Recensione - Milanoir
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Milano, anni '70. Seguiamo le vicende di Piero, un avanzo di galera ritornato in libertà con un unico obiettivo: vendicarsi di chi l'ha buttato in galera, distruggendo poco a poco il suo impero per poi arrivare ad eliminarlo una volta per tutte. Una classica storia di criminalità organizzata e vendetta, ma questa volta il setting è uno che conosciamo bene: le strade sono piene di macchine italiane d'epoca, i vestiti sono quelli visti tante volte negli album fotografici dei nostri genitori e nei locali si gioca a carambola. Chi conosce Milano, che sia quella moderna o di qualche decennio fa, troverà una cura dei dettagli impressionante in tanti elementi, tutti mirati ad offrire un'esperienza che rievochi un'atmosfera molto specifica.Ma una buona storia di criminalità, in salsa noir in questo caso, ovviamente non basta: ci vuole anche un gameplay convincente perché il gioco funzioni. I ragazzi di Italo Games in questo senso non hanno certamente puntato in basso, prendendo spunto da due dei giochi indie d'azione meglio riusciti degli ultimi anni: Tokyo 42 e Hotline Miami. Dal primo Milanoir eredita l'azione su vasta scala con sparatorie a lunga distanza, dal secondo stile artistico 8-bit. Ed anche la difficoltà del gioco, come accade spesso nei due giochi citati, molto elevata. Ma non corriamo troppo: come si gioca a Milanoir?
MX Video - Milanoir
Dopo un breve tutorial che introduce un personaggio dalla vita piuttosto breve, ci mettiamo nei panni di Piero nelle sue sanguinarie avventure noir, con un gameplay che alterna il classico piano bidimensionale a scorrimento laterale dei platformer 2D e quello a corsia dei beat 'em up a due dimensioni, con sprazzi di sezioni con visuale dall'alto, soprattutto quando si è dentro gli edifici. In tutte queste modalità, però, le basi del gioco rimangono sempre un mix di stealth e shooter cover-based, anche se prevedibilmente molto semplificato. Ci si muove con calma per non destare sospetti, si usano le coperture (in gran parte anche distruttibili) e si spara, con una mira semi-automatica che è stata probabilmente pensata per il mouse ma che rende abbastanza bene anche su controller.
Questo gameplay è utilizzato quindi come base per una serie di missioni dove si deve sempre cercare di destare meno sospetti possibile per poi non complicarsi la vita, anche perché i nemici sono numerosi ed è facile lasciarci le penne; è bene quindi sfruttare al meglio le risorse a disposizione, ma anche quanto offre lo scenario. Si possono anche fare eliminazioni corpo a corpo, rotolare da una copertura all'altra, addirittura sfruttare colpi di rimbalzo sparando a un cartello; scene degne di film degli anni '70 come Milano Calibro 9, da cui Milanoir trae indubbia ispirazione.
Tra dialoghi pieni di frasi da gangster, sparatorie ad alto tasso adrenalinico, scenari di un'Italia ormai andata e personaggi mafiosi cliché ma non per questo meno intriganti, le poche orette del gioco (aumentate dalle morti dovute alla difficoltà piuttosto alta) se ne vanno piuttosto rapidamente. Troviamo ogni tanto variazioni sul tema come sezioni veicolari e boss, ma nulla di troppo differente. Si può migliorare l'esperienza giocando la campagna in cooperativa locale, che come spesso accade risulta più spassosa del single player, e c'è anche una modalità arena dove esercitarsi contro orde di nemici alla ricerca di micidiali combo. E, com'è giusto che sia per un gioco italiano ambientato in Italia, Milanoir è interamente localizzato in italiano, anche se non ci sono dialoghi audio ma solo a testo.
Commenti