Recensione - The Forbidden Arts
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Strane visioni color sangue, sogni che paiono non aver senso alcuno.. non può essere tutto senza un perché, una spiegazione dev'esserci. Queste sono le motivazioni che spingono il giovane Phoenix, protagonista di The Forbidden Arts, a partire per un viaggio di scoperta alla ricerca della propria identità attraverso mondi misteriosi e pieni di pericoli. Questo avviene in un platform game tridimensionale ma a scorrimento laterale, dai movimenti acrobatici e pieno di combattimenti frenetici, con mosse da ninja e la magia del fuoco, di cui protagonista cerca di imparare tutti i segreti.Non si tratta della premessa più originale, ma fornisce un background abbastanza snello per buttarsi velocemente nell'azione, in un titolo che prende elementi da numerosi capisaldi del genere, dagli intramontabili Super Mario Bros. fino ai leggendari Castlevania. Infatti il titolo per metà è un platform game altamente acrobatico, con doppi salti, salti da un muro all'altro, atterraggi su piattaforme minuscole e cadute rovinose in pozzi senza fondo, mentre l'altra metà è data dai numerosi nemici incontrati. Da animali selvaggi a mostri guerrafondai e minacce volanti, il giocatore dovrà mettere in campo le proprie capacità di combattimento nel corpo a corpo usando varie armi da taglio per riempire i nemici di fendenti letali. Spesso basta solo colpire i nemici senza tregua per non dargli possibilità di contrattaccare tra un colpo e l'altro, ma nemici più avanzati si cimenteranno in blocchi, schivate e contrattacchi, portandoci a far valere le nostre doti acrobatiche per non essere colpiti da attacchi che, in alcuni casi, possono eliminarci con solo 1-2 colpi.
MX Video - The Forbidden Arts
L'avventura porta inoltre il protagonista ad imparare magie relative al fuoco, che possono sia funzionare come meccanismo per potenziarsi che come attacco vero e proprio sotto forma di palle di fuoco: ottimo modo per colpire i nemici dalla distanza, ma che prevedibilmente va ad usare una parte consistente del mana limitato a disposizione. Naturalmente ci sono anche delle battaglie boss, e i livelli risultano piuttosto aperti nella loro struttura, con tanto di minimappa per vedere meglio quale percorso conviene di volta in volta e poter intuire quale strada porta all'uscita e quale a un tesoro o un segreto.
Ulteriore varietà è data dalle fasi che fungono da intermezzo ai livelli: qui il titolo diventa un gioco d'esplorazione in terza persona dove capire meglio il contesto dei livelli di gioco, dove si può conoscere nuovi personaggi che portano avanti la trama, per poi ritrovarsi ovviamente all'ingresso per il prossimo livello. Tra acrobazie, combattimenti ed esplorazione, le 6-7 ore del gioco risultano piuttosto piene d'azione pur senza offrire una grandissima varietà. Buona notizia la presenza della localizzazione italiana per quel che riguarda tutti i testi di gioco.
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