Recensione - Cuphead
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Cuphead non è certo un gioco che passa inosservato: già quando fu mostrato per la prima volta alla conferenza Microsoft dell'E3 2014 riuscì a catturare immediatamente l'attenzione dei giocatori grazie alla splendida grafica interamente disegnata a mano, con uno stile ormai perso nei tempi come quello dei cartoon anni '30, che vide nascere pietre miliari dell'animazione dove accadevano cose contro ogni senso e logica con oggetti animati che accompagnavano strambi personaggi. E' proprio a questi strampalati cartoni che il titolo di StudioMDHR si ispira, mostrandoci come sia possibile utilizzare tecniche d'animazione di quasi 100 anni fa in un moderno videogioco.Ma Cuphead non è solo figlio degli anni '30: nel viaggio che lo ha portato sulle nostre console, il titolo si è fermato a fare un tuffo tra gli action-platformer a scorrimento degli anni '80 e '90, assorbendo il più possibile dai titoli run'n'gun più tosti come Contra, Mega Man e Ghosts & Ghouls, e soffermandosi maggiormente sulle boss battles. Al tempo del primo annuncio, infatti, il gioco doveva essere composto unicamente da una sequenza di combattimenti contro stravaganti boss, ma nel corso dello sviluppo gli autori hanno deciso di ampliarlo con l'aggiunta di sezioni platform e diverse novità, anche se i boss sarebbero comunque rimasti il punto focale dell'esperienza di gioco. Ed eccolo quindi presentarsi sulle nostre console mettendoci ai comandi del piccolo Cuphead, un agguerrito omino dalla testa di tazza con tanto di cannuccia e liquido (latte?) strabordante, accompagnato dal fratellino Mugman qualora si decida di giocare in cooperativa locale (assente invece quella online).
La trama della storia è tanto semplice quanto spassosa, e ci viene narrata in pochi secondi all'inizio del gioco tramite le pagine di un libro illustrato: i due fratellini Cuphead e Mugman vivono spensierati nell'isola di Inkwell, quando un giorno si allontanano dalla loro casa imbattendosi in un casinò. Entrati all'interno iniziano a giocare a dadi vincendo partita dopo partita, finché non si presenta il proprietario del locale - il Diavolo in persona - con una proposta allettante: un solo altro tiro, e se vincono avranno in premio tutte le ricchezze del casinò, ma se perdono dovranno cedere le proprie anime. Ovviamente i due accettano, ed altrettanto ovviamente il tiro successivo va male ottenendo una coppia di 1. Le due tazzine iniziano quindi a pregare il Diavolo di non rubare le loro anime, e lui gli propone di riscattarle combattendo tutti i suoi debitori in fuga per riscattare le loro anime. Inizia così l'avventura di Cuphead alla ricerca di tutti i debitori del Diavolo, ossia i boss che incontreremo nel gioco, per sconfiggerli uno dopo l'altro.
MX Video - Cuphead
Il gioco è strutturato su una serie di mondi da sbloccare uno dopo l'altro, ognuno dei quali costituito da una mappa isometrica esplorabile liberamente e nella quale troviamo tanti personaggi buffi e particolari che possono darci consigli utili o semplicemente narrare la loro storia, oltre a diversi livelli da superare suddivisi in tre categorie: livelli run'n'gun (ossia platform a scorrimento), santuari e boss. I livelli platform non sono molti, ma la loro utilità è innegabile perché ci permettono di racimolare preziose monete con le quali potremo poi acquistare potenziamenti di vari tipi. Questi livelli sono anche i migliori per padroneggiare le meccaniche alla base del gioco che ci vedono saltare, sparare colpi infiniti in 8 direzioni e fare schivate aeree per coprire maggiori distanze; una caratteristica unica di Cuphead rispetto ad altri platform games è inoltre il "parry", una parata eseguibile premendo al momento giusto il tasto del salto su specifici oggetti o colpi di colore rosa che ci può salvare dalle situazioni più intricate. I comandi sono quindi pochi e semplici, ma vanno usati al meglio perché i nemici e i pericoli sono numerosi, e ognuno di questi livelli ne offre di diversi tipi con meccaniche radicalmente differenti tra un livello e l'altro. Ognuno di questi livelli va affrontato di base con 3 vite per giocatore, anche se giocando in co-op possiamo resuscitare il compagno morto per farlo tornare in gioco ed aumentare le chance di completamento del livello. Come accennato, in questi livelli troviamo delle monete, 5 in ognuno con alcune abbastanza toste da prendere, spendibili in appositi negozi per ottenere nuovi tipi di sparo ma anche potenziamenti di salute e attacchi speciali attivabili una volta che si è caricata un'apposita barra.
