Recensione - Wolfenstein II: The New Colossus
di
Diego M. Martini / pipco
P
Il Gioco
Le vicende di titolo Wolfenstein II: The New Colossus partono esattamente dalla fine del precedente episodio, Wolfenstein: The New Order. Siamo nel 1961 e, dopo lo scontro con il folle scienziato tedesco Deathshead, B.J. Blazkowicz viene recuperato molto malconcio dal gruppo della resistenza che si muove sul sommergibile nucleare "Martello di Eva". L'America è occupata dai nazisti da ormai 14 anni, e la strada per la liberazione è ancora lunga: B.J. dovrà cercare di organizzare con i membri della resistenza una seconda Rivoluzione Americana per liberare gli USA dagli invasori e, soprattutto, sconfiggere il nuovo supercattivo che incarna l’ideologia nazista, la psicopatica e sadica Frau Engel.Il gioco inizia con un lungo filmato che riassume tutti gli eventi del precedente episodio, facendoci rivivere anche il passaggio di The New Order in cui, prigionieri di Deathshead, dovemmo scegliere chi lui avrebbe ucciso trai i nostri due amici, Fergus o Wyatt. Analogamente ad allora ci verrà riproposta questa scelta morale, che influenzerà la storia del gioco cambiando sia l'arma a nostra disposizione che la dinamica del gruppo. A seconda di chi avremo deciso di condannare e salvare, inoltre, le conversazioni saranno completamente diverse, cambieranno le sequenze d'intermezzo e la trama avrà una differente evoluzione. Insomma, anche qui MachineGames ci propone un bivio che ci fornisce uno spunto di rigiocabilità. Presa questa decisione-flashback è il momento di agganciarci finalmente alla nuova storia, e ci viene quindi mostrato l’intervento chirurgico che riesce a salvare B.J. dopo il devastante scontro con Deathshead, costringendolo però sulla sedia a rotelle. Ed è proprio in queste condizioni che inizia l'azione per il nostro eroe, ancora in convalescenza sul lettino dell'infermeria quando il sottomarino viene attaccato ed abbordato dai nazisti, costringendolo a combatterli sulla sedia a rotelle. Ma, hey, è di B.J. che parliamo, ed un paio di rotelle non lo frenano certo dall'essere la mortale macchina stermina-crucchi che conosciamo bene, portandolo addirittura alla fine della missione a trasformarsi in una ancor più letale macchina da guerra grazie all'antico esoscheletro Da'at Yichud indossato dal capo della resistenza, Caroline Becker, nel precedente episodio.
Il sommergibile Martello di Eva non compare peraltro solo in questa prima missione: in quanto quartier generale della resistenza, diventa infatti il nostro hub di gioco, dove facciamo ritorno dopo ogni missione e popolato dai nostri amici del passato inclusa la nostra compagna Anya in dolce attesa, Set, Caroline e molti altri. Il sommergibile è il punto dove potremo tirare il fiato tra una missione frenetica e la successiva e vale sicuramente la pena di prendersi un po’ di tempo in questo luogo, esplorandolo e parlando con i nostri compagni per scoprire segreti o affrontare missioni secondarie nelle quali trovare collezionabili, ottenere kit di potenziamento o gadget speciali.
MX Video - Wolfenstein II: The New Colossus
Il gameplay del titolo ricalca completamente quello del precedente episodo, con alcune rifiniture molto piacevoli. Una volta che ci saremo liberati della sedia a rotelle conquistando l'esoscheletro, potremo controllare B.J. alternando i classici movimenti d’attacco diretto con una modalità di copertura che ci permetterà di sparare sporgendoci dai ripari; inoltre le classiche sezioni lineari in strutture al chiuso si alternano ad altre in vaste aree all’aperto dove abbiamo maggior libertà potendo anche usare tattiche stealth per uccidere i nemici, in modo da evitare il più possibile l’attivazione degli allarmi. Per muoverci più facilmente nei differenti livelli abbiamo a disposizione una mappa richiamabile dal menu che ci segnala diversi punti di interesse oltre all'obiettivo di ogni missione. L’area sulla mappa si rivela man mano che procediamo ma, come da tradizione, in ogni livello abbiamo la possibilità di trovare la mappa completa che ce la rivela tutta subito.
Salute e corazza sono come sempre i due valori che dovremo tenere d’occhio per evitare di cadere sotto i colpi nemici: mentre, per ciò che concerne l’armatura, il suo livello sarà alto e crescerà in funzione di ciò che troveremo, diminuendo solo sotto i colpi dei nemici, per quanto riguarda la salute fino ad almeno metà del gioco il livello massimo sarà 50. Certo, potremo aumentarlo raccogliendo pacchetti salute che troveremo in giro, ma il loro effetto sarà temporaneo, decrescerà velocemente e questo significa che, il più delle volte, affronteremo i nemici a corto di salute. Ad ogni modo qualora vi troviate a morire troppo spesso, o al contrario sentiate che il gioco non offre un sufficiente livello di sfida, è possibile in ogni momento cambiare il livello di difficoltà nelle impostazioni, scegliendolo tra i ben sei disponibili ai quali si aggiungerà il difficilissimo “Mein Leben!” una volta terminato il gioco.
