Recensione - Plants vs Zombies: La Battaglia di Neighborville
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Plants vs Zombies: La Battaglia di Neighborville segna la seconda parte del ritorno della saga di PopCap, iniziata recentemente con il lancio in alcuni paesi del titolo mobile Plants vs Zombies 3. Il sottotitolo "La Battaglia di Neighborville" potrebbe far pensare ad un ulteriore spin-off della serie, ma abbiamo in realtà a che fare con un sequel a tutti gli effetti dei due Garden Warfare, usciti entrambi in questa generazione di console. Dopo essere uscito lo scorso mese in early access con un pacchetto fondatore di cui vi abbiamo già parlato, il titolo ha ora avuto un lancio effettivo con un prezzo budget che sembra almeno per ora scongiurare la presenza di microtransazioni, anche se la saga ha sempre utilizzato in passato questa meccanica.Come nei primi due capitoli della saga sparatutto, Plants vs Zombies: La Battaglia di Neighborville mette i giocatori in due squadre contrapposte: gli zombi che vogliono invadere i nostri giardini e mangiare i nostri cervelli e i più calmi ma non per questo meno agguerriti fiori, che useranno la forza della natura per cercare di respingerli. Questa volta la guerra si estende a tutta una metropoli, quella di Neighborville, dove le stradine colorate e sorridenti si sono ormai trasformate in un campo di battaglia perenne tra le due forze contrapposte. Questa premessa è ovviamente solo un pretesto per dare vita a feroci scontri; il gioco non cerca mai di impressionare con una trama memorabile o personaggi indimenticabili, puntando invece principalmente sul multiplayer competitivo dove due grosse squadre (fino a un totale di 24 giocatori) di soldati piante e zombi si massacrano a colpi di morsi, semi e trappole, con un sistema di classi che ricorda un po' quelli di Overwatch. Il girasole medico, lo zombi giocatore di football che funge da tank, il cactus che spara spine da vero cecchino o lo zombi scienziato che crea oggetti utili per il campo di battaglia. Ogni personaggio presenta diversi livelli di salute, velocità e mobilità, oltre a tre abilità distintive da usare con parsimonia visto che hanno dei tempi di ricarica. Questo per ben 20 classi a disposizione, con specifiche abilità sbloccabili su tutte; questo sistema permette infatti di riempire fino a 6 slot con piccoli potenziamenti che occupano un numero di blocchi più alto in base alla loro potenza. Non sono assolutamente modifiche che andranno a dominare le partite, ma qualche piccolo boost alla velocità dopo un'eliminazione o recupero di salute aumentato per pochi secondi per volta - piccolezze che però aumentano molto la varietà effettiva delle classi.
MX Video - Plants vs Zombies: La Battaglia di Neighborville
Plants vs Zombies: La Battaglia di Neighborville ci vede sfidare la squadra avversaria in sei modalità competitive che ricalcano quanto trovato nei capitoli precedenti e in sparatutto concorrenti. Varianti ironiche di Deathmatch a squadre, Payload, Cerca e distruggi e così via, dove dobbiamo combinare al meglio i poteri dei vari giocatori per vincere. Una buona strategia per esempio può essere usare il potere che permette allo sparapiselli di trasformarsi in una specie di torretta mitra da piazzare in un punto di interesse, eliminando i nemici in arrivo in breve tempo. In questo caso lo svantaggio della mancata mobilità può essere compensato dal girasole che ne cura immediatamente i danni, o dall'arancia che con uno scudo simile a quello di Reinhardt di Overwatch lo può proteggere dai danni in arrivo. Molte classi permettono di giocare abbastanza autonomamente e accumulare comunque punti importanti, ma per puntare alla vittoria è consigliato muoversi insieme, combinare al meglio i poteri e aiutare i compagni, usando anche il sistema di messaggi rapidi che il gioco offre. C'è anche un tocco di MOBA, con le piante che possono piantare piantine offensive e difensive all'interno di vasi intorno alla mappa, mentre i non-morti che possono evocare zombi controllati dall'IA che vanno a rendere più folte le già popolate battaglie. Se non avete mai giocato a questa saga ma siete appassionati di Battlefield e Overwatch, questo è un titolo che ne unisce egregiamente i pregi, creando un mix che forse non sapevate di volere ma che una volta trovato non è facile abbandonare.
