Recensione - Generation Zero
di
Diego M. Martini / pipco
P
Il Gioco
Mentre erano impegnati sullo sviluppo di RAGE 2 insieme ad id Software, i ragazzi di Avalanche Studios hanno trovato anche il tempo per sviluppare una nuova IP per THQ Nordic, immergendoci in un contesto tutt'altro che ordinario nella Svezia del 1989. Generation Zero vede protagonisti quattro amici di ritorno da una gita nell’arcipelago svedese che, una volta sbarcati sul piccolo molo, si accorgono che c’è qualcosa che non va. Tutto tace, il silenzio tombale è interrotto solo dai clacson di macchine abbondonate che bruciano, e intorno non si vede nessuno. Dove sono andati tutti?Nei panni di uno dei quattro adolescenti iniziamo a muoverci per le strade visitando le case vuote e raccogliendo tutto ciò che troviamo: presto ci viene indicata la prima missione, e non ci vuole molto per scoprire che non siamo esattamente soli. Le verdi campagne locali sono infatti pattugliate da dei robot quadrupedi che, una volta accortisi della nostra presenza, mostrano subito la loro ospitalità sparandoci contro e caricandoci come dei tori. E' chiaro che, con degli avversari del genere, lo scontro diretto non può che essere fallimentare: appare quindi chiaro sin da subito che per superarli bisogna organizzarsi e muoversi silenziosamente, evitando il combattimento. E questo non solo perché i robot sono coriacei e tosti da uccidere, ma anche per via del sistema di controllo che rende la gestione delle armi e della salute lenta e poco pratica.
MX Video - Generation Zero
Il gioco procede seguendo un blando impianto narrativo basato interamente sulla raccolta di indizi audio e informazioni scritte, che innescano così i nostri spostamenti verso le diverse missioni del gioco. Molto nostro tempo è dedicato alla raccolta di armi, munizioni, salute e oggetti vari che riempiranno il nostro Inventario e che dovremo richiamare per assegnare oggetti ai pulsanti a croce, combinarli per modificare le armi o per creare strumenti utili. Va da sé che, da vero survival, il titolo ci spinge a visitare e saccheggiare moltissime case, fienili e automobili per raccogliere più oggetti possibili. La mappa del gioco rappresenta circa 10 chilometri quadrati di campagna svedese esplorabile liberamente e percorribile unicamente a piedi; il territorio varia tra costa, pianure, boschi, aree industriali e piccoli villaggi. Purtroppo quest'ultimi presentano un design piatto ed elementare per quanto riguarda i dettagli esterni ed interni, con l’aggravante che le mappe degli interni sono tutte identiche per cui, già al secondo villaggio, sapremo esattamente la composizione dell’arredamento, il posizionamento delle luci e dove trovare le scale in ogni casetta.
Altro discorso per quanto riguarda gli scenari esterni e le ambientazioni naturali, invece, che sono una vera delizia per gli occhi. Il motore APEX di Avalanche Studios disegna infatti una campagna svedese dai colori naturali sorprendenti, battuta da venti che strappano le foglie dagli alberi soffiandocele addosso in maniera così realistica che spesso si dimenticano i pericoli circostanti e ci si sofferma ad osservare gli scenari. A questo si aggiunge un'ottima gestione del clima dinamico, disegnando scenari soleggiati spettacolari in grado di trasformarsi inaspettatamente in torrenziali temporali che vengono annunciati da tuoni lontani.
Il gameplay risulta in molte meccaniche estremamente ripetitivo, e non aiuta il fatto che dal punto di vista narrativo non ci siano contributi tali da invogliare il giocatore. L’intero territorio è suddiviso in sette aree con le proprie missioni; è fondamentale leggere tutti gli indizi e, con particolare attenzione, le mappe che troviamo e che grossolanamente ci daranno le indicazioni sui punti da trovare per iniziare ogni missione. Purtroppo alcune indicazioni sono nascoste in case specifiche, non facili da identificare e ciò ci costringe a setacciare tutte le abitazioni o rinunciare all’obiettivo con la speranza che non sia quello che ci serve per far progredire la storia.
Per quanto riguarda i nemici, come già accennato non sono certo facili da sconfiggere: si parte dai robot quadrupedi ai quali si aggiungono presto droni volanti ed infine i grossi robot bipedi, estremamente difficili da sconfiggere. La mia tattica è passata presto dalla ricerca dello scontro alla fuga dal combattimento che, peraltro, viene premiata con punti esperienza. I robot sono sempre molto coriacei e, in più, mai solitari ma sempre in gruppo: basta uno sparo per allertarne altri, con il risultato che le munizioni e la salute si esauriscono velocemente. Non aiuta nemmeno la progressione ad albero delle nostre abilità che, per scattare, necessita di molti punti esperienza da accumulare durante le missioni, rendendone lo sblocco più lento di quanto il gioco necessiterebbe. Il risultato è che, per manifesta inferiorità, molto spesso siamo costretti ad aggirare i nemici, tranne purtroppo quando il loro annientamento fa parte degli obiettivi della missione. Un piccolo aiuto ci viene dalla (non)Intelligenza Artificiale dei robot, che spesso li blocca in pose statiche esponendoli al nostro fucile a pompa. Le morti sono quindi inevitabili e frequenti, anche se il gioco ci permette di rianimarci tramite uno Shot di Adrenalina. Terminati questi shot, però, si muore inevitabilmente e il gioco ci fa scegliere dove riapparire tra i diversi punti di respawn.
Ma Generation Zero non ci chiede di affrontare da soli tutti questi pericoli: Avalanche l'ha infatti concepito come un titolo da affrontare principalmente in cooperativa a 4 giocatori; dal menu principale possiamo decidere di entrare nella partita di un altro giocatore a caso, mentre se iniziamo una partita da soli, possiamo poi invitare i nostri amici ad unirsi. La cooperativa sembra però essere affetta da comportamenti anomali o comunque indesiderati: mi è capitato ad esempio di giocare in solitaria e vedere apparire nella mia sessione un altro giocatore che, progredendo con me, mi aveva anticipato aprendo un bunker dove si potevano trovare alcuni indizi per completare la missione. Nonostante io avessi trovato tutti gli indizi, il gioco non mi ha però confermato il completamento della missione senza quindi sbloccare l’obiettivo successivo. Sono rimasto almeno mezz’ora a girovagare ripetendo più volte gli stessi passi, sino a quando sono tornato al menu principale in modo da estromettere l’altro giocatore e, quando sono rientrato, ho aperto per primo il bunker riuscendo a completare la missione. Ma questo non è l’unico problema: solo chi invita gli amici ad unirsi alla propria partita mantiene infatti i progressi compiuti nelle missioni, mentre gli altri non si trovano i progressi salvati: solo se si inizia una partita tutti insieme e senza soluzione di continuità è possibile salvare i progressi di gruppo. Segnalo infine che, Generation Zero non è localizzato nella nostra lingua: menu, indizi e tutto il resto sono in inglese, mentre le note audio reperite nell'ambiente sono in svedese con sottotitoli in inglese.
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