L'arsenale a disposizione di B.J. è come sempre più che all'altezza dei nemici che incontrerà, con un vasto insieme di strumenti di morte che gli sviluppatori hanno recentemente dettagliato. Grande novità, a tal proposito, è rappresentata dalla nuova ascia che va a sostituire il coltello del precedente capitolo. La ragione di questa sostituzione è presto detta: scegliere un’ascia significa uccisioni più brutali, e i ragazzi di MachineGames hanno deciso di usarla per implementare una variante della “Glory Kill” dell’ultimo DOOM. Così la nostra nuova arma potrà essere lanciata sino ad una decina di metri per uccidere silenziosamente i nemici ma, soprattutto, la potremo utilizzare per uccisioni epiche istantanee. Basterà avvicinarsi acquattati all’obiettivo e, premendo lo stick analogico destro, attiveremo una cruentissima sequenza di smembramento che cambierà ogni volta non solo in funzione della nostra posizione, ma anche a seconda del nemico. Altra gradita novità è una intelligente modifica al fucile Laser. Come molti ricorderanno, quest'arma serviva anche per tagliare le grate, e questo doveva essere fatto con precisione per creare un buco della giusta dimensione per farci passare. Tutto ok in una situazione tranquilla, ma quando si doveva fuggire da un attacco nemico spesso la frenesia comprometteva la precisione e si finiva per morire. Ora dimenticatevi tutto questo: basta un semplice colpo di grilletto destro e la grata si scioglie liberandoci il passaggio.
Non mi dilungo sulle tante armi che maneggerete, né sui loro look futuristici dall'estetica retro anni ’40. Mi preme invece parlare del loro sistema di potenziamento, tramite dei kit di potenziamento che si applicano richiamando il menu del gioco. Ogni arma ha tre possibili opzioni che possano aumentarne potenza, precisione, e caricatore, o altre caratteristiche più specifiche. Una volta trovato un kit, lo si installa e si ritorna nella mischia con la nostra arma potenziata. Rapido, facile ed efficace. In Wolfenstein II: The New Colossus torna inoltre la possibilità di impugnare due armi contemporaneamente, ma in questo episodio potranno essere anche armi diverse tra loro.
Analogamente ai potenziamenti delle armi, possiamo ora migliorare anche le caratteristiche fisiche di B.J.: queste vanno sotto il nome di Talenti e modificano la furtività, il caos e la tattica. In questo caso non c’è quasi nulla da raccogliere, ma molto da fare per raggiungere obiettivi statistici di gioco. Le nostre azioni furtive, le nostre uccisioni, l’uso di materiali particolari e così via vengono infatti tutti conteggiati, facendo scattare delle ricompense che ci elargiranno i relativi potenziamenti. Non manca anche un sistema di collezionabili, i Codici Enigma ottenibili uccidendo i comandanti nazisti che quando entreremo in possesso della Macchina Enigma, ci serviranno per sbloccare le missioni “Ubercommander” zeppe di gustose sorprese.
Troviamo poi carte, giocattoli, oro e dischi, tutti collezionabili che aumentano le statistiche finali della nostra partita che a loro volta contribuiranno a sbloccare la modalità Mein Lebel in cui, se si muore, si deve ripartire dall'inizio e va fatta in un’unica sessione di gioco perché i salvataggi automatici e manuali sono disabilitati.
Come per le armi, non c’è necessità di dilungarsi in descrizione particolari sui nemici. A parte i soldati umani, che sono prettamente carne da macello, tutti gli altri sono varianti di soldati con inserti meccanici, robot o fastidiosi droni che consiglio di eliminare non appena possibile. Anche gli scenari e i luoghi del gioco presentano una grande varietà, con scenari che ricordano quelli di Rage, Metro e Bioshock, tutti magnificamente realizzati grazie al motore id Tech 6. Tecnicamente il lavoro svolto è solidissimo e non presenta né particolari problemi grafici, né importanti cadute prestazionali.
Sorprendentemente Wolfenstein II: The New Colossus risulta abbastanza impegnativo anche a livelli di difficoltà più bassa, soprattutto a causa del livello medio di salute con cui saremo costretti a muoverci per gran parte del gioco. Complicato quindi dare una media generale di durata per questo nuovo capitolo senza considerare il livello di difficoltà, il tempo speso nelle missioni secondarie ma, soprattutto, il tempo che dedicheremo alla ricerca dei kit di potenziamento sparsi nelle mappe. Con un mix di quanto appena detto e scegliendo la difficoltà “Fatevi Sotto!”, aspettatevi comunque giocare dalle 15 alle 20 ore. E, qualora ve lo steste chiedendo, Wolfenstein II: The New Colossus è un'esperienza squisitamente single player: nessun comparto multigiocatore presente.
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