Recensione - The First Tree
di
Antonello Santopaolo / Ans360one
P
Il Gioco
The First Tree appartiene al genere dei "walking simulator", titoli da sempre tra i più controversi a causa della loro bassa componente ludica a favore di un'esperienza più narrativa. Si tratta fondamentalmente di un gioco d'esplorazione in terza persona basato su due parallelismi: da una parte c'è la storia di una volpe alla ricerca dei suoi cuccioli, mentre dall'altra troviamo la vicenda di un uomo che, grazie ai propri ricordi, cercherà di salvare il burrascoso rapporto con il padre cercando così di raggiungere quantomeno una sorta di armonia con sé stesso.E come spesso accade nei titoli di questo tipo, The First Tree accompagna solide basi narrative ad un gameplay ridotto all'osso, senza considerare che anche la durata complessiva dell'esperienza è molto limitata. Infatti, durante i 90 minuti che impiegherete per finire il titolo, non farete altro che camminare e saltare occasionalmente per raccogliere alcune sfere di luce, o in alternativa, scavare artefatti per far riemergere le memorie del protagonista, narrate tramite dialoghi fuori campo (con sottotitoli in italiano) mentre controlliamo la nostra volpe in ambientazioni naturali e piacevoli da vedere.
MX Video - The First Tree
Tecnicamente parlando, infatti, il gioco si difende bene con uno stile grafico molto piacevole e rilassante, ma è sul fronte del gameplay che non convince a causa di ambienti molto simili fra loro che ci porteranno a camminare per estesi campi e folte foreste. L'unico aspetto che distingue un luogo dall’altro è la condizione climatica, poiché ci troveremo dinnanzi a montagne innevate, a campi primaverili fioriti ed infine ad una pioggia incessante sopraggiunta nella fase conclusiva del gioco. Un aspetto positivo è invece la colonna sonora, finalizzata a contestualizzare i racconti dei protagonisti Joseph e Rachel, pur non risultando mai eccessivamente invadente per l'esperienza di gioco, ma, anzi, esaltandola in alcuni momenti, soprattutto nel finale. Ultima menzione ma non per questo meno apprezzata, riguarda le doti attoriali dei due protagonisti (dei quali come accennato sentiamo solo la voce fuori campo), convincenti e molto in sintonia fra di loro.
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