Recensione - Prince of Persia: I Due Troni
di
Domenico Rodà / Nico_89
P
Le origini...
Sarebbe utile, prima, ricordare brevemente come si sono svolti i fatti nel corso dei due precedenti capitoli, anche a vantaggio di chi non li ha mai giocati entrambi; tutto ha inizio quando il sovrano di Persia subisce i tradimenti orditigli da un gruppo di cospiratori, capeggiati da un anziano ma potente Visir. In suo favore interviene però il figlio il quale, dopo una serie di loschi avvicendamenti, sprigiona per errore le famigerate "sabbie del tempo". Il sovrano allora muore ed il suo unico erede al trono, ossia il principe, deve lottare contro le forze del male per riconquistare il legittimo potere. Una volta però riportata la pace nel regno con la conclusione del primo episodio, tutto svanisce nel suo seguito, con il risveglio di un misterioso demone che tenta di uccidere il principe per una questione fin da subito sottovalutata: lo smisurato utilizzo del potere delle sabbie. Venutosi a scontrare con la malvagia creatura di cui sopra, il nostro eroe riesce però ad avere la meglio e, risolta anche questa situazione, ritorna in patria accompagnato da una principessa di nome Kaileena, sperando magari in un meritato riposo ma...
...dell’inferno!
No, non intendo l’Inferno di Dante ma quello che si viene a creare con l’inizio de "I due Troni". La storia di questo terzo ed ultimo capitolo della saga di Prince of Persia ha inizio con un bellissimo filmato in computer grafica, il quale ci mostra lo sbarco del protagonista e della principessa Kaileena a Babilonia, a bordo di un piccolo vascello. Entrambi però si accorgono che non sono solo i raggi del sole ad illuminare la città, ma anche l’esplosione di un terribile incendio! Distrutta ed invasa dalle fiamme, in città una caotica folla di abitanti terrorizzati si disperde per le strade o rimane vittima del rogo. A questo punto, anche il vascello viene colpito e danneggiato e sia Kaileena che il Principe svengono. Una volta trascinati sulla spiaggia delle coste limitrofe la città, quest’ultimo si accorge che l’amica non si trova più accanto a lui; un gruppo di guerrieri sicuramente al servizio del malvagio Visir, l’ ha rapita! Inoltre, nel tentativo di capire cosa stesse accadendo, il nostro eroe si accorge di esser diventato un estraneo nel proprio paese, non più riconosciuto come il legittimo erede al trono.
Nel frattempo un altro grave problema affligge il Principe; egli infatti, inizia a sentire delle strane voci che gli parlano nella testa, come se fosse proprio la sua stessa anima a volergli svelare una misteriosa verità! Ebbene, tali voci provengono dal suo alter-ego malvagio, un essere che pian piano cerca di sopraffare la parte benevola e che provoca nel principe profondi mutamenti fisici e mentali. Difatti, sopraggiunge in lui una totale confusione, un vero e proprio desiderio di scoprire e sprigionare al tempo stesso la creatura che si cela nel suo animo. Ecco perché nell’introduzione citavo "Beowulf". Sarà nostro dovere dunque, riuscire ad eliminare una volta per tutte la costante minaccia del malvagio visir, citato poc’anzi, e sconfiggere il male che da un po’ di tempo invade l’esistenza del Principe. Ovviamente non posso dirvi altro, perché vi priverei della sorpresa e del gusto di giocarci. La trama risulta comunque piuttosto articolata e il fatto di poter usufruire anche della parte malvagia del Principe ci permette di conoscere in tutte le sue sfaccettature questo misterioso personaggio e di giocare l’avventura con una duplice chiave d’interpretazione.
Un corpo, due anime!
Giungiamo finalmente a quell’aspetto che, come avrete probabilmente intuito in precedenza, rappresenta forse l’evoluzione più importante di tutta la saga del Principe di Persia. Di solito, dal seguito di un qualsiasi gioco ci si aspetta sempre un ulteriore miglioramento a livello globale e, come spesso accade, gli sviluppatori riescono in quest’intento. A volte però, si rischia che tutto quello che vi era di buono nel primo episodio, venga totalmente stravolto o addirittura perso nel sequel! E in parte, tale morbo non ha visibilmente intaccato la saga di Prince of Persia anzi, con quest’ ultimo capitolo penso siano stati colmati alcuni dei problemi che avevano un po’ penalizzato il secondo episodio"Spirito Guerriero". Al primo approccio si ha quasi l’impressione di ritrovarsi lo stesso gioco fra le mani, ad eccezion fatta per le ambientazioni. Man mano che si prosegue nel gioco invece, ci si accorge che qualcosa è sostanzialmente cambiato...ma cosa? Bene, anche se con il Principe le movenze e le varie mosse sono rimaste praticamente inalterate così come i comandi di gioco, è lo stile che si è semplicemente evoluto! Ora ad esempio, uccidere i nemici in fase stealth è divenuta un’azione davvero originale poiché si agisce con una visuale di tipo pseudo-cinematografica nel momento in cui avviene lo "sgozzamento", con tanto di interazione in tempo reale dell’evento; inoltre, le varie ed impossibili acrobazie aeree, tipiche di tutta la serie, risultano ora molto più fluide e realistiche, al contrario di quanto si poteva riscontrare nei precedenti titoli ove queste apparivano un po’ troppo legnose e poco legate alla coordinazione dei movimenti del personaggio.
