Recensione - Hellblade: Senua's Sacrifice
Il Gioco
Che cos’è la follia? Una scintilla inspiegabile, un guizzo disumano, un oscuro passeggero presente in tutti gli esseri viventi che, sin dalla notte dei tempi, ha ispirato e incuriosito poeti, artisti e scrittori. Isaac Newton scriveva “Posso misurare il moto dei corpi, ma non l'umana follia”, mentre per Oscar Wilde la pazzia era “L’orgasmo cerebrale più bello che ci sia”; il viscerale Edgar Allan Poe, invece, asseriva che “Se non ricordi che Amore t'abbia mai fatto commettere la più piccola follia, allora non hai amato”.E chissà, con un po’ d’immaginazione proprio il controverso Poe sarebbe fiero di Senua, la guerriera celtica protagonista di questa storia. Senua non è una donna come le altre, il suo passato è infausto e il suo destino maledetto. E’ vissuta in segregazione per anni, rinchiusa dal suo stesso padre, Zynbel, perché ritenuta maledetta e causa scatenante di un’epidemia che ha decimato le genti della sua tribù. L’unica brezza piacevole per la giovane Senua è stata il suo amato Dillion, il virgulto del villaggio e abile spadaccino, che usava allenarsi sotto un grande albero dove i due ragazzi si sono conosciuti e dove hanno imparato ad amarsi. Purtroppo però per Senua, l’idillio è durato ben poco perché l’invasione delle Orcadi per mano dei popoli nordici ha causato molte vittime, tra cui Dillion stesso, che, dopo la cattura è stato orribilmente torturato, scuoiato e decapitato. Per Senua l’accaduto è stato così lacerante da farle abbandonare il suo villaggio per avventurarsi all’interno di un territorio proibito che i popoli nordici chiamano Hel, un non-luogo sospeso tra l’incubo e la realtà, desolante cimitero a cielo aperto di tutte le vittime morte in modo raccapricciante.
Il folle scopo di Senua è quello di chiedere agli déi la grazia di riportare in vita Dillion, offrendo sé stessa in sacrificio. Armata solo di una daga e della testa mozzata del suo amato, si fa strada attraverso un lungo corso d’acqua fino ad approdare sulla spiaggia dove ad accoglierla ci sono dozzine di soldati impalati. Ben presto ci sarà chiaro che quello di Senua vuole essere un viaggio di sola andata, e a testimonianza di questo ci sono il suo sguardo vitreo e la sua espressione disperata. Senua però non è del tutto sola nella sua avventura: la protagonista soffre infatti di un disturbo mentale molto grave che la rende preda di voci femminili (tutte in inglese con sottotitoli in italiano) e visioni che la perseguitano in ogni momento della sua giornata. Il nostro viaggio inizia proprio in un vortice di queste voci presenti nella testa della ragazza, che commentano ogni sua azione criticandola o elogiandola senza soluzione di continuità, gettando il giocatore in un caos di voci sussurranti, urlanti e risate di scherno. Inutile aggiungere che la psicosi di Senua, unita al suo disperato viaggio nella terra magica e maledetta di Hel, scateneranno un mix esplosivo senza precedenti, uno stress psicologico costante e magistralmente riprodotto dagli sviluppatori, che tenteranno di farci vivere in prima persona cosa vuol dire essere pazzi.
MX Video - Hellblade: Senua's Sacrifice
Fortunatamente nella testa di Senua c'è spazio anche per voci più amichevoli come quella di Druth, sacerdote defunto considerato un millantatore, che spesso ci darà dei consigli in merito al giusto percorso da seguire o ci racconterà antiche leggende quando attiveremo particolari stele di pietra sparse sul nostro cammino. Ci apparirà spesso anche Galena, la dolce madre di Senua, sacrificata agli déi quando Senua era ancora piccola dal marito Zynbel, perché considerata una strega. Per adempiere al suo voto di sacrificio e riportare in vita Dillion, Senua deve riuscire a guadagnarsi l’accesso a Helheim, l’inferno norreno e patria della dea Hela, figlia di Loki. Per garantirci l’accesso agli inferi dovremo però prima sconfiggerne i guardiani: Valravn, signore delle illusioni e Surt, padrone delle fiamme.
Attraverso la scelta di due percorsi distinti possiamo così decidere deliberatamente quale delle due divinità trovare e sconfiggere per prima. Fondamentalmente i due percorsi contemplano in egual modo l’apertura di porte chiuse da simboli runici tramite la risoluzione di enigmi ambientali basati su giochi di prospettiva o di luce per l’individuazione delle rune nascoste. Per ogni simbolo impresso sulle porte sbarrate magicamente dobbiamo infatti ricercare all’interno delle varie aree di gioco la runa equivalente, che spesso può essere composta da rami o pali di legno da allineare in un determinato modo, oppure raffigurata da un’ombra stagliata su un muro o un fiotto di sangue sul pavimento. Ci basterà inquadrare il simbolo e premere il tasto dorsale destro per “fotografarla” nella mente di Senua e avere così libero il passaggio all’area di gioco successiva, fino a raggiungere la divinità di turno da sconfiggere. Non mancheranno momenti in cui Hellblade: Senua's Sacrifice giocherà con la vostra mente, in particolare nel regno di Valravn, dove compariranno anche dei portali che, se attraversati, stravolgono la conformazione degli scenari alternando l’integrità di strutture e creando passaggi utili per proseguire.
