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Moons of Madness

Recensione - Moons of MadnessXbox One DigitalGame

Il terrore di stampo Lovecraftiano arriva nello spazio: Moons of Madness di Funcom è un'avventura horror in prima persona dove misteriosi avvenimenti in una base spaziale nascondono una serie di orrori indicibili. Tuffiamoci dunque nel terrore!

Il Gioco

In un futuro non troppo lontano ma nel quale l'umanità ha già iniziato a iniziato a colonizzare Marte, misteriose comunicazioni captate sul pianeta rosso fanno presagire la presenza di sconosciute creature aliene. Dopo una serie di ricerche ed analisi si è quindi giunti alla conclusione che queste presenze misteriose nascondano la chiave per enormi progressi tecnologici, talmente rilevanti che la compagnia che ha studiato i segnali, la Orochi, decide di nascondere il tutto per evitare l'intromissione di governi o aziende rivali. Si tratta di segreti talmente riservati che persino la maggior parte dei tecnici operativi che lavorano sul pianeta non ne sanno assolutamente nulla. Uno di questi è il protagonista del gioco Shane Newehart, che improvvisamente si ritrova ad avere strane visioni e sogni. Starà impazzendo o c'è altro sotto?


La premessa di Moons of Madness non è particolarmente originale, ma è ben realizzata da un punto di vista creativo: l'oscurità invade i claustrofobici e futuristici corridoi delle basi marziane e molta della narrazione avviene in maniera organica tramite il mondo di gioco, che esploriamo completamente in prima persona. Foto, computer di bordo con mail da leggere e note di altri scienziati ci raccontano un po' alla volta cosa è successo in quel posto. In effetti, Moons of Madness sembra a volte immergerci in sessioni lavorative, nel bene e nel male: leggere mail sul proprio terminale, far partire macchinari, ripristinare la corrente, calibrare dispositivi, portare batterie, gestire il proprio livello di ossigeno quando si esce in superficie. Ed è proprio per questo che la componente horror funziona: avviene infatti in momenti spesso imprevedibili, sorprendendoci quando il livello di tensione è basso.

MX Video - Moons of Madness

Il livello di orrore aumenta vistosamente poco dopo l'inizio del gioco. Le solitarie camminate da un ufficio all'altro iniziano a presentare apparizioni di persone che non dovrebbero trovarsi lì, bizzarre mostruosità iniziano a ricoprire i muri dei corridoi e ben presto troviamo anche altri colleghi attaccati da queste creature. Non solo: noi stessi ci troviamo sovente a dover affrontare faccia a faccia queste strane creature, anche se solitamente l'obiettivo è scappare più che affrontarle. Non aspettatevi quindi un improvviso cambio di genere verso qualcosa di più action o addirittura uno sparatutto.

Il gioco è completabile in circa 5-6 ore; l'avventura non spicca per varietà ma la trama e il gameplay diventano poco a poco più intensi, con un finale che sicuramente farà discutere. Finita la storia, grandi motivi per rigiocarlo non ce ne sono se non qualche lettura opzionale da scovare. Segnaliamo infine la localizzazione italiana per testi e sottotitoli.

Amore

Follia spaziale

- Forse non con la costanza che avremmo voluto, ma quando vuole Moons of Madness sa essere davvero inquietante e particolare. Senza entrare troppo nei dettagli degli orrori sorprendenti che vivrete possiamo anticipare la presenza di misteriose figure, viscidi tentacoli che abitano i corridoi delle basi spaziali, ma anche scenari che paiono quelli infernali di Doom. Chiare ispirazioni alle opere letterarie di H. P. Lovecraft (come il titolo stesso del gioco, che richiama il romanzo Le Montagne della Follia), ma anche tante idee uniche per un'esperienza talvolta davvero inquietante.

Che grafica!

- Siamo abituati agli horror games in prima persona che sfoggiano comparti grafici notevoli. Del resto è comprensibile: si concentrano spesso su aree molto ristrette come stanze minuscole di una casa e corridoi claustrofobici, con l'oscurità che copre molti di elementi superflui. La possibilità dunque di rendere estremamente dettagliate le poche cose rilevanti a schermo permette agli sviluppatori di concentrare lì tutta la cura grafica, e in Moons of Madness avviene proprio questo. Pur con qualche calo di frame-rate e una gestione delle collisioni a volte poco ottimale, tanti elementi del gioco sono al limite del fotorealismo, realizzati splendidamente e resi ancora più spettacolari grazie ad eccellenti giochi di luce e ombre.

Odio

Andamento lento

- Questo genere di giochi spesso e volentieri presenta movimenti lenti e interazioni macchinose, proprio per far apprezzare meglio al giocatore i dettagli del mondo circostante e aumentare la tensione. Moons of Madness però abusa di questa scelta con il movimento del protagonista che è uno dei più lenti che si siano visti in un videogioco; questo non sarebbe neanche gravissimo se il tutto si svolgesse all'interno di corridoi corti dentro una base stretta, ma quando si iniziano a fare camminate avanti e indietro di 50-100 metri da un punto all'altro sulla superficie di Marte questa scelta diventa molto fastidiosa. Almeno gli sviluppatori sono coerenti con questa scelta: pressoché ogni altra interazione con computer, terminali o oggetti è a sua volta davvero lenta. Se ci si muovesse a un ritmo normale, il gioco probabilmente sarebbe più corto di un'oretta.

Tensione inesistente

- Il terrore del titolo è dato quasi unicamente da qualche jumpscare sparso qua e là, e qualche combattimento abbastanza banale. Oltre a questo ci sono già le citate camminate eterne a una velocità da lumaca, senza tensione, fretta, o paura alcuna. L'unico elemento che aggiunge un minimo di pepe, semmai, è la presenza della bomboletta d'ossigeno da ricaricare di tanto in tanto, ma nemmeno quest'aggiunta rende queste parti meno noiose e piatte. Ci vuole ben altro per tenere il giocatore sulle spine.

Poco coinvolgente

- In Moons of Madness interagiamo costantemente con porte, leve, computer e altro, ma si tratta sempre di attività inutilmente lunghe e soprattutto poco stimolanti. Solo perché regolare esattamente l'angolazione di un satellite o portare in giro batterie può essere realistico nel contesto dell'ambientazione di gioco, non vuol dire che sia un'attività intrigante o coinvolgente, ed in Moons of Madness risulta infatti tutto parecchio noioso.

Meglio evitare la morte

- Ho già parlato della lentezza esagerata del titolo, e questo è peggiorato da alcuni checkpoint piazzati davvero male per cui può capitare che dopo una lunga camminata moriate (anche per via di bug, come una strana compenetrazione di poligoni che mi è capitata) e siate costretti a rifare nuovamente la lunga e noiosa camminata tornando anche a 20-30 minuti prima. Meglio quindi se si evita la morte e che si giochi solo quando si ha molto tempo a disposizione, perché invece di rifare gli ultimi 2 minuti si rischia di dover riaffrontare dieci volte tanto.

Tiriamo le somme

Moons of Madness non riesce purtroppo a spingersi oltre la mediocrità: la buona premessa e la splendida grafica servono a poco quando la quasi totalità del titolo è fatta da lunghe e dolorosamente lente camminate, enigmi per nulla stimolanti, obiettivi di gioco che paiono più un lavoro che un videogioco ma anche problemi tecnici e di design anche importanti. Un vero peccato, perché l'idea è buona, graficamente il titolo svolge un ottimo lavoro ed il potenziale era sicuramente alto.
5.0

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Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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