Recensione - 39 Days to Mars
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Siamo nel diciannovesimo secolo. Due aristocratici inglesi, Sir Albert Wickes e Clarence Baxter, vivono con serenità le loro giornate tra passeggiate nel parco, il té delle cinque, le discussioni sullo stato del paese, le letture dei giornali e così via. Ma in un giorno di noia i due decidono di imbarcarsi per un viaggio verso il pianeta Marte, usando una improbabile nave spaziale che usa vapore, palloni aerostatici e… pedali per il lungo viaggio! Questa è la folle premessa di 39 Days to Mars, bizzarra avventura indie da giocare idealmente in cooperativa locale, ma affrontabile anche da soli.Il gioco si presenta come un puzzle game game bidimensionale dallo stile disegnato come le illustrazioni dei vecchi libri fantastici o dei giornali di due secoli fa; i nostri protagonisti si muovono infatti come fossero degli schizzi su fogli ingialliti, mentre passano da un enigma all'altro e chiedendoci di risolvere problemi sia di logica che di abilità.
MX Video - 39 Days to Mars
Già dai primi enigmi si capisce bene lo stile estremamente britannico del titolo, soprattutto grazie all'utilizzo notevole di uno humor tutto british ed un doppiaggio dall'accento inconfondibile e per questo completamente in inglese. Non si può andare in viaggio senza mettersi in testa il bellissimo cappello senza quale è vietato uscire di casa, impossibile fare qualcosa senza prima aver fatto spuntino e bevuto il tè delle cinque e così via: tutte queste attività altro non sono che piccoli enigmi o minigiochi dove realizzare determinati obiettivi, collaborando con il proprio compagno di viaggio.
Il minigioco della preparazione del tè, per esempio, consiste nell'usare acqua di mare bollente, zucchero e latte per creare il tipo di bevanda che i due protagonisti vogliono in quel momento. In un'altra fase del gioco bisogna invece far passare una chiave appesa ad un amo attraverso vari ostacoli, o in un'altra ancora mettere insieme i pezzi tagliuzzati della mappa di viaggio. Ogni minigioco ha le proprie regole, anche se a livello di comandi si tratta sempre di sfide relativamente semplici che impegnano un solo tasto e gli stick del controller.
I protagonisti ben presto si avviano verso lo spazio profondo sulla loro astronave di stampo steampunk, l'interno della quale è interamente esplorabile con diversi oggetti con cui è possibile interagire. Il viaggio, in teoria, dura 39 giorni come suggerisce il titolo, ma la strada è tutt'altro che semplice tra continui problemi tecnici ed altri imprevisti che portano i protagonisti a dover affrontare continuamente nuove situazioni e relativi enigmi. E' tutto pensato per essere giocato in collaborazione con un altro giocatore in locale, con gli enigmi che spesso dividono i compiti tra i due personaggi, ma è tutto affrontabile anche da soli.
Tra un'abbondanza di umorismo surreale inglese, scambi di battute ed imprevisti continui, se ne vanno rapidamente le due orette che servono per completare la trama del gioco. Ci sono alcuni obiettivi secondari per gonfiare il proprio punteggio giocatore, ma l'esperienza finisce qui. Non manca invece la localizzazione italiana, curata e completa per quanto riguarda testi e sottotitoli.
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