Recensione - Genesis Alpha One
di
Antonello Santopaolo / Ans360one
P
Il Gioco
Genesis Alpha One appartiene a un mix di generi piuttosto blasonati, dei quali il più evidente è l'FPS visto che si gioca (e spara) in prima persona, ma di certo il più controverso è indubbiamente quello detto “roguelike”, tipologia che indica una classe di videogiochi con alcuni elementi in comune tra cui permadeath, mappe generate casualmente e la totale assenza di componenti multiplayer. Una volta avviato il titolo, gli sviluppatori ci introducono direttamente all’incipit narrativo che si presenta come molto affascinante, specialmente per gli amanti della fantascienza: impersoniamo il capitano di una nave spaziale con lo scopo di trovare un nuovo pianeta dove poterci insediare insieme al nostro equipaggio così da dare una nuova vita al genere umano. La Terra è infatti ormai al collasso a causa di governi corrotti e del capitalismo globale che, con la loro crescente diffusione, hanno provocato lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, e causando l'inquinamento dell'intero pianeta. Le ultime confederazioni della Terra hanno quindi deciso di avviare il progetto Genesis con l’unico scopo di trovare nuove case per il DNA umano e, quindi, salvare la specie dall'estinzione.Non appena avviata la partita, la prima schermata che ci si presenta è la mappa dall’alto per la costruzione e la gestione della nostra navicella: fin dalle prime battute si percepisce infatti il carattere gestionale di Genesis Alpha One. Per permettere alla nostra astronave di sopravvivere nello spazio dobbiamo quindi costruire una serra, un raggio traente, un magazzino e degli alloggi, tutti necessari per l’economia di gioco che, come vedremo più avanti, risulterà essenziale. Possiamo inoltre creare noi stessi gli abitanti della nostra nave, dei cloni ai quali poi possiamo assegnare dei compiti e che necessitano della Biosfera per poter essere generati. Fortunatamente il titolo, vista la sua complessità, ci aiuta fornendoci un ottimo tutorial e seguendoci passo passo per la prima ora di gioco, facendoci comprendere al meglio come coordinare una navicella spaziale. Giusto per darvi un’idea, i magazzini sono necessari per stivare le risorse già raffinate, raccolte dal raggio traente oppure dalle spedizioni con l’hangar.
MX Video - Genesis Alpha One
Ma non è solo gestione, perché nello spazio troveremo anche dei pericoli: mi è capitato ad esempio di morire per mano di alcuni alieni che hanno invaso il vascello tramite il raggio traente, la cui funzione consiste nella raccolta di risorse da relitti e da detriti spaziali ma che può finire per portare a bordo rottami infestati da creature ostili. Ho incontrato inoltre altre entità che hanno attaccato l'astronave più direttamente e, una volta abbattute le difese energetiche, l'hanno invasa distruggendo tutto quello che, sapientemente, avevo organizzato fino a quel momento
Ma come evitare o quantomeno contenere questi attacchi? Semplice: tramite l’officina possiamo realizzare torrette di sicurezza e muri magnetici per impedire l’invasione aliena dal raggio traente, oppure possiamo rinforzare mediante l’uso del rame i corridoi e tutti moduli della nostra navicella. Quando però non è proprio possibile evitare l'invasione, è il momento di imbracciare il fucile e pensarci di persona. E' qui che inizia ad emergere la natura FPS del gioco: quando non siamo nell'interfaccia gestionale, infatti, possiamo esplorare liberamente in prima persona i locali della nave, combattendo ogni minaccia che dovesse presentarsi.
L'azione in prima persona non finisce però qui: dal nostro hangar possiamo effettuare delle spedizioni verso i molti pianeti che incontriamo, tutti generati proceduralmente (ma in realtà simili tra loro), sui quali raccogliere elementi grezzi, sostanze e artefatti necessari per la costruzione o il miglioramento delle sezioni della nostra astronave. Qui lo scopo è raccogliere sostanze e artefatti, fondamentali per migliorare alcuni moduli della navicella, ma anche in questo caso potremo incontrare mortali entità aliene dalle fattezze sia umane che non, da combattere con una buona varietà di armi e attrezzature.
Cosa accade però in caso di morte? Come già accennato siamo di fronte ad un roguelike, quindi il nostro protagonista morirà definitivamente… ma la partita non finisce così. Uno dei cloni presenti sull'astronave verrà infatti promosso a capitano, ed indosseremo così i suoi panni continuando l'esplorazione e l'avventura ma con caratteristiche ed abilità diverse rispetto al nostro precedente "ospite". Attenzione però a non finire a corto di cloni o farli uccidere tutti dagli alieni, perché in tal caso il game over sarà definitivo e dovremo ricominciare il gioco dall'inizio, con una nuova astronave ed un nuovo universo generato proceduralmente.
Ottime anche le tracce sonore, sempre coerenti e in linea con il contesto sci-fi soprattutto vista la scelta di non far parlare mai nessuno, ad eccezione del nostro tablet ed I.D.A., l’intelligenza artificiale della navicella, che ci parlano in inglese con sottotitoli in italiano. Ottima peraltro la totale traduzione in italiano non solo dei sottotitoli ma di tutti i testi presenti nei computer e di tutte le scritte presenti. Buono anche l’impatto grafico, soddisfacente e mai sottotono: il titolo si difende benissimo dalla realizzazione dei vari moduli della navicella ai pianeti da visitare.
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