La vera evoluzione nel gameplay è stata raggiunta con l’inserimento della figura malvagia del principe; con essa infatti, l’azione diventa meno stealth e l’approccio con i comandi di gioco si dimostra addirittura più semplice ed intuitivo rispetto alla sua controparte umana. Questa sorta di nemesi è un demone dai capelli folti e neri, un’armatura nera e dai grandi poteri. Per poter attivare questa creatura "dark" è necessario assorbire il fuoco che troveremo sparso (non da subito) per le ambientazioni, mentre per ritornare nelle sembianze umane del principe basta servirsi dell’elemento contrario: l’acqua.
Tanto per citare un esempio per quel che riguarda la giocabilità, vi descrivo una circostanza in cui, calandoci con il principe da un muretto, sarà possibile sorprendere il nemico sottostante con una pugnalata e nello stesso tempo eliminarne un altro utilizzando il primo pugnale come mezzo di rotazione; il tutto lo possiamo compiere con molteplici combinazioni di tasti quali X, Y ed A. Bene, in una situazione analoga ma con l’alter-ego oscuro sarà invece possibile disarmare il nemico e poi strozzare sia lui che il secondo con le due micidiali armi di cui la creatura è dotata, premendo semplicemente due volte sia Y che X. Con la continua pressione del tasto B invece, si è in grado di effettuare un devastante vortice attorno a noi con entrambe le armi. Queste armi consistono in due lunghe catene infilzate nella pelle stessa delprotagonista, aventi come maglie piccole lame taglienti ed aventi alle estremità due grandi lame affilate e letali. Insomma, grazie alla duplice personalità del nostro Principe, abbiamo la possibilità di affrontare una stessa situazione in modi praticamente differenti: sia in fase stealth sia in stile puramente action. Altra notevole evoluzione consiste nel fatto che lo scenario di gioco non è più suddiviso in livelli verticali come nei precedenti capitoli, ma in un unico e vasto ambiente; questo ha permesso l' implementazione della capacità di spostarci attraverso lo scenario mediante delle bighe, ossia dei carri a cavallo tipici dell’epoca. Grazie ad essi, ci si può muovere via terra molto più velocemente e, quando necessario, scontrarci con altri nemici alla guida di medesimi mezzi. C’è infine da dire che l’utilizzo delle sabbie del tempo è rimasto pressoché invariato: sarà sempre effettuabile il ritorno indietro nel tempo per rimediare degli errori che altrimenti, risulterebbero fatali.
Il Principe non cambia abito...
Nel senso che il comparto tecnico non ha subito, a differenza del gameplay, una particolare evoluzione. I dettagli delle textures risultano nel complesso di buona fattura ma le superfici degli oggetti, principalmente gli abiti dei personaggi, appaiono sempre piatte e prive di animazione. Come annunciato in precedenza, il livelli sono strutturati in orizzontale e per questo gli sviluppatori hanno reso davvero bene l’idea di profondità e vastità delle ambientazioni. I colori sono inoltre abbastanza accesi e spiccano principalmente varie sfumature di rosso, arancione e bianco. Ultima nota positiva da appuntare è costituita dalla realizzazione del sistema d’illuminazione; come ben sappiamo, Ubisoft ci ha sempre abituati ad una dinamicità della luce molto realistica, ed anche in questo Prince of Persia: I due Troni tale sistema è stato ulteriormente migliorato.
Per quanto concerne il sonoro, il doppiaggio è perfettamente localizzato in italiano, così come i menu. La voce femminile narrante rende benissimo l’idea di un gioco in puro stile adventure e crea la giusta atmosfera, con elementi tipici di un racconto epico! Per concludere, il gioco è suddiviso in una ventina di livelli e possiede una longevità che si assesta nella media, ormai divenuta standard nella maggior parte dei titoli appartenenti a questo genere. Per accrescere il fattore rigiocabilità, sono state aggiunte le cosiddette "sabbie d’oro" che ci consentono di acquistare filmati inerenti al gioco, disegni ed altri bonus extra; sono peraltro disponibili i classici tre livelli di difficoltà: facile, normale e difficile. Preparatevi ad uccidere!
Con questo terzo ed ultimo seguito (ma sarà davvero l'ultimo? ndr) dell’ormai antica saga del Principe di Persia, Ubisoft ha cercato di legare il genere action/stealth ad una massiccia componente adventure. Va quindi apprezzato tale sforzo, anche se l’obiettivo non è stato raggiunto pienamente e chi si aspettava una vera innovazione potrebbe rimanerne deluso. Consiglio comunque l’acquisto a tutti coloro che hanno ancora voglia di divertirsi e passare ore e ore di gioco spensierato con la nostra amata Xbox! 8.4
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