Recensione - Okami HD
Il Gioco
Il Giappone e le sue mille leggende. Per lo Shintoismo, l’origine del mondo (che coincide con l’origine del Giappone) ebbe inizio quando il dio Izanagi, con la sorella Izanami, mescolò con una lancia la massa informe della Terra fino a farla coagulare: dalle gocce che si formarono sulla punta della lancia nacquero le principali isole giapponesi. Non pensate che questa visione sia magnifica? E sapevate che la religione shintoista venera ben otto milioni di icone sacre (benigne e maligne) dette Kami, e che tra queste, sono tredici le divinità più conosciute? Ora provate a pensare alla moltitudine di leggende ispirate ad una così vasta iconografia, e immaginate di riporle tutte in una scatola, dopodiché mescolate bene e cominciate a pescarne alcune casualmente concatenandole tra loro. Il risultato che potreste ottenere è proprio Okami HD, il capolavoro creato dalla mente del visionario autore di titoli come Resident Evil e Devil May Cry, Hideki Kamiya, nell'ormai lontano 2006. Dopo il suo esordio su PS2, Okami ha fatto la sua comparsa anche sulle successive macchine Sony e su Nintendo Wii, fino ad approdare finalmente anche su Xbox One ed Xbox One X con la sua ultima e migliore incarnazione rimasterizzata, pronta a sfoggiare tutta la sua meraviglia grafica anche in 4K sulla console più recente.Prima di tessere le doverose lodi del comparto artistico del gioco, vale però la pena spendere alcune parole sulla sua trama, indubbiamente fuori dagli schemi. Durante il lunghissimo prologo introduttivo, Okami HD ci narra delle gesta di Nagi, leggendario maestro di spada che in tempi antichi ebbe il coraggio di affrontare il malvagio drago a otto teste Orochi, nel tentativo di porre fine alla sua egemonia sui villaggi delle terre di Nippon, costretti a sacrificare annualmente giovani vergini per placare l’ira dell’oscuro demonio. L'impresa del prode Nagi, che si era perdutamente innamorato proprio di una delle martiri di un piccolo villaggio tra le montagne, gli costò la vita e la stessa sorte toccò anche alla magnifica lupa Shiranui, animale sacro protettore di Nippon, accorsa per dare man forte al samurai. Ma la dipartita dei due eroi dopo l'estenuante battaglia contro Orochi non fu vana, e il drago a otto teste fu sigillato nelle profondità della Caverna della Luna, al di sotto di una pesante roccia su cui Nagi in punto di morte conficcò la sua infallibile spada.
A distanza di cento anni da quel giorno, la minaccia di Orochi sembra destinata a tornare più potente che mai per mano di un avventore che libera il demonio dalla sua prigionia, credendolo solo una stupida leggenda. Così il malvagio dragone, una volta liberato, infesta le rigogliose e coloratissime terre circostanti, facendole sprofondare in un desolante e invivibile inferno monocromatico in cui piante, frutti e corsi d'acqua vengono ridotti a poco più che liquami marcescenti. Ma la natura non si arrende e qui entra in gioco Sakuya, divinità benevola della natura, che invoca l'aiuto di uno dei tredici Kami citati all'inizio dell'articolo, la dea del sole Amaterasu. La dea prende così le sembianze della statua commemorativa della lupa Shiranui che assieme a Nagi salvò il Giappone, e da qui inizia la sua (e la nostra) epopea per sconfiggere di nuovo il perfido Orochi.
MX Video - Okami HD
Non siamo però da soli ad affrontare quello che si prospetta come un lungo viaggio: veniamo infatti affiancati per tutta la durata del titolo dal piccolo Issun, una sorta di esserino simile ad un insetto armato di una spada minuscola e smargiasso come pochi. Oltre a corteggiare bellissime donne e a farsi strada nei loro kimono sfruttando le sue piccole dimensioni, Issun ci introduce alla pittura giapponese ed allo Shodō, l’antica arte calligrafica che siamo chiamati a padroneggiare attraverso un pennello magico, il Celestial Brush, richiamabile a piacimento durante il gioco. Il piccolo Issun ci confida che il pennello magico conferisce incredibili poteri a chi lo sa utilizzare, come ad esempio ricostruire oggetti distrutti, creare dal nulla fiamme e corsi d’acqua e padroneggiare gli elementi della natura. All’inizio della nostra avventura sapremo utilizzare a malapena il pennello magico, e per migliorare dovremo trovare tutti gli altri Kami simili alla dea Amaterasu, in grado di tramandarci le loro personali tecniche pittoriche. Tali tecniche ci torneranno utili per depurare le regioni e i villaggi della grande mappa di Nippon dalla depressione generata dall’influsso di Orochi.