Questa volta però il multiplayer è arricchito da una componente social, single player e cooperativa. In primis, tutte le attività pre-partita di piante e zombi avvengono in hub appositi dove è possibile acquisire nuovi oggetti cosmetici, gestire le caratteristiche dei propri personaggi, farli salire di livello e così via, andando a spendere i crediti guadagnati nelle battaglie. C'è anche una pratica area che collega i due hub contrapposti, dove i combattenti possono cimentarsi liberamente uno contro l'altro senza la pressione di obiettivi o statistiche che si possano perdere. Un modo pratico anche per provare le abilità delle classi o cambiare qualche parametro nelle impostazioni senza rischiare di rovinare partite altrui mentre si cerca di capire le basi. Per comprendere al meglio le meccaniche sono molto utili anche le battaglie contro l'IA, dove in ogni mappa e modalità disponibile è possibile simulare egregiamente le peripezie delle partite online, restando però in gioco locale. Purtroppo questa modalità, come tutte le altre del titolo, richiede comunque una connessione online, con il gioco non utilizzabile offline.
Plants vs Zombies: La Battaglia di Neighborville va inoltre a semplificare molto la formula della serie, andando a togliere tante complicazioni di Garden Warfare 2 per tornare alla semplicità del primo episodio. C'è però anche una importante novità che sarà apprezzata soprattutto da chi è meno portato alle continue sfide multiplayer: delle piccole aree open world piene di missioni, segreti ed eventi, affrontabili da soli o in cooperativa. Sia che scegliate la fazione delle piante che quella degli zombi, potrete esplorare liberamente queste zone dove si generano costantemente scontri gestiti dall'IA tra i due eterni rivali, con edifici, cespugli, pozzi e così via che nascondono tante cose da fare. Spassose missioni primarie, improbabili missioni secondarie, ma anche una marea di collezionabili, segreti e ricompense per chi si cimenta con tutte queste sfide, incluse toste battaglie boss contro nemici molto forti. Tra segreti, enigmi da risolvere e combattimenti costanti, queste mappe possono tranquillamente portare varie ore di divertimento, andando a creare una componente single player e cooperativa decisamente più convincente delle sfide sopravvivenza degli episodi precedenti della saga.
In attesa di capire se il gioco avrà microtransazioni in futuro, al momento il sistema di progresso di Plants vs Zombies: La Battaglia di Neighborville si suddivide in due categorie. Da una parte c'è un sistema di XP che permette a ogni classe di salire di livello (attraverso anche i prestigi che permettono di superare il livello massimo), sbloccando così le già citate caratteristiche che personalizzano l'esperienza di gioco. Dall'altra parte invece c'è il fatto che si sbloccano elementi cosmetici completando sfide nelle varie modalità, e si guadagnano monete a loro volta spendibili in oggetti cosmetici (con un sistema simil-lootbox ma solo con crediti in-game per il momento) e salti di livello di XP. Con una marea di oggetti di personalizzazione strambi per ogni classe tra cui set interi in determinati stili, molto del fascino del titolo è la personalizzazione funzionale e visiva dei propri combattenti.
Insomma, Plants vs Zombies: La Battaglia di Neighborville è un ritorno alla formula base della saga e offre anche questa volta una buona varietà di contenuti con cui cimentarsi per dozzine di ore se non di più. La varietà non è altissima e la realizzazione tecnica non può certo competere con i colossi del genere, ma il prezzo di lancio di 39,99 Euro lo rende un boccone sicuramente più appetibile di molti prodotti lanciati sul mercato a prezzo pieno. Non manca peraltro la possibilità di giocare in schermo condiviso sulla stessa console, ed è presente anche una completa localizzazione in italiano del titolo. Peccato invece per l'assenza al supporto HDR, che con scenari così colorati avrebbe - perdonatemi il gioco di parole - letteralmente brillato.
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