Recensione - Ancestors: The Humankind Odyssey
Il Gioco
La preistoria ed i periodi storici agli albori dell'umanità sono stati trattati più volte nei videogiochi, ma spesso in chiave avventurosa, fantascientifica o addirittura comica, senza farci immedesimare nelle stesse sfide e problemi incontrati dai nostri antenati. A riempire questo buco nell'offerta videoludica ci pensano lo studio Panache Digital di Patrice Désilets (autore del primo Assassin's Creed) e Private Division: Ancestors: The Humankind Odyssey ci mette nei panni dei primissimi primati che hanno calcato il nostro mondo circa 10 milioni di anni fa, con lo scopo di sopravvivere ad un ambiente ostile e di apprendere continuamente nuove cose che ci permetteranno di compiere un po' alla volta tutti quei salti evolutivi che ci faranno arrivare ad utilizzare i primi strumenti, a guadagnare la posizione eretta ed infine a raggiungere lo stadio di "Homo abilis", il primo uomo evolutosi dalla specie degli australopitechi.Tutto questo avviene in un mondo sandbox aperto, vasto e ricco di pericoli, con meccaniche basilarmente survival ma diverse da qualsiasi cosa si sia vista finora nel genere. Il gioco inizia mettendoci nei panni di un cucciolo di primate, disperso nella giungla dopo essere stato separato da un adulto a causa dell'attacco di un rapace: la prima meccanica che ci viene insegnata è quella della "paura dell'ignoto", uno stato rappresentato dall'oscuramento dello schermo e la presenza di silouhette di serpenti e altri predatori sovrapposti all'ambiente, che ci coglie quando affrontiamo una nuova area e che possiamo superare analizzando l'ambiente circostante finché non appare un'intensa luce sferica, che dovremo raggiungere per superare le nostre paure. L'analisi dell'ambiente, da attivare attraverso i tasti del pad, avviene tramite i tre sensi: vista, che ci permette di individuare gli oggetti appunto visibili (rami, rocce, frutta ecc), olfatto, che ci fa identificare oggetti nascosti alla vista ma che sprigionano un odore (ad esempio la frutta degli alberi nascosta dal fogliame) e udito, utile per identificare tutto quello che genera rumore, generalmente altri primati e predatori. Una volta attivati questi sensi, il mondo di gioco si riempie di icone mostranti quelli scoperti e quelli non ancora scoperti; per identificare questi ultimi dobbiamo inquadrarli e "analizzarli" per metterli a fuoco e capire di cosa si tratti. Nel caso siano oggetti mai scoperti prima, il quadrato presenterà un punto interrogativo: a questo punto bisogna raggiungere l'oggetto e analizzarlo da vicino per scoprire di cosa si tratta, dopo di che tutti gli oggetti di quel tipo saranno identificati automaticamente nell'ambiente.
MX Video - Ancestors: The Humankind Odyssey
Una volta usciti dalla paura dell'ignoto grazie a queste tecniche (se non lo facciamo, il nostro primate diventerà sempre più ansioso fino a raggiungere l'isteria, dopo di che perderà il controllo), questa prima fase/tutorial del gioco ci chiede di raggiungere l'area base del nostro clan o di trovare un nascondiglio (sempre tramite l'uso dei sensi) nel quale rifugiarci. Nel primo caso dobbiamo usare i sensi per individuare la posizione della base per poi raggiungerla camminando a quattro zampe, sia via terra che arrampicandoci sugli alberi e saltando dall'uno all'altro, mentre nel secondo, dopo aver trovato il nascondiglio (generalmente un tronco crollato sulle rocce sotto il quale ripararci), il controllo passerà ad un altro membro del clan al "campo base" che dovrà andare a recuperare il piccolo. E qui scopriamo ulteriori meccaniche del titolo: la possibilità di poter controllare in ogni momento, semplicemente avvicinandolo, ad ogni membro del clan, e la capacità di portare i cuccioli aggrappati sulla nostra schiena o sul petto.
Da qui in poi scopriamo un po' alla volta tutte le meccaniche del gioco, tutte volte all'evoluzione della specie. Utilizzare spesso un'abilità ci permette ad esempio di "maturare" nuovi neuroni legati a quell'attività che poi, presso appositi giacigli che possiamo costruire con delle fronde, possiamo attivare per avere accesso a nuove abilità. Ecco così che raccogliere con la mano destra pietre o frutta da analizzare ci porterà presto a poter sbloccare l'utilizzo di entrambe le mani, e da qui il passo successivo è arrivare alla manipolazione degli oggetti, ad esempio battendo due pietre tra loro per crearne una scheggiata e tagliate, con la quale potremo poi appuntire i bastoni per cacciare e difenderci. Il titolo non ci lascia completamente a noi stessi, ma ci assegna di volta in volta degli obiettivi da completare; inizialmente semplici ed immediati, ma poi successivamente più vaghi e che richiederanno una buona dose di sperimentazione ed esplorazione per capire come svolgerli. Man mano che apprendiamo nuove abilità, ossia attiviamo nuovi neuroni in una sorta di "cervello/albero di abilità" che diventerà pian piano sempre più affollato, dobbiamo poi "fissarle" per compiere i salti evolutivi che ci porteranno avanti da 10 milioni di anni fa fino ad un paio di milioni d'anni fa; se non lo facciamo rischiamo che con la morte dei membri del clan (ed attenzione, perché farli morire tutti significa il game over e dover ricominciare dall'inizio) si perdano i progressi fatti, ed a questo scopo è necessario avere almeno un paio di cuccioli nel gruppo (l'attività di accoppiamento, una volta appresa è molto semplice) che fungeranno da progenie depositaria dell'esperienza maturata.
Il mondo di Ancestors: The Humankind Odyssey non è però solo esplorazione, sperimentazione ed apprendimento: è anche ricco di pericoli sia a terra, con serpenti, cinghiali, felini e coccodrilli sempre pronti ad attaccarci, che tra le cime degli alberi, con feroci rapaci che solcano i cieli. Nelle nostre esplorazioni dobbiamo quindi fare del nostro meglio per scansionare l'ambiente, individuare la presenza di predatori e cercare di evitarli, perché essere attaccati porta spesso - nonostante la possibilità di schivarli, cosa che però non sempre riesce con successo - a ferite, ossa spezzate o avvelenamento che non è sempre possibile curare velocemente (e dovremo anche scoprire come farlo, il gioco non ci rivela nulla) e che possono portare lentamente alla morte del primate che controlliamo. E' quindi importante esplorare il territorio sempre accompagnati da altri membri del clan, usando il comando per farci seguire, per poi scoraggiare gli assalitori usando la possibilità di batterci il petto per spaventarli. Questo almeno finché non saremo in grado di creare gli strumenti per difenderci attivamente dagli attacchi.
L'intera esperienza di gioco vi terrà occupati, finché non riuscirete a raggiungere l'agognata evoluzione finale che vi porterà nel mondo degli esseri umani, per un tempo che può variare dalle 12-15 ore fino anche a 40-60, a seconda del tempo che vi prenderete per approfondire ogni possibilità e per sviluppare il vostro clan. Ancestors: The Humankind Odyssey è sicuramente un gioco da godere senza fretta, perché mai come in questo titolo il voler bruciare le tappe porterà a risultati disastrosi (senza peraltro un sistema di salvataggio che ci permetta di tornare indietro), e che come leggerete anche più avanti richiede molta pazienza. Ottima infine la completa localizzazione italiana dei testi.
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