Recensione - A Way Out
Il Gioco
Voi non potete vederlo, ma questo paragrafo è stato scritto, cancellato e riscritto più volte. Non riuscivo ad allineare le parole perché prendessero la stessa forma del pensiero bloccato dietro i miei occhi, e questo perché volevo parlare da solo di un’esperienza che da solo non ho fatto. Viene quindi da dire che Hazelight Studios sapeva cosa stava facendo quando ha plasmato A Way Out. Sapeva che puntando unicamente su un gameplay cooperativo avrebbe permesso al concetto di condivisione di travalicare lo schermo avvolgendo burattini e burattinai in un bozzolo all’interno del quale tale idea poteva essere vissuta in tutte le sue forme.Leo e Vincent non si conoscono quando, ospiti dello stato dietro le sbarre di un penitenziario, si incontrano per la prima volta. Ma scoprono presto di non essere accomunati solamente dalla loro situazione, ma anche dallo stesso desiderio di rivalsa nei confronti di una persona che ha portato le loro vite dietro quelle tristi mura. Per questo motivo decidono di collaborare per fuggire di galera in cerca di vendetta. È a questo punto che A Way Out inizia ad oscillare come un pendolo fra giocatori e protagonisti. Se gli evasi si trovano a dover condividere forze e idee per riuscire a superare tutti gli ostacoli, chi sta dalla parte giusta dello schermo deve condividere indicazioni, impressioni, suggerimenti e vivere insieme al suo alleato i momenti più o meno ilari, più o meno adrenalinici attraversati da Leo e Vincent.
MX Video - A Way Out
Guidati da quest’ottica, gli sviluppatori hanno creato una particolare forma dell’anello di Moebius, dove le due dimensioni della cooperazione si uniscono in un’unica esperienza in costante mutamento e sempre pronta a poggiare il peso del successo sulle spalle di uno dei due protagonisti con un’alternanza capace di rimanere in equilibrio fino alla fine. All’atto pratico il tutto si traduce in una serie di momenti ludici guidati da una mano cinematografica che rende A Way Out prima di tutto una storia, un racconto. Se della trama è bene non svelare praticamente nulla, per il gameplay si può fare un’eccezione.
A Way Out da questo punto di vista non si limita a sfruttare i meccanismi più noti visti nei giochi cooperativi. Certo, vi sono moltissimi momenti in cui i due giocatori lavorano parallelamente nelle più classiche situazioni dove le porte sono troppo pesanti per una persona sola, i nemici troppo numerosi e via dicendo; ma il titolo sfrutta l’occasione per dar vita a dei contesti dove la cooperazione si basa su un atto di fiducia che uno dei due giocatori deve compiere nei confronti dell’altro per non trovarsi di fronte alla schermata di Game Over. A Way Out non si fa problemi a dar vita a situazioni dove il fallimento dipende esclusivamente dall’errore di solo uno dei partecipanti, nonostante le due azioni in corso in quel momento siano complementari per il proseguo dell’avventura.
Prima di passare a quello che mi è piaciuto o meno del gioco, una nota importante: come avrete capito A Way Out è giocabile esclusivamente in cooperativa, sia in locale che online, ma fortunatamente non dovrete costringere i vostri amici ad acquistare il gioco: è infatti possibile scaricare una versione trial che permetterà a chiunque di partecipare nella partita di un amico che ha acquistato il gioco. Compra uno, giocano in due.
Commenti