Recensione - Impact Winter
Il Gioco
Terra, futuro prossimo: un asteroide si è da qualche mese abbattuto al suolo, alzando un'enorme quantità di pulviscolo che ha oscurato i cieli creando stravolgimenti climatici e gettando il pianeta in un lungo inverno. Il pianeta è diventato un luogo freddo e sepolto dalla neve. In questo scenario ci troviamo nei panni di Jacob, il barbuto protagonista del gioco che ha trovato un rifugio a Brandon, Canada, in una vecchia chiesa abbandonata. Improvvisamente il drone di supporto del gruppo, chiamato AKO-Light, capta una trasmissione che annuncia l’arrivo dei soccorsi entro 30 giorni. Un mese intero, durante il quale dovremo fare del nostro meglio per sopravvivere ad un ambiente ormai ostile.Una volta lanciato il gioco abbiamo la possibilità di avviare una partita scegliendo se farla precedere da un tutorial (sicuramente consigliato, visto che è molto breve ed aiuta a capire al meglio le meccaniche di gioco) oppure gettarci in una partita nell'Expert Mode, una variante che introduce il permadeath e quindi non ci permette di ricaricare le partite dopo la morte, per veri appassionati di survival.
Il gioco si svolge, interamente con visuale isometrica, principalmente all’interno della chiesa, in cui Jacob si è rifugiato insieme a quattro altri sopravvissuti di cui dobbiamo prenderci cura, ma che possono anche darci una mano a portare a termine la missione di sopravvivere per 30 giorni fino all'arrivo dei soccorsi. Tutti i personaggi possono morire, Jacob compreso, ma il game over è causato solo dalla morte di quest'ultimo. I fattori che dobbiamo considerare per sopravvivere a questa situazione estrema sono tantissimi, ma è comunque prioritario mantenere elevati i parametri vitali di tutti i personaggi. Al centro della chiesa c’è un falò che serve a scaldarci e che dobbiamo tenere vivo raccogliendo risorse da bruciare. Dobbiamo inoltre procurarci cibo e acqua, oltre a componenti vari che possono aiutarci a creare attrezzatura e potenziamenti. Gli altri sopravvissuti, poi, hanno bisogno di mantenere alto il morale e possono anche ammalarsi, necessitando quindi di cure per evitare che peggiorino.
MX Video - Impact Winter
E' inoltre possibile svolgere determinate missioni per sviluppare ulteriormente il drone AKO-Light e renderci più velocemente raggiungibili dai soccorsi, riducendo così il tempo complessivo in cui dovremo sopravvivere, e non è solo il drone a poter essere potenziato: raccogliendo i Rescue Points, una sorta di punti esperienza d'ispirazione RPG, possiamo infatti aumentare di livello e sbloccare i Role, particolari abilità che possono essere assegnate a ognuno dei quattro personaggi per conferirgli assegnano dei bonus e malus. Ogni personaggio può equipaggiare un solo Role per volta.
Fondamentale è poi il crafting di oggetti, cibi e potenziamenti: questo è legato ai quattro compagni che costituiscono il team a disposizione di Jacob. Ognuno dei quattro ha le sue caratteristiche specifiche e peculiari: Wendy è la cuoca del gruppo, i suoi piatti riescono a fornire bonus maggiori rispetto al cibo in scatola che troviamo abbondante in giro per il Void (il nome che i sopravvissuti danno al deserto innevato che troviamo fuori dalla chiesa), a patto però di trovarne ricette e i giusti ingredienti. Cristophe è il creatore nonché addetto agli upgrade tecnologici per il AKO-Light. Il robottino ci segue come un’ombra nelle nostre esplorazioni del Void, per cui è fondamentale tenerlo in ottimo stato, con la batteria sempre carica e aggiornato con tool sempre più potenti. Blane ci può fornire potenziamenti e aiuti per l’attrezzatura che possiamo portarci dietro durante le scampagnate alla ricerca di cibo e oggetti. L’esterno è estremamente inospitale. Occorre tenere d’occhio spessissimo le variazioni meteorologiche e climatiche. Le missioni, soprattutto all’inizio, devono essere molto brevi proprio per questi fattori di rischio, oltre per la capienza limitata dell’inventario. Per fronteggiare questi problemi, Blane ci aiuta craftando tende da campeggio e tool vari che servono per creare campi base lontano dalla chiesa. L'ultimo personaggio, Maggie, è il tuttofare del gruppo e crea tool che agevolano l’estrazione di beni primari indispensabili per la vita all’interno della chiesa: dai depuratori d’acqua, alle caldaie e così via.
Pad alla mano i comandi da memorizzare sono pochi e ben congegnati, con una curva di apprendimento praticamente piatta. Ho trovato un po’ confusi i menu di gioco e particolarmente “pasticciato” l’inventario: la gestione è simile a quanto già visto nei primi Resident Evil, con un inventario suddiviso in caselle con i vari oggetti che ne occupano un determinato numero. Il gioco è infine completamente in inglese.
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