Recensione - The Long Reach
Il Gioco
The Long Reach è sicuramente un gioco atipico, per diversi motivi. Il primo è legato alla storia: siamo di fronte ad un'avventura punta-e-clicca a scorrimento, del tipo che una volta potevamo veder produrre a LucasArts (ma diversa da queste per motivi che vedremo a breve), quindi il focus è la narrazione che, partendo da un inizio piuttosto ordinario, precipita velocemente in una spirale di mistero, stranezze ed orrore. Tutto inizia con un beve prologo che ci vede nei panni di un personaggio che deve fare la spesa in un negozio di una piccola cittadina americana, ma dopo qualche interazione e conversazione le cose prendono improvvisamente una svolta inaspettata, vedendoci subito dopo impersonare il vero protagonista del gioco, Stewart, aiutante in un laboratorio in cui si svolgono studi di scienza "alternativa". Prendiamo il controllo di Stewart proprio in questo laboratorio poco prima di un esperimento legato alla musica nel quale lui stesso funge da cavia, ma durante il test qualcosa va evidentemente male e, dopo un breve black-out, Stewart si ritrova nel laboratorio improvvisamente deserto, solo per scoprire poco più avanti che gli scienziati del posto sono morti in maniere brutali oppure completamente impazziti, assumendo comportamenti animaleschi o paranoico-omicidi. Da qui in poi inizia un lento precipitare degli eventi prima nel laboratorio e successivamente all'esterno, portandoci anche in situazioni a metà tra la realtà e l'allucinazione.Tutto questo avviene in circa 4-5 ore di gioco in un'avventura a scorrimento 2D dalla grafica in stile 16-bit che, se nell'aspetto può ricordare come già accennato le avventure LucasArts, si discosta da queste per le meccaniche d'interazione con il mondo di gioco. Invece di avere un puntatore da muovere sui vari oggetti dello scenario, infatti, controlliamo direttamente il protagonista che passando davanti oggetti e personaggi interattivi fa comparire su di essi un contorno luminoso. A questo punto basta solo premere un tasto del pad per interagire con questi oggetti, raccoglierli oppure per provare ad usarli con uno degli oggetti precedentemente raccolti e finiti nell'inventario.
MX Video - The Long Reach
Un'avventura "cammina-e-clicca" quindi, che però al di là di questo dettaglio presenta comunque elementi in comune col genere punta-e-clicca come la risoluzione di enigmi combinando diversi oggetti tra loro ed anche la meno desiderabile componente "prova tutto con tutto" che molti degli amanti di quel tipo di avventure hanno conosciuto bene nei punti in cui non sapevano più come procedere. Nel corso della storia potreste ad esempio trovare porte chiuse, delle quali successivamente troverete la chiave, o anche enigmi più complessi che prevedono di combinare più oggetti tra loro oppure di nascondersi nello scenario o nell'oscurità per evitare determinati personaggi pericolosi. Spesso questi enigmi prevedono combinazioni completamente strampalate ed inusuali, qualcosa che i nostalgici di titoli come Zac McCracken e Monkey Island non potranno non apprezzare. A volte, però, potreste trovarvi a ripercorrere in continuazione i vari ambienti cercando di interagire con tutti gli elementi per capire come procedere, finché non capirete finalmente come andare avanti.
Non mancano ovviamente i dialoghi con altri personaggi, completamente in inglese così come tutto il resto del gioco, che si rivelano spesso spassosi e talvolta anche piuttosto profondi ma che, nonostante un sistema di risposte multiple, non influiscono sull'andamento della trama del gioco. I dialoghi si dipanano peraltro come nei titoli di coda di un film, con le varie frasi che appaiono una sotto l'altra nella parte inferiore dello schermo mentre l'intero testo scorre verso l'alto, e questo ha permesso agli sviluppatori di divertirsi anche con soluzioni grafiche particolari alternando frasi di diverse lunghezze per creare forme come rombi e onde nei bordi del testo che scorre.
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