Recensione - Jurassic World Evolution
Il Gioco
Sviluppato da Frontier Developments, il team dietro ad Elite Dangerous, Rollercoaster Tycoon e Thrillville, Jurassic World Evolution si propone come un gestionale nudo e crudo, un erede spirituale di quel Jurassic Park: Operation Genesis che ha appassionato molti nei primi anni del 2000; il gioco ci pone sulle isole “Las Cinco Muertes”, che chi ha letto Il Mondo Perduto di Crichton ha imparato a conoscere molto bene: Isla Matanceros, Isla Muerta, Isla Tacano, Isla Pena e Isla Sorna, aggiungendo inoltre la famosissima Isla Nublar, dove sono ambientate le pellicole principali della serie.Ogni isola ha le sua peculiarità che rendono il gioco un’esperienza diversa dalle altre: Isla Matanceros, ad esempio, funge da tutorial per il gioco. Le cose qui filano abbastanza lisce con poche tempeste, una situazione finanziaria più che accettabile e pochi dinosauri con cui interagire. Su Isla Muerta abbiamo spesso a che fare con forti tempeste che compromettono la stabilità delle recinzioni e delle varie facilities; su Isla Sorna, che ha già fatto la sua comparsa ne “Il Mondo Perduto”, troviamo dinosauri liberi allo stato brado e strutture fatiscenti. Il nostro compito è quello di creare anche qui un parco all’avanguardia, partendo da quello che abbiamo. Su Isla Tacano, invece, è più difficile la gestione finanziaria, mentre su Isla Pena il gioco è ambientato completamente in notturna. Isla Nublar, che non fa parte dell'arcipelago delle "Cinque Morti" ponendosi a metà strada tra queste e la Costa Rica, è invece una sorta di modalità sandbox con la quale costruire il nostro parco di divertimenti senza pensieri di budget o altro; dopotutto “qui non si bada a spese!”. Le isole non sono tutte disponibili sin da subito: la prima è Isla Matanceros, che appunto serve ad impratichirsi senza pensieri con le meccaniche del gioco, mentre le altre vengono sbloccate raggiungendo un determinato numero di stelle nella gestione delle isole precedenti.
MX Video - Jurassic World Evolution
La progressione in Jurassic World Evolution ricalca quella di un po' tutti i gestionali: non partiamo sin da subito con tutti i dinosauri sbloccati e pronti all’uso ma dobbiamo costruire un centro di ricerche, inviare in giro per il mondo il nostro team di archeologi alla ricerca dei fossili dai quali estrarre il DNA e così via. Peraltro è molto carino il fatto che gli sviluppatori non abbiano posizionato casualmente i luoghi in cui trovare i fossili, ma abbiano utilizzato le vere zone in cui quei determinati sauropodi vivevano e proliferavano maggiormente. Una volta raggiunta la minima quantità di genoma atta a creare il dinosauro, possiamo usare l’“Hammond Creation Lab” per farlo vivere per modificarne il genoma inserendo tratti di altre specie. Questi altri DNA con cui ibridare le specie reali vengono ricercati attraverso la “Research Facility”, dandoci la possibilità in questo modo di inventare nuovi tipi di dinosauri che non sono mai esistiti nella realtà. Le vere specie che possono essere ricercate sono circa una quarantina, anche se gli sviluppatori hanno promesso un supporto costante e un ampliamento del pacchetto di dinosauri: ad esempio nel momento in cui scrivo è appena uscito un nuovo pack che inserisce in Jurassic World Evolution i dinosauri di Jurassic World: Il Regno Distrutto, fra cui l’Indoraptor.
Nel gioco poi sono presenti un sacco di altre strutture che avrete imparato a conoscere in qualsiasi altro gestionale, e che servono a incrementare i profitti, a gestire i visitatori, a garantire la sicurezza di questi ultimi e, più in generale del parco stesso. Attraverso la “Ranger Station”, ad esempio, possiamo assumere un team di cacciatori il cui scopo è quello di curare i dinosauri malati, oppure di spostare le carcasse dei dinosauri morti. Caratteristica peculiare poi di questa struttura è data dalla possibilità di guidare in prima persona l’elicottero o la Jeep in dotazione dei cacciatori. In conseguenza di ciò è stato inserito un photo mode attraverso il quale possiamo scattare delle foto degli animali nel loro habitat naturale.
Un grosso problema da affrontare in Jurassic World Evolution è dato dalla gestione degli animali: carnivori ed erbivori, come ben sappiamo, non sono mai andati d’accordo. E qui la questione è anche peggio, perché i carnivori cercano sempre lo scontro, finendo spesso per uccidere il proprio avversario, oppure per esserne uccisi. Questo porta prima o poi a una specie di compartimentalizzazione del parco, con recinti mono-specie e habitat estremamente circoscritti. Attenzione anche alla gestione della sicurezza: questa è fondamentale affinché le cose vadano lisce. Un dinosauro che riesce a sfondare i recinti può uccidere i visitatori e creare tutta una serie di altri guai, causando ingenti perdite a causa dei rimborsi per danni.
Frontier Developments ha voluto inserire nel gioco tre grandi sezioni che rappresentano e si comportano come fossero fazioni distinte: la sezione Scientifica, quella di Intrattenimento e quella di Sicurezza. Ingraziarsi il favore di una piuttosto che di un’altra può da un lato donare parecchi bonus, ma anche causare diversi problemi: le sezioni meno sviluppate cominciano infatti, dopo una certa percentuale, a organizzare operazioni di sabotaggio contro di noi. Ogni fazione ci assegna un determinato numero di missioni che ci aiutano a progredire nel rapporto con esse e ci danno anche la possibilità di aumentare il nostro gruzzoletto e il rating dell’isola. Sono poi presenti anche tutte le classiche strutture per i visitatori: hotel, chioschetti di bibite, ospedali, bar, ristoranti e chi più ne ha più ne metta.
Un plauso infine a Frontier Developments per come ha saputo organizzare i comandi con il pad: la gestione e il passaggio fra le varie parti dei menu è rapida e ci permette di tenere tutto sotto controllo senza problemi. Anche tecnicamente Jurassic World Evolution rappresenta una piccola perla: ho testato il gioco su Xbox One S e Xbox One X e il gioco lascia graficamente a bocca aperta. Soprattutto sulla console più potente ci troviamo davvero davanti a un piccolo capolavoro, in grado tramite l’HDR di raggiungere livelli di realismo cromatico veramente elevatissimi. I dialoghi sono poi affidati alle voci del cast originale del film, fra cui troviamo Jeff Goldblum (Ian Malcolm) e Chris Pratt (Owen Grady), anche se purtroppo mancano i sottotitoli italiani così come la localizzazione nella nostra lingua di qualsiasi altro elemento del gioco. La colonna sonora è invece quella che ormai siamo abituati a sentire al cinema.
Commenti