazione, ma l'idea di fondo è sufficientemente originale da non stancare.

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Uno dei motivi per cui Superliminal difficilmente stancherà è la sua durata; la trama è completabile senza troppi problemi in meno di 2 ore anche esplorando abbastanza i livelli che possono contenere qualche piccolo segreto. Non c'è mai pericolo di morte, pertanto non ci sono difficoltà ulteriori, e la sfida sta unicamente nella logica degli enigmi ed il ritrovamento dei pochi segreti. Durata e rigiocabilità un pochino sotto la media del genere dunque. Segnalo inoltre con piacere che, nonostante il titolo presenti voci unicamente in inglese, tutti i testi sono stati tradotti egregiamente in italiano.

Amore

Nulla è come sembra

- Il concept alla base di Superliminal è per certi versi facilissimo da apprendere, ma si potrebbe scrivere un trattato sulla sua esecuzione. L'elemento centrale è il fatto che tenere un oggetto in mano ne cambia la grandezza in base alla prospettiva raggiunta, permettendoci ad esempio di trasportarlo in luoghi inaccessibili solo sovrapponendoglielo dal nostro punto di vista. Ma il mondo di gioco stesso è pieno di elementi che cambiano significato in base a come si approcciano, con diversi scenari dove viene il dubbio se ciò che si sta facendo sia previsto dagli sviluppatori o meno. E il bello è che quasi sempre lo è.

Regole in costante evoluzione

- Difficile parlare di enigmi che si basano sul concetto dell'apparenza che inganna senza andare a svelare cosa c'è dietro al trucco, ma posso comunque rivelare che il gioco, pur nella sua breve durata, continua costantemente a sorprenderci con idee nuove, meccaniche inedite e inganni inediti. Oggetti e percorsi che sembrano qualcosa di totalmente differente a seconda della distanza, passaggi inizialmente nascosti che si rivelano se osservati da una diversa prospettiva, fino ad arrivare a veri e propri paradossi. Non è un gioco lungo, ma almeno si impegna a tenere la varietà sufficientemente alta.

Fuori dal percorso

- Indubbiamente ispirato a Portal, anche Superliminal ci porta ben presto ad uscire dal percorso designato, creando l'illusione di essere dietro le quinte in aree non calcolate dagli sviluppatori, quando ovviamente si tratta di scelte di design ben consapevoli. Ma il titolo di Pillow Castle fa un passo avanti con questo concept, perché la sequenza degli eventi affrontati dal giocatore si svolge all'interno della testa del protagonista che sta affrontando un'innovativa tecnica di terapia del sonno. Uscire quindi dai paletti indicati cosa significherà, quando nulla è reale in ogni caso? Un elemento dunque abbastanza cliché del genere, che però qui viene mostrato, neanche a dirlo, sotto una nuova prospettiva.

Un gioco con qualcosa da dire

- Naturalmente mi astengo dagli spoiler, non è mia intenzione rivelare come finisce il titolo. Dico solo che Superliminal è un videogioco con dei messaggi per certi versi ovvii, ma allo stesso tempo ben espressi che culminano con un finale perfetto per quello che rappresenta la storia. Non dice nulla che probabilmente non vi sia mai stato detto nella vostra vita, ma questo messaggio viene espresso in maniera praticamente perfetta, ed è un piacere arrivarci.

Odio

Un po' corto e con pochi extra

- Da Portal in poi, questo genere di puzzle game in soggettiva ha quasi sempre puntato a campagne di 2-3 orette, impedendo agli enigmi di venire a noia e permettendo agli sviluppatori di creare storie e scenari compatti, ma ben studiati. Superliminal è però anche più corto della media e, a meno che non mi sia perso qualche clamoroso easter egg sbloccabile dopo un miliardo di passaggi strani, anche i segreti e le feature aggiuntive sono poche, rendendo meno interessanti eventuali run successive.

Qualche enigma astruso

- Il gioco presenta un paio di enigmi dove più che la logica dell'enigma, bisogna cercare di capire come gli sviluppatori vogliono che lo risolviamo. Arrivati soprattutto verso le fasi conclusive del gioco, si trovano alcuni puzzle da risolvere con un po' di forza bruta e trial and error, perché nonostante la logica di alcuni elementi sia chiara, non si sa dove si trova l'uscita o l'obiettivo specifico, costringendoci quindi a provare tutto con tutto in ogni modo, nella speranza di trovare la scappatoia che fa proseguire la storia. Ci sono anche un paio di enigmi dov'è possibile "rompere" il gioco con le sue strane regole, costringendoci a ripartire dall'ultimo checkpoint. Insomma, la sensazione di un gioco studiato nei minimi dettagli ogni tanto viene meno.

Tiriamo le somme

Pur ispirandosi a titoli come Portal e The Stanley Parable, Superliminal riesce a trovare una sua marcata identità nel panorama dei puzzle game in prima persona, grazie ad una meccanica degli enigmi originale che basa tutto sulle illusioni prospettiche e sul loro sfruttamento, costringendoci peraltro a ragionare su concetti e possibilità che possono capitare anche nel mondo reale ma alle quali non pensiamo mai. Un titolo affascinante dall'inizio alla fine e con idee geniali ad ogni angolo, che si farà ricordare a lungo anche per il finale molto azzeccato. Non può sicuramente mancare dalla collezione degli amanti del genere, anche potrebbe deludere chi è alla ricerca di un'esperienza più corposa e variegata.
8.2

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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