Recensione - Bring to Light
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
L'inizio di Bring to Light sembra quasi un omaggio al capolavoro di Valve dell'ormai lontano 2004, Half-Life: cominciamo infatti nei vagoni di una metropolitana, con il viaggio che si interrompe però a causa di un incidente. L'anonimo e muto protagonista di Bring to Light è quindi costretto a trovare una via d'uscita dai rottami e dai tunnel oscuri della metro, scoprendo però ben presto che ulteriori crolli hanno bloccato ogni via d'uscita. Come se non bastasse, delle misteriose creature assetate di sangue hanno invaso i sotterranei (e forse anche la superficie, chissà), portando il protagonista a doversi difendere usando i suoi limitati mezzi; una persona qualunque in viaggio sulla metro non porta infatti con sé nulla di utile per resistere ad un'invasione di creature da incubo.A livello di gameplay, Bring to Light prende spunto dagli horror games in prima persona tanto di voga in questi anni come Outlast o Layers of Fear. Il protagonista può spostarsi camminando o correndo, può interagire con alcuni oggetti come leve, collezionabili o porte è farsi luce col proprio telefono o con delle torce ben più potenti trovate in giro per il mondo di gioco che, però, hanno una batteria molto limitata (il telefono, invece, sembra avere una batteria eterna). Il giocatore deve quindi passare di stanza in stanza in questo labirinto sotterraneo trovando chiavi, chiudendo fughe di gas e così via per trovare la strada giusta per salvarsi.
MX Video - Bring to Light
Le fonti di luce funzionano anche come arma, visto che i nemici si incendiano alla luce, ma nonostante ciò possono risultare letali ed è quindi in generale meglio stargli alla larga. E questo non è difficilissimo, visto che solitamente i mostri seguono dei percorsi predefiniti ed hanno peraltro vista e udito ridotti, cosa che ci rende facile sgattaiolare senza essere notati. Sicuramente un bene per chi cerca un'esperienza di gioco rilassante, ma toglie molta tensione all'incontro con questi demoni. Ci sono anche delle aperture sui muri e sui soffitti che generano dei coni di luce, utilizzabili come rifugio nonché come posto per curarsi qualora si sia persa troppa salute.
L'avventura ben presto però smette di essere confinata agli ambienti della metropolitana, perché il protagonista è costretto a scendere sempre più in basso alla ricerca della verità su questa invasione. Si scopre così una bizzarra creazione che a prima occhiata pare una tomba egizia, con altrettanti eventi e creature misteriose, e dove gli enigmi non sono più legati alla ricerca di fusibili o di chiavi ma ad aperture di porte tramite riflessi di luce e altre stranezze degne dei film di Indiana Jones o i videogiochi di Tomb Raider. Le ambientazioni risultano in realtà abbastanza ripetitive e prevedibili anche in quest'area, ma c'è sempre del fascino nel vedere architetture di millenni fa mischiarsi a quelli dei giorni nostri.
Nel corso dell'avventura si trovano anche alcuni collezionabili che regalano un po' di storie aggiuntive e contesto ulteriore agli eventi, ma la rigiocabilità non è molta trattandosi di un titolo davvero lineare con poche deviazioni e senza modalità aggiuntive. Anche osservando bene ogni angolo alla ricerca di segreti, è difficile che Bring to Light vi regali più di 3-4 ore di contenuti: non moltissimo, ma sicuramanete in linea con i canoni del genere. Manca tra l'altro anche la localizzazione italiana, con i pochi testi presenti tutti in inglese (peraltro pieni di refusi ed errori di ogni genere).
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