Recensione - Mutant Year Zero: Road to Eden
Il Gioco
Decine di anni fa una letale pestilenza, chiamata la Piaga Rossa, sterminò gran parte dell'umanità lasciando dietro di sé un mondo desolato, ma non completamente deserto. I pochi sopravvissuti si sono organizzati in gruppi e fazioni spesso contrapposte: da una parte troviamo criminali ed esaltati religiosi che venerano gli umani del passato (ossia noi stessi), gli Antichi, come veri e propri dèi, mentre dall'altra c'è la comunità dell'Arca, una città-rifugio governata dal misterioso Anziano che cerca di mantenere una parvenza di civiltà in un mondo ormai in rovina e nella quale hanno trovato asilo anche i mutanti, degli esseri apparsi dal nulla dopo la Piaga e che, pur parlando, muovendosi e ragionando come normali esseri umani, presentano fattezze da animali e poteri speciali o mutazioni fuori la norma. Sembra ci sia però qualcosa oltre il mondo conosciuto da questa nuova umanità: antiche leggende narrano dell'Eden, un luogo in cui tutti potranno prosperare in armonia e felicità lasciandosi alle spalle la lotta per la sopravvivenza. L'Anziano insiste sul fatto che l'Eden sia solo una favola per bambini e che non esista, ma il ritrovamento di veicoli meccanici precipitati con uno strano logo e la scritta "MIMIR", apparentemente molto recenti e non soggetti all'erosione del tempo come per tutti gli altri oggetti lasciati dagli Antichi, fa pensare che esista più di quanto sia noto.La vita nell'Arca si basa sul costante recupero di risorse dalle terre circostanti, ed a tal proposito sono stati creati i Persecutori, degli agenti specializzati nell'esplorazione delle aree selvagge ed armati per potersi confrontare con i gruppi ostili che abitano queste terre. I Persecutori esplorano il mondo in team di tre, e sono in gran parte esseri mutati vista la loro maggior forza e le caratteristiche che gli danno un vantaggio tattico in situazioni di combattimento. La storia di Mutant Year Zero: Road to Eden ci vede controllare proprio uno di questi team, inizialmente composto unicamente dalla papera Dux, dal cinghiale Bormin e dall'umana (ma comunque mutata) Selma, a cui poi nel corso dell'avventura si aggiungeranno altri due mutanti che potremo sostituire nel team pur mantenendolo sempre e solo di tre individui. Dopo una prima fase tutorial in cui troviamo i tre in missione nelle terre attorno alll'Arca, facciamo ritorno alla base dove scopriamo che il meccanico della comunità, il mutato Magnus, non ha fatto ritorno da una missione all'esterno, e toccherà quindi a noi rintracciarlo spingendoci in terreni inesplorati e confrontandoci con i nemici che incontreremo. Tutto questo ci porterà sulla via per il mitologico Eden, fino a scoprire una sconcertante verità.
MX Video - Mutant Year Zero: Road to Eden
Come avrete capito da questa breve introduzione, a differenza del gioco al quale si ispira maggiormente, XCOM, Mutant Year Zero: Road to Eden pone una grande enfasi sulla storia e sulla lore del mondo di gioco; ma questa non è l'unica differenza del titolo degli svedesi The Bearded Ladies Consulting rispetto a quello Firaxis, dal quale si distanzia in molti aspetti. Per prima cosa c'è la struttura generale del titolo e delle missioni: non abbiamo più una base dalla quale accettiamo missioni per poi recarci in aree specifiche, ma il tutto avviene organicamente, mentre esploriamo in maniera libera il mondo di gioco rappresentato come la tipica wasteland con palazzi fatiscenti, auto abbandonate per strada e la natura che ha invaso il tutto. Abbiamo infatti a nostra disposizione una mappa che mostra numerose location interconnesse, inizialmente prive di un nome finché non le visitiamo almeno una volta, tutte vaste ed esplorabili liberamente mentre controlliamo i nostri personaggi (uno dei tre, mentre gli altri lo seguono) con una visuale isometrica dall'alto. Durante l'esplorazione raccogliamo risorse, necessarie poi per potenziare le nostre armi presso l'Arca o anche utilizzabili come moneta di scambio per acquistare nuove armi e armature, ma ci possiamo anche imbattere in gruppi nemici con i quali potremo quindi avviare un combattimento oppure evitarli per muoverci verso la zona successiva. Evitare di ripulire un'area dai nemici, però, non è in genere una buona idea perché impedirebbe ai nostri personaggi di salire di livello facendoli così trovare impreparati quando dovessero incontrare nemici più tosti.
