Recensione - The Surge 2
Il Gioco
Messo in cantina l’esoscheletro di Warren, protagonista del primo capitolo, in The Surge 2 sta a anoi creare il protagonista di quest’avventura tramite un editor che ci permette di scegliere anche il sesso del nostro eroe senza nome. È quindi possibile personalizzare il proprio avatar, anche se in modo approssimativo, prima di passare all’introduzione della storia, che lo/la vede essere vittima di un bruttissimo incidente aereo che puzza di cospirazione segreta. Ci ritroviamo in una prigione adibita a laboratorio di proprietà della CREO, una compagnia all'avanguardia sul piano ingegneristico degli esoscheletri e dell'intelligenza artificiale. Dopo diversi e sconosciuti esperimenti sul nostro avatar, un allarme ci risveglia dal sonno dandoci la possibilità di scappare da quell'edificio, ma non senza combattere. È proprio qui che possiamo imparare a conoscere al meglio il sistema di combattimento di The Surge 2, grazie anche ad un buon tutorial che ci mette in condizioni di estremo pericolo già dall’inizio.Dopo aver indossato il nostro esoscheletro e fatto a pezzi i primi droni, possiamo finalmente posare gli occhi sulla distopica Jericho City. Nel primo The Surge, uno dei principali difetti lamentati dal pubblico e dalla critica era proprio un’ambientazione asettica e piatta dall’inizio alla fine, con pochi guizzi di design. Gli sviluppatori hanno quindi pensato bene di passare ad un’enorme città piena di vicoli e segreti, fatta di parchi, zone industriali e altri luoghi. Jericho City è infatti composta da ben nove settori diversi tra loro, sia per difficoltà che per design, che ci vedono passare da una discarica piena di rottami a fogne putride e velenose fino alla zona più ricca fatta di grattacieli di vetro, parchi per bambini o, addirittura, zone forestali.
MX Video - The Surge 2
Per quanto concerne la trama di gioco, questa si muove su binari poco lineari e diretti, esattamente come in qualsiasi altro souls-like che si rispetti. La storia viene raccontata tramite dialoghi sintetici, registrazioni e documenti da trovare, oltre a delle missioni secondarie che possono approfondire non poco il mondo di gioco. Incontriamo, infatti, personaggi con particolari linee di dialogo utili a rispondere alle nostre domande, ma non tutte avranno una risposta chiara e dettagliata. Probabilmente una scelta voluta dagli autori visto che questi avevano dichiarato di voler rendere la narrativa decisamente più contorta e complessa del primo gioco. Nonostante le premesse, anche se non mancano personaggi sopra le righe la storia si rivela essere sempre meno incisiva, tanto da non scostarsi molto da quella di Warren nel primo capitolo. A stimolare il giocatore per arrivare ai titoli di coda, quindi, non è di certo la narrativa di gioco, bensì la curiosità di affrontare i nuovi pericoli misteriosi e nascosti di Jericho City. Purtroppo, nonostante si tratti di un souls-like nudo e crudo, si arriva a fine gioco relativamente presto: l’avventura del vostro eroe senza nome e senza voce non durerà oltre le 20-25 ore di gioco, che per l’appunto non sono poche, ma comunque al di sotto dei capostipiti del genere che durano anche più del doppio. Sicuramente l’approcciarsi al gioco in maniera calma e strategica, oltre alla voglia di dedicarsi a tutte le missioni secondarie o a migliorare la propria build di gioco, rendono The Surge 2 più lungo, ma comunque stiamo ben al di sotto di altre produzioni.
Ma passando alla chiave principale del gioco, ossia il gameplay, qui troviamo non poche novità: in primis è stato completamente rivisto il sistema delle build di gioco e la velocità. Deck13 sviluppa quindi un gameplay più solido e corposo, più frenetico e sicuramente più entusiasmante. Già dalle prime battute possiamo notare come il nostro avatar si muova in maniera più veloce e dinamica, senza tutta quella macchinosità che si percepivano sia in The Lords of the Fallen che nel primo The Surge. Ritorna in grande stile il sistema di puntamento, che ci permette di scegliere quale parte del corpo vogliamo attaccare o smembrare. Molti nemici possiederanno degli scudi in grado di difendere delle particolari zoni del corpo, come la testa, le braccia, le gambe, e toccherà a noi scegliere dove attaccarli per fare maggiore danno. Questo sistema è interessante anche perché permette al giocatore di recuperare un particolare oggetto di armatura: nel dettaglio, se attacchiamo il braccio bionico di un nostro nemico, una volta mozzato possiamo recuperare la sua arma e il suo pezzo di armatura. Questo ci dà la possibilità di migliorare il nostro esoscheletro in tutte le sue dotazioni, partendo dal casco e arrivando fino agli upgrade delle gambe, potenziando sempre di più la nostra armatura.
Tra l’altro viene in nostro aiuto anche il crafting, permettendoci di creare oggetti utili per migliorare e massimizzare le nostre dotazioni in carica nell’esoscheletro. Ma gli sviluppatori non si sono soffermati soltanto su questo, hanno anche aggiunto un nuovo sistema di parata direzionale: i nemici potranno decidere dove attaccarci, ma basterà capire la direzione esatta per difendersi dal colpo, dandoci anche la possibilità di sfruttare il nostro tempismo per una parata perfetta, capace di sbilanciare il nostro nemico ed annullare le sue difese. Ci sono poi gli impianti, dei perk capaci di migliorare anche passivamente il nostro avatar: rappresentano un po’ gli anelli visti in Dark Souls, utili a diminuire l’utilizzo della stamina o a possedere maggior difesa/attacco nei confronti di un particolare nemico, o ancora ad avere maggior resistenza al veleno e simili. Si tratta del fiore all’occhiello di questo The Surge 2, che rende il gameplay decisamente più accattivante e dinamico, senza troppe macchinosità viste in altri titoli del genere.
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