Non scordiamoci però che Senua è una guerriera, ed è anche molto determinata. Il gioco infatti non è soltanto una carrellata di enigmi ambientali da risolvere, ma presenta anche diversi momenti in cui, daga alla mano, bisognerà vendere cara la pelle. E non parlo a caso di pelle, perché fin dal suo ingresso a Hel la povera Senua verrà marchiata dall’oscurità che le attanaglierà la mano destra fino all’avambraccio come se fosse in atto una necrosi. Ogni volta che veniamo uccisi in battaglia l’oscurità mangerà un nuovo pezzo del corpo della ragazza e, una volta arrivata a coprirle il volto, per lei sarà la fine. I nemici più comuni che ci appariranno sul tragitto, per lo più energumeni dal volto coperto da mucchi di rami ed armati di spade e asce, oppure vichinghi non morti con daga e scudo, non ci impensieriranno più di tanto. Decisamente più impegnativi invece sono gli scontri contro i boss, le divinità da sconfiggere di cui sopra. Ognuno di questi è dotato di abilità speciali che ci faranno ricorrere spesso e volentieri allo specchio di Druth, un banale specchietto regalato a Senua dal folle sacerdote che nel mondo di Hel è in grado di tramutarsi in un'indispensabile arma capace di rallentare il tempo attorno alla protagonista. Quest’abilità, richiamabile in battaglia con il dorsale destro del pad, può essere usata ogni volta che viene ricaricata attraverso delle corrette schivate o colpendo gli avversari, e ci permette di avere un discreto vantaggio sui nemici, specie quando veniamo accerchiati. Oltre alla schivata sopracitata, Senua può contare su un attacco leggero, uno pesante, un calcio e una parata, che se eseguita tempestivamente, può destabilizzare il nemico.
Una volta raggiunto il tanto agognato Helheim, si aprirà davanti a noi un inferno contorto e più disturbante del mondo di Hel, in cui dovremo portare a termine prove pericolose e attraversare scenari rigonfi di morte, putridume e dannazione che probabilmente vi si stamperanno nella mente come dei marchi a fuoco. La ricerca delle rune diverrà ancora più intensa, così come le battaglie e i pericolosi i nemici che dovremo sconfiggere, lungo un percorso a ritroso che ci porterà a conoscere meglio le origini della nostra disturbata protagonista, a far luce sul suo rapporto con l’amato Dillion e il suo odiato padre.Un percorso che culminerà nell’incontro con la mostruosa Hela in un totale di circa 8 ore di gioco.
Hellblade: Senua's Sacrifice rappresenta un viaggio nella mente di una donna disperata e profondamente disturbata, un viaggio che non concede mai boccate di aria fresca, che attanaglia e che opprime il giocatore vomitandogli addosso quello che di peggio ha da offrire un disturbo mentale grave come quello di Senua, reso così verosimile non soltanto grazie alla creatività e alla tecnologia audiovisiva al servizio del team di sviluppo ma anche attraverso la consulenza di ricercatori di neuroscienze e psicologi comportamentali. Non stupisce infatti la corposa lista di disclaimer posti sulle prime schermate del gioco, che allertano su quanto impressionante e disturbante questo titolo possa divenire a tratti, costringendovi a prendere diverse pause tra un segmento e l’altro, magari alla ricerca di un bel cielo blu da contemplare o di qualche video di gattini o panda per stemperare l’angoscia accumulata. Ma in fondo Hellblade: Senua's Sacrifice vuole non vuole essere nient’altro che questo: angoscia e disturbo, per cui direi che l’obiettivo di Ninja Theory è pienamente raggiunto.
Rispetto alla versione PC e PS4 uscita nel corso dell’estate 2017, questa edizione del gioco offre su Xbox One X tre diverse modalità grafiche che è possibile cambiare anche mentre si gioca attraverso il menu di pausa: la prima è Risoluzione Alta, che permette di godere di una grafica in 4K (o più vicina possibile a tale obiettivo), mentre Framerate Alto raddoppia i fotogrammi per secondo del gioco portandoli a 60 ma abbassando un po’ il dettaglio visivo generale. Ultima ma non meno importante è la modalità Effetti Visivi Migliorati, che rende ogni bagliore, ogni fiammata e ogni crepuscolo un vero spettacolo per gli occhi.