Il titolo presenta infatti un sistema di evoluzione dei personaggi che, man mano che sconfiggiamo i nemici, salgono di livello guadagnando preziosi punti mutazione: questi sono spendibili in un albero delle abilità, unico per ogni personaggio, permettendoci di sbloccare potenziamenti come la possibilità di caricare i nemici per stordirli, quella di librarsi in aria per ottenere un tiro maggiormente efficace o addirittura la capacità di entrare nella mente di un nemico controllandolo come se fosse un membro della nostra squadra, oltre a miglioramenti più banali ma comunque preziosi come l'aumento dei punti salute o il miglioramento della distanza percorribile dal personaggio.
Ma il cuore vero e proprio di Mutant Year Zero: Road to Eden sono ovviamente i combattimenti, che pur basandosi su un sistema a turni XCOM-like sono arricchiti da una serie di interessanti novità. Per prima cosa è importantissima l'esplorazione pre-combattimento: muovendoci liberamente per l'area di gioco, quando incontriamo i nemici li vediamo circondati da un ampio cerchio rosso (più piccolo se siamo in modalità stealth, con la torcia spenta ed accovacciati) che rappresenta il loro limite di percezione, superato il quale si accorgeranno della nostra presenza. Questo ci permette di muoverci attorno ad essi senza essere visti, studiando il terreno di combattimento e controllando i pattern di movimento delle sentinelle di ronda per poterle così attaccare da sole in modo da farle fuori senza allertare i loro compagni. Questa è una fase essenziale nella strategia di gioco, perché i combattimenti in Mutant Year Zero: Road to Eden sono difficili ed impegnativi e l'ultima cosa che vorrete è essere soverchiati tatticamente dai nemici: studiare adeguatamente il terreno di gioco, riducendo i ranghi nemici prima di affrontare il grosso delle loro forze e individuando le postazioni migliori dalle quali attaccare (generalmente quelle che offrono più copertura e le posizioni rialzate), è essenziale per uscire tutti interi da una battaglia.
Parte della preparazione al combattimento sta anche nella scelta dei personaggi e relativi armamenti da utilizzare: se stiamo ad esempio affrontando uno o due nemici isolati, l'approccio ideale è quello con armi silenziate e/o poteri che riescano a tramortirli, così da farli fuori in silenzio senza dargli la possibilità di allertare gli altri compagni nella mappa, che accorrerebbero in loro aiuto soverchiandoci velocemente. Se invece stiamo per affrontare un gruppo nutrito di nemici, allora converrà utilizzare personaggi armati di fucili d'assalto o a pompa, lanciagranate e poteri maggiormente distruttivi, capaci di erodere tutta la salute dei nemici nel minor tempo possibile.
Una volta decisa la tattica con cui affrontare i nemici, non resta che appostare i nostri personaggi scegliendo per ognuno il punto da cui farli partire ed avviare il combattimento; da qui in poi le somiglianze con XCOM iniziano a farsi decisamente più marcate. Il sistema di combattimento è infatti grosso modo lo stesso: ogni personaggio ha a disposizione due "punti azione", che può spendere spostandosi su una griglia entro il proprio range di movimento, sparando con l'arma, ricaricando oppure nascondendosi dietro un riparo o mettendosi in "overwatch", pronto a sparare ad un movimento dei nemici. Quando puntiamo un nemico ci viene evidenziata la probabilità di colpirlo, dipendente dalla vicinanza e dalla presenza o meno di ripari, e quella di infliggere un colpo critico, che gli sottrae una maggior quantità di salute. Una volta confermato, non ci resta che sperare di azzeccare il "tiro di dadi", a meno che non fossimo riusciti a posizionarci in modo da avere un 100% di probabilità di colpire. Oltre a queste azioni base è inoltre possibile utilizzare i poteri che abbiamo sbloccato (ne possiamo portare in azione solo due di tutti quelli disponibili per ogni personaggio), ed una volta usati andranno "ricaricati" con le uccisioni nemiche. Qualora un nostro personaggio venga colpito mortalmente, inoltre, abbiamo pochi turni per poterlo far curare da un compagno prima che muoia, costringendoci a riavviare lo scontro.
Come ho già accennato, i combattimenti in Mutant Year Zero: Road to Eden sono piuttosto difficili anche se si seleziona il più basso dei tre livelli di difficoltà disponibili, e questo ci costringe a ragionare attentamente ogni singolo turno: le coperture sono essenziali, così come il posizionamento elevato rispetto ai nemici, mentre talvolta può essere essenziale ritirarsi per preparare adeguatamente un contrattacco, magari falciando dalla lontananza i nemici con un fucile di precisione. A complicare il tutto ci si mettono anche dei nemici robotici, come quelli capaci di rianimare i nemici abbattuti, o dei giganteschi mech che richiedono molto impegno per essere eliminati; in questi casi, l'utilizzo di granate EMP è fondamentale per disattivarli temporaneamente mentre ci occupiamo degli altri.
Di location in location, di battaglia in battaglia, impiegherete mediamente una quindicina d'ore per arrivare ai titoli di coda: una durata non esagerata per un titolo di questo tipo ma, visto il focus sulla storia e sullo sviluppo dei personaggi, sicuramente soddisfacente.
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