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img Metal Gear Survive
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Recensione - Metal Gear SurviveXbox OneGame

Quando Konami annunciò Metal Gear Survive, questo inusuale spin-off in salsa zombi della serie MGS lasciò molti interdetti. E' ora finalmente giunto il momento di verificare di che pasta è fatto, e se sia all'altezza dell'importante nome che porta con sé. Scopritelo con noi!

Il Gioco

Tante anticipazioni ed una recente beta non hanno fatto altro che accrescere le curiosità, ma anche i dubbi, sulla supposta continuità concettuale di Metal Gear Survive con la serie creata da Hideo Kojima. Dubbi alimentati anche dalla brutale modalità con cui Kojima ha rotto tutti i legami con la Konami, nonostante l'ottimo successo di Metal Gear Solid V. Insomma, almeno fino al lancio la strada è stata sicuramente in salita per questo videogioco, con una grossa fetta della comunità molto scettica in proposito. Ma il titolo meritava davvero tanto astio, o si è trattato solo di errati preconcetti? E' quello che ho cercato di capire analizzandolo con uno sguardo più neutro possibile.

Con una lunghissima sequenza introduttiva, Konami ci immerge nella nuova storia cercando di annodare più fili possibili agli avvenimenti di Metal Gear Solid V: Ground Zeroes, dopo il quale il gioco ha luogo. Riviviamo così gli ultimi momenti della Mother Base quando scopriamo si aprì un wormhole, un varco spazio-temporale che risucchiò tutto ciò che era rimasto della base, uomini compresi. Questa lunga cut-scene è anche l'occasione per la creazione del nostro personaggio (uomo o donna) che, una volta definito nelle sue caratteristiche principali, sarà anche parte integrante delle sequenze video successive. Scopriamo così che impersoniamo "Il Capitano", un membro di Militaires Sans Frontières che è riuscito a sfuggire al wormhole, perdendo però al suo interno un braccio e cadendo poi in una morte apparente; ci risvegliamo mesi dopo in una struttura militare segreta del governo americano, dove un uomo di nome Goodluck ci spiega che oltre il wormhole c’è Dite, un mondo parallelo dove un’infezione ha trasformato tutti gli abitanti in zombi chiamati Vaganti ma che è anche sede del Kuban, un cristallo fonte di una potentissima energia. I militari ritengono per questo il mondo di Dite strategicamente importante, e quindi già da tempo vi spediscono unità speciali in missione; purtroppo però non c’è più traccia dell’ultimo gruppo di uomini inviati lì, chiamati i “Corpi di Caronte”. Ci viene quindi affidata la nostra missione: attraversare volontariamente un nuovo wormhole per recarci su Dite, salvare tutti i sopravvissuti, trovare una cura per l’infezione e, cosa non trascurabile, tornare a casa. Sembra una missione disperata, ma il Capitano si lascia convincere dal fatto che, quando il wormhole gli amputò il braccio, lo infettò anche col virus zombificante, e deve quindi cercare una cura prima che questo si manifesti. Eccoci quindi catapultati nell’inferno di Dite, dove muoveremo i nostri primi passi insieme a Reeve, il primo personaggio che incontriamo e che ci affianca mentre ci vengono introdotte le meccaniche base del gameplay.

MX Video - Metal Gear Survive

Metal Gear Survive è un titolo always-on, infatti anche nella sua componente single-player richiede sempre la connessione. Ci si muove in terza persona ed i dialoghi solo in inglese con localizzazione in italiano dei sottotitoli e di tutti i menu. Il genere è spietatamente survival: anche se il feeling con cui ci muoveremo si rifà alle meccaniche di Metal Gear Solid V, scordatevi il tipico stealth di Snake o quantomeno l’uso che ne facevamo per le nostre uccisioni o per muoverci nelle mappe. Qui entriamo in un altro mondo con meccaniche diverse ma profondissime, dove il nostro principale obiettivo è sopravvivere. L'avventura inizia tra i resti di una base dove troviamo Vergil, l’intelligenza artificiale che ci permetterà di gestire il nostro campo base, le missioni ed i compagni che via via faranno parte di questo luogo e che ci aiuteranno a completare alcune missioni. Una delle componenti più importanti del gioco è il crafting, che ci permette di creare tutto ciò che nel gioco potrà servirci per sopravvivere. Tramite banchi di lavoro per armi, indumenti ed accessori, questi oggetti possono essere creati o modificati/potenziati grazie a quanto riusciremo a raccogliere nel mondo di gioco, o quanto ci sarà elargito come ricompensa per le missioni.