Ci sono poi i santuari, dove dobbiamo superare delle sfide particolari seguendo regole molto specifiche: evito di anticiparvi quello che questi livelli vi offriranno, ma vi rivelerò che sono delle sfide brevi che mettono in gioco meccaniche molto specifiche, utili quindi anche per padroneggiare mosse particolari. La ricompensa in questi livelli di solito è lo sblocco di nuovi poteri da utilizzare. Ma il piatto forte di Cuphead sono i boss, che vanno a costituire i due terzi dell'esperienza complessiva di gioco.
Ogni boss e livello è radicalmente diverso da tutti gli altri, e richiede tattiche diverse per essere affrontato. Il gameplay di base con cui affrontarli è sempre quello action-platform descritto finora, ma in alcuni boss si tramuta in uno shoot'em up a scorrimento con i protagonisti che saltano dentro un aereo per combattere boss volanti. Ognuno di questi bizzarri personaggi offre meccaniche totalmente differenti, con attacchi davvero diversificati. Alcuni livelli sono arene fisse, altri a scorrimento laterale, altri ancora procedono in verticale. Talvolta ci troviamo a schivare tanti proiettili come nel più difficile dei bullet hell shooters, altre volte ci troviamo a saltare e schivare in continuazione i boss stessi mentre li bombardiamo di colpi, mentre in altri ancora ci troviamo ad indietreggiare in maniera quasi codarda per poi sfruttare i pochi momenti di vulnerabilità del nemico. Ogni boss ha il suo modo di essere affrontato presentando inoltre diverse fasi dove può addirittura cambiare forma o chiamare in aiuto altri nemici. Anche qui le vite a disposizione sono solo 3 (a meno che non siano state aumentate all'emporio) e basta un colpo anche di striscio per perderle, quindi fare una brutta fine prima del tempo è molto facile.
Queste battaglie boss sono estremamente dinamiche, e diventano presto dei veri balletti: alcuni elementi sono parzialmente casuali, come l'ordine di alcune delle fasi dei boss, dei loro attacchi o il posizionamento di alcuni ostacoli, ma una volta capita la strategia con cui affrontare i vari pattern si tratta solo di mantenere la concentrazione e cercare di non fare errori. E non crediate che questo sia un compito facile, anzi: Cuphead richiede molta abilità e sangue freddo, ma fare errori è anche molto facile e, anche se un boss di per sé può durare pochi minuti, arrivare a batterlo vi potrà richiedere anche più di un'ora di tentativi. Il gameplay è però tarato in maniera perfetta così da non rendere mai frustrante il gioco, con ogni tentativo che ci spinge sempre un po' di più verso l'ambito traguardo; le hitbox e le meccaniche sono estremamente precise, ed ogni sconfitta ci insegna qualcosa di cui far tesoro nella run successiva. Battere i boss è difficile, ma non scoraggiano mai e la soddisfazione quando finalmente riusciamo a sconfiggerli è grandissima.
C'è comunque da dire che una componente di fortuna non manca in queste battaglie: alcune sezioni boss ci presentano alcuni pattern e attacchi in maniera casuale, quindi può capitare che in una partita vi capitino degli attacchi che siete meno abili a gestire, mentre in un'altra potreste trovarvi più a vostro agio. Questo inevitabilmente rende alcune sezioni un po' più dipendenti dalla fortuna, anche se comunque l'abilità del giocatore è sempre l'elemento più importante per uscire da qualsiasi situazione.
Battere i boss in sé non è l'unica cosa che conta: i circa trenta cattivoni presenti nel gioco, infatti, vanno sì sconfitti almeno una volta a difficoltà Normale per poter procedere (c'è anche una difficoltà Semplice che presenta boss fight più facili, ma non permette accedere alle fasi finali del gioco, quindi costringe poi a rigiocarle a Normale per poter arrivare alla fine), ma alla fine di ogni livello si ottiene anche una valutazione in base ai colpi subiti, al tempo impiegato e ai parry effettuati, aggiungendo un ulteriore elemento di sfida per i giocatori più tenaci. Finendo il gioco inoltre si può sbloccare la modalità difficile Esperto, mentre finendo ognuno dei 6 livelli platform senza sparare un solo colpo si otterrà in ricompensa un'inedita modalità in bianco e nero.
Come detto in precedenza, è possibile giocare in cooperativa, ma soltanto in locale. L'online è in valutazione dagli sviluppatori ma non sappiamo se e quando sarà realmente inserito. Il tutto vi richiederà comunque diverse ore per arrivare alla fine: giocando da solo, un giocatore discretamente abile con platformers e shoot'em up può metterci 6-8 ore ma c'è anche chi impiega più di un'ora a boss, alzando quindi di molto i tempi complessivi. Insomma, le soddisfazioni che Cuphead sa dare sono notevoli, ma dovrete sudarvele. Menzioniamo inoltre che il gioco si presenta completamente in inglese al lancio, anche se questo non penalizza molto l'esperienza; gli sviluppatori hanno comunque promesso l'imminente rilascio di altre lingue, anche se non sappiamo se l'Italiano sarà incluso.
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