Commenti
@Leland Palmer non lo comprare. Mai. %uD83D%uDE06 Ero molto interessato anch'io ad Extinction, soprattutto per il fatto che è stato sviluppato da Iron Galaxy, gli stessi sviluppatori di Killer Instinct, i Mastri dei picchiaduro. Ho seguito lo sviluppo su internet e YouTube e ti dico che gli esiti purtroppo sono catastrofici, il gioco è banale, la storia inesistente e narrata esclusivamente tramite immagini in miniatura statiche con testi di dialogo doppiati pure male, la storia quando c'è è banale e noiosissima, il combattimento (che era comunque il potenziale asso nella manica del gioco che avrebbe potuto garantirgli il consenso del pubblico) è divertente le prime tre o quattro ore, ma quando si deve affrontare l'ennesimo gigante sempre ed inesorabilmente allo stesso modo la palpebra ti si fa pesante, e la routine è ammazza qualche minion o salva qualche paesano per riempire la barra speciale, evidenzia un arto dell'ogre gigante e premi un pulsante, se ha delle protezioni mira prima a quelle, e poi seleziona il collo dell'ogre gigante e mozzagli la testa. Copia e incolla fino alla fine. Ancora una menzione a proposito della storia, il gioco a parte un filmato 2D stile anime iniziale, non ha manco mezza cutscene in-game. Zero, quindi puoi capire il tedio di ripetere sempre la stessa cosa senza neanche qualche cut-scene di intermezzo che spezzi un po' il ritmo di gioco e gratifichi un minimo gli sforzi compiuti (che poi per Extinction non è uno sforzo perché non serve manco essere bravi) Persino Borderlands 2 ne aveva di più%uD83E%uDD23 Non ti dico neanche di aspettare che scenda di prezzo per prendertelo manco a 9,90€, semplicemente perché a quel prezzo ci sono indie su Xbox One che meritano mille volte più di Extinction, veramente. Poi ovviamente leggerai la recensione, ma credimi che per farti capire ti basta guardare tu stesso su YouTube un gameplay da venti minuti per farti sbadigliare che manco ne sono passati cinque%uD83E%uDD23%uD83E%uDD23%uD83E%uDD23 Vuoi un gioco coi giganti fatto VERAMENTE bene? Comprati Attack On Titan 2. Giganti tutti diversi, estrai materiali dai giganti per fabbricare armi ed equipaggiamento, trama di qualità anime (difatti la trama ripercorre tutta la seconda stagione di AOT), credimi anche se non sei fan della serie questo gioco ti prende tantissimo. È stato sviluppato da Omega Force, la Software House della serie Dynasty Warriors, ma AOT non è come Dynasty Warriors, quindi lo puoi prendere tranquillamente anche se non sei un fan dei Musou. Il combattimento non è divertente, è DI PIÙ. Si schizza tra palazzi come Spiderman, il senso di velocità del gioco è pazzesco, e abbattere i giganti un arto alla volta è gratificante non poco, poi ci deve occupare della gestione della squadra, si gestiscono attacchi incrociati con animazioni in-game cazzutissime che gasano come solo Bayonetta sa fare. Quello sì che è un gioco che merita tutti i soldi spesi, poi mi dirai%uD83D%uDE01%uD83D%uDC4D%uD83C%uDFFD
Grazie Neural, anche io opto sempre per il frame, soprattutto in giochi più movimentati, comunque è vero, posso provare direttamente e vedere, grazie per il consiglio XD
Guarda secondo me i 60 fps non si battono. In tutti i giochi che finora hanno dato questa scelta, dopo varie prove ho sempre selezionato il frame-rate più alto perché fa una vera differenza nel gameplay. E magari metto l'opzione "miglior grafica" quando voglio scattare qualche screenshot
Ma comunque è molto soggettivo, fortunatamente il gioco ti permette di cambiare al volo la modalità grafica, così puoi verificare di persona quale ti piace di più.
che modalità grafica mi consigliate sulla X tra le tre disponibili?
Preso oggi sullo store l'unico cosa, spero che i sottotitoli non siano come Andromeda che si confondevano con l'ambiente di gioco, però per il resto titolo molto interessante
aspetto con ansia il gioco!!!
Ho visto il trailer sullo store e mi è sembrato impressionante sul lato visivo,questi tipi di gioco non mi spaventano,al primo calo di prezzo sarà mio!!!
ottimo grazie Neural ;)
Sì, è in lavorazione! Arriva a breve
Lo prendo proprio oggi, Neural dovete fare anche la recensione di Extinction? Mi ispira parecchio ma costa 70 euro e volevo qualche consiglio XD
Sicuramente non è per tutti, è un gioco molto intimista e particolare. Ma chi è riuscito ad entrarci in sintonia ne è uscito quasi stravolto
E" un gioco molto particolare non per i casual gamers, strepitoso visivamente, magistrale acusticamente parlando. Detto questo dopo 20 minuti mi sono addormentato (non scherzo) veramente soporifero come gameplay e storia
Una perla, assolutamente un gioiello.
Sarà ma già su ps4 pro non sono riuscito a finirlo per la noia e la monotonia...
Come scritto nella recensione, sì
Anche per la versione Xbox i dialoghi sono in inglese e i sottotitoli in italiano?
Uno di quei giochi da aggiungere assolutamente alla propria collezione videoludica. Tutto sto ben di dio è ambientato nella mitologia norrena, quindi che si vuole di più? Per me è capolavoro.