Ogni Kami che riusciremo a scovare ci conferirà una speciale tecnica che utilizzeremo per vari fini, alcuni puramente esplorativi come ad esempio le tecniche della divinità felina Kabegami che ci permetterà di scalare pareti verticali, o quella del pesce volante Nuregami che potrà farci evocare dei geyser in grado di spegnere incendi. Non mancheranno neppure tecniche offensive, come quella del roditore spadaccino Tachigami che ci istruirà nell’affettare oggetti disegnando linee orizzontali con il pennello, o la peculiare tecnica del cinghiale Bakugami, attraverso la quale faremo esplodere gigantesche bombe carta per fronteggiare gli immancabili seguaci di Orochi, creature animalesche possedute dal drago maligno. Possiamo incontrare questi nemici più o meno casualmente durante il nostro girovagare: alcuni ci vengono segnalati mediante la presenza di un sigillo svolazzante, mentre altre battaglie avvengono casualmente, in puro stile jrpg. E proprio su questa falsa riga, Okami HD gode anche di tutta una serie di potenziamenti acquistabili spendendo i punti esperienza guadagnati in battaglia o portando a termine le numerose missioni secondarie che ci vedono aiutare abitanti del villaggio in crisi per via della carestia di Orochi. Le nostre commissioni ci faranno guadagnare anche dei punti divinazione, utili ad affermare il nostro ruolo di dea benevola e che ci daranno modo di poter fronteggiare Orochi una volta padroneggiate al meglio tutte le tecniche del pennello magico.
A stemperare l’eccessiva seriosità di Okami HD non mancano siparietti umoristici e dissacranti in puro stile giapponese, per lo più generati dal satiro Issun che per la sua deprecabile condotta verrà spesso addentato da Amaterasu, così come scene a dir poco spassose in cui la dea lupesca perderà completamente il contegno assecondando i suoi istinti animaleschi rincorrendo o giocando con altre divinità bestiali o addirittura concedendosi un lavaggio delle proprie parti intime come fosse un cagnolino, tra lo sgomento e l’imbarazzo generale dei presenti.
Passiamo ora a parlare di quello che è forse il maggior protagonista di Okami HD, ossia il suo comparto artistico. Definirlo sontuoso sarebbe riduttivo, grazie ad una grafica pittorica che ci fa vivere il gioco come se fosse un immenso dipinto giapponese in movimento. Ogni elemento del gioco è perfettamente concepito per figurare all’interno di quella che sembra un’enorme pergamena animata, sulle prime desolata e povera di colore, ma che esplode in un bailamme di coloratissime tinte vivaci ogni qualvolta depuriamo un’area dall’oppressione di Orochi. Una gioia per gli occhi, ma anche per le orecchie, visto che la colonna sonora del gioco è di ottima fattura. Peccato che si faccia sentire per lo più in punti cruciali e che il suo impiego all’interno dell’avventura risulti fin troppo parsimonioso.
Prima di lanciarvi a capofitto sul tasto “compra subito”, sappiate che però Okami HD rimane comunque il remaster di un titolo giapponese risalente al 2006, e come tale si porta dietro alcuni aspetti invecchiati non troppo bene, come il ritmo narrativo, eccessivamente lento soprattutto durante la prima ora di gioco in cui gli spiegoni regnano sovrani, ed il sistema di salvataggi manuali vincolati ad alcuni specchi magici che troveremo qua e là nella mappa. Inoltre, se come me siete grandi fan dell’utilissima funzione standby della console che vi concede di spegnerla per poi ricominciare dal punto in cui eravate rimasti, sappiate che Okami HD non la supporta, per cui dovrete avere cura di salvare manualmente di volta in volta per non perdere preziosi progressi. A dirla tutta le perplessità non finiscono qui, perché in questa remastered Capcom avrebbe potuto e dovuto sforzarsi un pochino nell’inserire sottotitoli in italiano (presenti invece in inglese) o almeno rendere più gradevole quella sorta di borbottio isterico e insopportabile che emettono i personaggi con i quali interagiremo. Fortunatamente però le lagne che sostituiscono i dialoghi dei personaggi non giocanti sono disattivabili dal menu opzioni.
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