Recensione - Fe
Il Gioco
I ragazzi del team svedese Zoink! ci hanno sempre abituati al loro stile graffiante e sgangherato, condito da un umorismo demenziale che trasuda sin dalle fattezze e la caratterizzazione dei personaggi presenti nelle loro varie opere videoludiche. Ebbene, Fe prende volutamente le distanze dalle dissacranti avventure del passato composte per lo più da titoli di genere platform e buffi picchiaduro a scorrimento orizzontale, proponendoci un accorato e serioso inno alla natura.La nostra avventura in Fe inizia nei panni di una minuta e indifesa bestiola che si risveglia sperduta nella radura di un bosco sacro, teatro di un'invasione in piena regola da parte di inquietanti e corpulenti esseri bipedi con un occhio solo. Scopriremo presto che l'invasione aliena ha provocato ingenti danni al bosco, rendendolo un posto oscuro e silenzioso, violando e saccheggiando le varie specie animali che lo abitano. La stessa sorte è toccata anche al reggente del bosco, l'imponente albero sacro che regola l'armonia e scandisce i ritmi della vita dell'intero e complesso ecosistema presente nel gioco. Attraverso i primi incerti passi del piccolo protagonista, il cui aspetto ci ricorda un paffuto cucciolo di drago, cominceremo a familiarizzare con l'enorme ambiente circostante, pieno di percorsi e ricco di sporgenze apparentemente irraggiungibili.
In effetti il piccolo Fe all'inizio del gioco sarà davvero sprovveduto, essendo in grado soltanto di spiccare brevi salti, afferrare oggetti e, ultimo ma non meno importante, emettere una specie di verso di cui potremo controllare l'intensità e la melodia dosando la pressione sul grilletto destro del pad. Questa meccanica di gameplay è l'elemento fondante in Fe, e ne avremo conferma fin dalle prime battute di gioco, in cui ci troveremo a interagire con gli animaletti della foresta sopravvissuti all'invasione aliena, utilizzando il nostro verso come una portante modulabile per poterci sincronizzare con il loro richiamo. Una volta trovata la giusta sincronia vocale con l'animaletto di turno, ne diventeremo alleati e potremo sfruttare così la sua innata dote, che ci permetterà di attivare speciali piante e fiori al fine di superare barriere presenti nello scenario e risolvere piccoli puzzle ambientali. Ad esempio gli uccellini saranno in grado di aprire determinati baccelli da cui attingere a speciali bacche esplosive, i caprioli possono attivare dei fiori che generano una corrente ascensionale, mentre i facoceri potranno liberarci il cammino sbarrato dai funghi.
MX Video - Fe
I cuccioli delle varie specie presenti in Fe sono sempre ben felici di fare la nostra amicizia, correndoci incontro e deliziandoci con i loro versi e evoluzioni, mentre gli adulti sono più restii a darci udienza e ci faranno capire che dovremo faticare un po' di più per conquistarci la loro fiducia. Per approfittare dei loro servigi saremo in genere chiamati a risolvere una situazione particolarmente spinosa, che nella maggior parte dei casi comprenderà la liberazione di un animale sacro dalle grinfie degli alieni invasori. Ed è qui che Fe esplode in tutta la sua bellezza visiva e sonora, ponendoci di fronte a mastodontiche divinità animalesche da salvare, come la gigantesca alce o l'immenso bruco.
Sulle prime, esplorando il mondo aperto di Fe non avremo ben chiara la nostra missione, non essendo presenti né tutorial, né tantomeno dialoghi a schermo: l'intero impianto narrativo del gioco si erge infatti sull'utilizzo delle onomatopee che appaiono a schermo durante l'interazione con la fauna e la flora del posto e su incisioni rupestri presenti sulle pareti rocciose. In particolare, attraverso questi dipinti e mediante i ricordi custoditi in determinati scrigni, riusciremo a far luce sulla tragica sorte che è toccata alla maggior parte di esseri viventi che popolano l'ecosistema: alcuni di essi catturati o uccisi, mentre altri resi schiavi e tramutati loro malgrado in creature corrotte e malvage. Le doti comunicative del piccolo protagonista saranno quindi alla base dell'esperienza e ci permetteranno di acquisire nuove capacità, come ad esempio scalare gli alberi o planare, cavalcare creature alate o bestie sotterranee per effettuare spostamenti all'interno della grande mappa di gioco. Parte di queste doti verranno acquisite in automatico portando a termine le varie quest che ci chiederanno di liberare i giganteschi animali sacri di cui sopra, mentre le rimanenti, del tutto facoltative per poter portare a termine l'avventura, potremo guadagnarcele collezionando le numerose gemme sparse all'interno del mondo di gioco. L'apprendimento di tutti e sei i richiami del protagonista sarà necessario sia per poter esplorare l'intero ecosistema, composto da nove zone differenti, che per scovare tutte le gemme, cosa non fattibile prima di essere giunti alle ultime fasi di gioco.
Ogni zona presente nella mappa è caratterizzata in modo originale, con peculiari tonalità di pastello e un clima specifico. In ogni zona troviamo poi determinate razze animali, non tutte pacifiche o disponibili ad averci intorno come gli orsi, ma che potremo comunque utilizzare a nostro vantaggio come armi offensive contro i nemici invasori attraverso il lancio di esche e sfoltire così le minacce di troppo. E proprio parlando di minacce, è impossibile non menzionare l'ennesima meccanica di gameplay su cui Fe si fonda: lo stealth. Per quanto sia solo abbozzata, la presenza di questa meccanica è l'unica arma di cui dispone il piccolo protagonista. Infatti gli energumeni meccanici che invadono la mappa di gioco sono troppo forti per lui, ed essere raggiunti dal loro raggio paralizzante significa il game over, per cui nascondersi tra i cespugli memorizzando i percorsi di ronda di queste malvage sentinelle e sgattaiolare inosservati è l'unico modo per avere salva la pelle. Sotto questo aspetto tuttavia il titolo non è affatto punitivo e decide deliberatamente di tenere bassa l'asticella della difficoltà al fine di privilegiare l'esplorazione e prevenire eventuali frustrazioni dovute al trial and error, complice anche un fin troppo generoso impianto di salvataggi automatici piuttosto frequenti, che permettono rapidi respawn in caso di decesso. Nel complesso questa accessibilità si rivela anche un bene, in quanto la telecamera di gioco spesso tende a incastrarsi e il sistema di controllo non è sempre dei più reattivi.
Se da una parte Fe ci cattura con il suo bellissimo comparto estetico stiloso, minimalista e perfettamente coerente alla tipologia di avventura proposta, dall'altra ci lascia un po' interdetti per via del suo modo di raccontare la trama, decisamente troppo frammentato e per certi versi lacunoso e sconclusionato, anche una volta arrivati al compimento delle 5 o 6 ore della durata del gioco. Un neo questo che pesa fin troppo negativamente sul grande lavoro artistico svolto dagli Zoink!, in particolare sull'ambientazione evocativa, la caratterizzazione dei personaggi e sulla piacevole meccanica di gioco basata sui vocalizzi della creatura protagonista. Tutti elementi che purtroppo non trovano una tangibile collocazione all'interno del contesto perché privati di un racconto narrativo organico e lineare, che forse sarebbe risultato meno originale di quello proposto in Fe, ma quantomeno più comprensibile e utile a dare giustizia ad un'opera così accattivante.
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