Recensione - Brawlout
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Portare un'esperienza simil-Smash Bros. su console non-Nintendo è qualcosa che diversi giochi hanno tentato in questi anni, basti pensare a Rivals of Aether, Brawlhalla lo sfortunato PlayStation All-Stars Battle Royale, che poteva anche contare su un forte cast di personaggi. Per contrastare la saga di Nintendo, questi titoli hanno sempre cercato di variare un po' il gameplay o, in alternativa, di far leva sul fattore nostalgia; Brawlout punta ad essere un po' entrambe le cose, con un gameplay che si rifà alla linearità dei primi Smash aggiungendo qualche elemento proprio. Le basi sono le solite: combattimenti acrobatici con doppi salti su livelli in mezzo al nulla dove chi vola fuori perde una vita, barre di salute che più si riempiono e più si ha la possibilità di subire colpi fatali che fanno volare fuori dallo schermo, il tutto su livelli 2.5D che possono dare spazio a dei letali uno contro uno così come a delle sfide a quattro a dir poco caotiche. Persino il design dei menu e della schermata di selezione dei personaggi è preso quasi pari pari dallo stile Nintendo, facendo subito trovare a casa loro i fan di Smash Bros.Ed anche in quanto a carisma dei lottatori il titolo di Angry Mob Games cerca di difendersi offrendoci un ricco roster di personaggi ispirati al mondo animale, con look e design decisamente animaleschi come rane e conigli, ma con movenze e comportamenti umani. Naturalmente, ognuno di questi personaggi ha abilità caratteristiche dell'animale che rappresenta, come Paco la rana che può usare la lingua per attirare nemici o la felina Sephi'ra che ha l'agilità di un gatto. A questi si aggiungono anche dei cameo non di poco conto di personaggi provenienti dal panorama indie, come il duo Yooka e Laylee e Juan del metroidvania Guacamelee. Naturalmente ogni personaggio ha abilità e statistiche personalizzate, anche se in questo caso i comandi sono analoghi per tutti, pertanto non c'è da memorizzare lunghe sequenze di combo ad personam come in molti picchiaduro.
MX Video - Brawlout
Il titolo di Angry Mob Games cerca comunque di distinguersi dagli altri platfighter anche per altri elementi: in primis i combattimenti si svolgono tutti su arene molto piccole dove è davvero facile cadere giù, con attacchi quasi unicamente in corpo a corpo e a distanza ravvicinata, il tutto però a una velocità molto elevata. Niente armi a popolare i campi di battaglia, anche se c'è una modalità dove è possibile attivare qualche occasionale power-up, ma il tutto è focalizzato su sfide ad alto tasso di rischio, rendendo impossibile ai giocatori sfuggire lontano o attaccare da grandi distanze. C'è poi una modalità che ricorda molto i picchiaduro classici: combattendo è possibile infatti riempire una modalità Rage (furia) che se usata a metà barra permette di bloccare un attacco anche potenzialmente letale, e che a barra piena invece va ad aumentare a dismisura attacco e difesa del personaggio in questione.
Per il resto si tratta, senza mezzi termini, di un platfighter alla Smash, senza troppe premesse di originalità estrema. Com'è giusto che sia, però, non mancano le opzioni a disposizione dei giocatori: tralasciando le spassose ma in fin dei conti abbastanza inutili personalizzazioni estetiche dei combattenti, i quali si acquistano coi crediti di gioco ottenuti combattendo, abbiamo di tutto, da sfide rapide contro l'IA al gioco locale fino a 4 giocatori, ma anche l'online (anche se l'utenza online sembra molto limitata), e una modalità single player dove scalare una metaforica torre per battere avversari sempre più forti. Le opzioni di personalizzazione dei combattimenti in sé non sono molte, nulla a che vedere con le regole ritoccabili fino ai minimi dettagli di Smash Bros., ma ci sono comunque opzioni di controllo alternative, regolamenti da torneo e così via. Il gioco è interamente tradotto in italiano a eccezione delle pochi voci che rimangono in inglese, e registriamo anche la presenza di un aggiornamento Xbox One X che porta la risoluzione del gioco al tanto apprezzato 4K.
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