Recensione - Surviving Mars
Il Gioco
Gli autori di Cities: Skylines, Paradox Interactive, vestono stavolta i panni dell'editore pubblicando sulle nostre console il nuovo titolo di Haemimont Games, già noti per la serie Tropico; si tratta del gestionale city-builder Surviving Mars, che ci porta su Marte nei panni dei colonizzatori prendendo in prestito anche alcune feature, come l’esplorazione della mappa, dagli RTS. Appena lanciato il gioco ci troviamo davanti a due diverse modalità: la partenza normale e la partenza facilitata. La partenza facilitata è la prima scelta per i meno esperti con questo genere di giochi: in questa modalità abbiamo a disposizione una partita con impostazioni di base fatte apposta per renderci la vita facile. C'è inoltre la modalità "New Game" che ci permette di avviare una partita personalizzando tutti gli aspetti della missione, aumentando o diminuendo il livello di difficoltà. E’ possibile personalizzare parecchie cose: scegliere uno sponsor di missione piuttosto che un altro, ad esempio, cambia la quantità di fondi a disposizione variando anche il numero di persone che sono intenzionate a prendere parte alla missione, e così via. Altra importante personalizzazione disponibile è data dal profilo psicologico della missione, ossia noi stessi. Anche qui possiamo scegliere profili in grado di garantire bonus diversi che vanno a variare la difficoltà della sfida. Il politico ha sin da subito una maggiore disponibilità di fondi, mentre il “rocket scientist” ha un secondo razzo gratuito e così via. Sempre da questo menu iniziale è possibile anche personalizzare il logo della missione e la tipologia delle anomalie che compariranno sul pianeta, ossia delle zone che, una volta studiate con l’attrezzatura adatta, forniscono potenziamenti, nuove tecnologie e così via.Una volta sistemata questa prima parte, si passa alla personalizzazione del razzo. Marte è un pianeta freddo, duro e inospitale, quindi il primo razzo che toccherà terra sarà completamente privo di equipaggio umano ed avrà il solo scopo di portare sul posto droni e attrezzatura scientifica per preparare la strada all’arrivo dei primi colonizzatori. Quello che scegliamo di mettere nel primo razzo, quindi, potrà aiutarci o meno nel primo approccio alla superficie marziana; una scelta obbligata è comunque quella dei veicoli che permettono di interagire e colonizzare il pianeta rosso. L’Explorer analizza il terreno marziano e le varie anomalie, il Rover invece serve a trasportare i droni e ne funge da centro di comando mentre il Transport, come dice la parola stessa, serve da trasporto per le risorse che magari possono essere ricavate anche in posti molto lontani rispetto alla base. Nella dotazione iniziale del razzo possiamo anche scegliere la quantità di risorse che ci portiamo dalla Terra. Anche le sonde orbitali possono essere modificate: con queste è possibile scoprire e scannerizzare immediatamente nuovi quadranti del pianeta. Una sonda scansiona un solo quadrante prima di essere distrutta.
MX Video - Surviving Mars
L’ultima fase di questa lunga preparazione è dedicata al sito di atterraggio del razzo. Ogni sito ha la sua quantità di risorse disponibili da utilizzare, di montagne e rilievi che possono infastidire e di minacce da affrontare. E’ possibile anche scegliere un luogo qualsiasi della superficie di Marte, senza essere per forza legati alle zone predefinite, che però vengono scelte perché hanno già tutto quanto serve per sviluppare la colonia.
Terminata la personalizzazione della partita, si giunge finalmente all’"ammartaggio" e ci viene mostrata una griglia
10x10 con un solo quadretto disponibile per far atterrare il nostro razzo; se abbiamo equipaggiato i moduli sonda, possiamo scannerizzare nuove zone per avere più scelte sulla zona in cui posizionare la nostra base. Sin dai primi istanti di gioco, siamo seguiti da una serie di aiuti pop-up che fungono quasi da tutorial. E’ bene cercare di far tesoro al meglio di questi consigli, perché un vero e proprio tutorial è completamente assente.
Per quanto riguarda il sistema di controllo, forse anche a causa della mancanza di un tutorial Surviving Mars risulta avere una gestione con pad parecchio cervellotica e confusa. Con i tasti dorsali ci muoviamo fra le unità principali, le possiamo selezionare con un pulsante mentre con i pulsanti dorsali accediamo a un ulteriore sub-menu che ci permette di selezionare ulteriori opzioni. Con un altro pulsante, invece, accediamo al menu di costruzione nel quale possiamo scegliere le strutture da costruire.
Ed a proposito di costruzione, il titolo di Haemimont Games ci propone un sistema di edificazione completamente libero permettendoci di costruire come e dove vogliamo. Come accennato, i primissimi passi sono dedicati alla preparazione del terreno per l’arrivo dell’umanità. Una volta costruita e messa in funzione la prima cupola, è possibile richiamare dalla Terra il primo razzo con equipaggio umano. Possiamo scegliere il tipo di manovalanza da richiamare: ingegneri, scienziati, operai generici e così via a seconda di quali aree vogliamo sviluppare per prime. Le cupole poi sono ulteriormente e totalmente personalizzabili nelle strutture al loro interno: è possibile costruire cupole interamente residenziali, dedicate al vizio e allo svago, all’agricoltura e così via.
Man mano che la colonia si ingrandisce, cominciano anche i vari problemi legati alla felicità degli abitanti, alla manutenzione delle strutture, alla criminalità, alla qualità e quantità d'aria e d'acqua e così via. Sono inoltre presenti gli immancabili “disastri”, in questo caso realisticamente rappresentati da tempeste di sabbia, piogge di meteoriti e così via. In Surviving Mars, naturalmente, non esiste una vera e propria storyline da seguire, ma i ragazzi di Haemimont hanno deciso di inserire i “misteri”, missioni particolari che seguono un filone narrativo e caratterizzate da scelte e da documenti da leggere.
Tra le altre caratteristiche del gioco ho poi potuto particolarmente apprezzare il ciclo giorno/notte che non si ferma a un mero impatto visivo ma ha la sua integrazione nel gameplay: ad esempio di notte i pannelli fotovoltaici non funzionano, perciò servono le batterie che immagazzinino l’energia prodotta durante il giorno. Segnaliamo infine che, come spesso accade per i titoli indipendenti, il gioco è completamente in inglese.
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