Il nostro personaggio dovrà padroneggiare abilità di creazione base e avanzate per sopravvivere in questo scenario ostile, ma prima ancora di pensare ad armarci fino ai denti o creare barriere difensive per il nostro avamposto, dovremo affrontare le tematiche base della nostra sopravvivenza: la fame e la sete. E qui ci confronteremo con uno scoglio del gioco che alcuni potrebbero ritenere frustrante, perché dovremo investire un bel po’ di tempo per capire come calibrare la ricerca del cibo e dell’acqua prima di decidere di affrontare qualsiasi altra missione. Non è qualcosa che rischieremo di dimenticare, perché i livelli di Vita e Resistenza sono tra i pochi indicatori a schermo sempre visibili. L’ossigeno è la terza importante componente che non dovremo mai farci mancare. Ci servirà per muoverci nella parte più importante di questo mondo alternativo, avvolta da una nebbia estremamente pericolosa ed affrontabile solo con un respiratore, per cui dovremo fare particolare attenzione alla quantità di ossigeno rimasta nella nostra bombola. Ovviamente quest'area è quella più ricca di oggetti da raccogliere, quindi trovare le risorse per creare equipaggiamento ed armi, nonché cibo, non sarà mai una passeggiata. Una volta dentro bisogna armarsi di pazienza e raccogliete veramente tutto ciò che troviamo perché per creare ciò di cui abbiamo bisogno bisognerà anche trovare le ricette e spesso saranno necessari più componenti simultaneamente, ed facile non riuscire a completare una missione per la mancanza di acqua o di un pezzo di ferro.

Le prime missioni del gioco serviranno come un immenso tutorial e per prendere le misure sulle tante attività ricorrenti da svolgere per sopravvivere. Per spostarci utilizzeremo una mappa richiamabile dal menu sulla quale potremo posizionare non solo gli obiettivi ma anche dei segnalatori che ci indicheranno dove trovare elementi importanti per il gioco, quali fonti d’acqua, animali, materiali utili e altro ancora. Le missioni principali si dividono in due categorie: missioni di recupero di un oggetto o di una persona, e missioni di tipo "tower defense" per attivare gli escavatori elettronici. In tutti casi dovremo vedercela con i Vaganti che, pur essendo lenti e ciechi, riusciranno a farci molto male se affrontati in maniera diretta. Ma diamo tempo al tempo, perché il nostro personaggio seguirà uno sviluppo basato sulla quantità di Kuban che otterremo uccidendo i nemici, e che ci farà salire di livello permettendoci di accedere a potenziamenti fisici o abilità nel combattimento. A questo punto potremo disporre armi più efficaci e di mosse di combattimento evolute che ci semplificheranno molto la vita quando dovremo affrontare i Vaganti.

Molte ore passeranno in missioni primarie e secondarie dal sapore un po’ ripetitivo facendovi addirittura pensare ad una totale assenza di storia, ma ad un certo punto arriverete una vera e propria seconda fase che, grazie anche a punti più movimentati e sequenze video accattivanti, vi risveglierà da un po’ di monotonia vissuta in precedenza. La presenza di nuovi nemici e strane creature, l’accesso a nuove strutture difensive ed offensive, ma soprattutto il vostro personaggio ormai maturo nella sua evoluzione, daranno nuova vita al gioco consentendogli di riscattarsi nella sua componente giocatore singolo.

Metal Gear Survive ci propone anche una modalità multiplayer cooperativa in cui possiamo essere raggiunti da un massimo di altri tre giocatori per completare le diverse missioni. Interessante il fatto che tutta l’esperienza, i progressi e gli obiettivi raggiunti nella modalità giocatore singolo saranno conservati e applicati al nostro personaggio anche in questa modalità. Nota sicuramente positiva, in questo caso, è l’assenza delle problematiche associate alla fame e alla sete. Le missioni non sono molte e le poche presenti richiamano fortemente quelle della modalità giocatore singolo. Al centro c'è la difesa dei nostri escavatori tramite posizionamento di torrette, di trappole e fuoco a volontà sulle ondate dei nemici molto diversificati tra loro. Tra un’esplosione e uno scontro avremo anche il tempo per missioni secondarie che ci daranno ricompense molto allettanti ed energia Kuban che, come già detto, potremo utilizzare per potenziare il nostro livello conservandole anche tornando nella modalità giocatore singolo.

Il mondo di Metal Gear Survive è un open world in cui Konami, non volendo farci troppo soffrire di nostalgia, ripropone volutamente alcuni scenari tratti dagli ultimi episodi di Metal Gear Solid V. Ed anche qui il buon vecchio Fox Engine fa il suo ottimo lavoro non deludendo né facendoci spalancare la bocca in meraviglia. Tutto sommato il prodotto finale è di buona fattura, con qualche imprecisione grafica assolutamente tollerabile.

Amore

Campagna single-player

- Nonostante solo con uno sforzo straordinario si possa immaginare un legame di Metal Gear Survive con la saga da cui prende il nome, la campagna giocatore singolo risulta comunque essere la componente più importante e soddisfacente del gioco, con validissime meccaniche survival che faranno felici gli appassionati del genere. La parte finale, raggiungibile tranquillamente in oltre le 30 ore di gioco, regala delle belle sorprese.

Sopravvivenza complessa e impegnativa

- L’inizio del gioco può essere disarmante e rischia di allontanare i giocatori meno tenaci, ma se si riesce a resistere senza abbandonare parte una progressione che ha nelle meccaniche del crafting la sua forza vincente. I diversi banchi di lavoro, gli elementi da cercare durante le missioni e le ricompense delle missioni stesse saranno una manna per la vostra fantasia creativa.

Odio

Frustrazione

- È veramente dura superare le prime ore di gioco senza mollare. Ed è proprio dalla frase “le prime ore” che si ha l’idea di quanto tempo si dovrà investire ingoiando rabbia ad ogni morte. Ok, non si passano ore a morire di fame e sete, anche se vi succederà molte volte, ma tutta la prima parte del gioco è molto, troppo, diluita. Senza considerare il tempo passato ad ascoltare i messaggi Codec che costellano noiosamente il gioco.

Always-on

- Richiedere la connessione costante in un gioco come questo, tranquillamente giocabile completamente in singolo, risulta essere troppo vincolante. Perdere una partita perché non si è riuscito a salvare prima di una disconnessione o, peggio ancora, non poter giocare per niente in assenza di connessione è un limite troppo alto. Cosa accadrà poi quando Konami, prima o poi, deciderà di spegnere i server di gioco? Speriamo in una patch che rimuova questo requisito per il gioco in singolo.

Microtransazioni

- Finora vi ho parlato di come nel gioco sia possibile raccogliere materiale per il crafting e come la prima parte del gioco risulti piuttosto tediosa e frustrante a questo riguardo. Il mio sospetto è che Konami abbia volutamente reso quella parte così lenta e noiosa per indurre il giocatore a spendere soldi reali nelle microtransazioni del gioco. Con i vostri soldi potrete infatti acquistare dei pacchetti di Survival Coins, una valuta in-game separata dal già menzionato Kuban che permette di acquisire dei boost speciali per aumentare il numero di Kuban guadagnati sul campo o anche di aumentare il livello di difesa del nostro team e così via. Insomma, un modo veloce, ma economicamente dispendioso, di progredire più velocemente nel gioco. A questo aggiungiamo anche che i SC, e quindi i soldi reali, servono anche per sbloccare loadout aggiuntivi per il nostro personaggio o addirittura un secondo slot di salvataggio nel quale avviare una seconda partita con un altro personaggio… e capirete come la politica delle microtransazioni di Konami possa risultare particolarmente fastidiosa.

Multiplayer

- Konami promette nuove mappe ma, al momento, il multiplayer è la parte meno importante del gioco. Poche mappe e missioni ripetitive relegano questa modalità al solo ruolo di "banca" dove andare a raccogliere troppo facilmente energia Kuban e loot vari da portarsi dietro nella modalità giocatore singolo e salire quindi di livello. E forse Konami, ritrovandosi con una modalità non all’altezza, ha volutamente sbilanciato il meccanismo dei premi per tenerla in vita.

Profondità narrativa

- Trattandosi di un’altra tipologia di gioco rispetto a Metal Gear Solid V non dobbiamo certo cercare quello che non c’è. Però, visto che il titolo si inserisce comunque in una saga che ha sempre avuto un ottimo comparto narrativo (anche nel caso di altri spin-off come l'action game MGR: Revengeance), ci si aspetta comunque una certa solidità da questo punto di vista. Purtroppo, però, Metal Gear Survive ha un’altra anima ed ha perso quell’impronta narrativa che ha sempre caratterizzato la saga Konami.

Tiriamo le somme

Nonostante gli scetticismi iniziali, Metal Gear Survive riesce a ricavarsi un buon posto nel panorama action-survival, risultando inaspettatamente valido proprio nel comparto single-player che, durante la campagna marketing, Konami aveva invece fatto apparire come il più debole. Purtroppo questi ottimi risultati vengono parzialmente dissipati da una spiccata difficoltà iniziale, una maldestra gestione delle microtransazioni ed un deludente storytelling, mentre la modalità multiplayer risulta troppo poco sviluppata. Il prezzo budget risulta comunque adeguato alla qualità del gioco, quindi vi consigliamo sicuramente di provarlo se amate le meccaniche survival e l'universo di Metal Gear.
7.8

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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