Recensione - What Remains of Edith Finch
Il Gioco
Probabilmente in qualche antica biblioteca norvegese, all'interno di qualche tomo polveroso, è ancor oggi custodita la storia della famiglia Finch e la sua leggendaria iattura. Quella della stirpe dei Finch è infatti una vera e propria maledizione che si snoda attraverso mezzo millennio e vede i suoi membri morire in circostanze piuttosto singolari. Agli inizi del '900 il capofamiglia Odin tentò di spezzare questa catena senza fine, imbarcando ciò che restava della sua famiglia sulla sua nave-abitazione dalle coste norvegesi alla volta dello stato di Washington. Purtroppo la maledizione raggiunse anche lui, facendo naufragare l'imbarcazione, distruggendo così la sua amata abitazione e risparmiando solo sua figlia Edie, il marito Sven e la figlioletta Molly, che una volta approdati sulle coste di Orcas Island costruirono una nuova enorme casa per contenere tutti i futuri membri della sfortunata famiglia.I trascorsi dei Finch sono travagliati e si perdono nella notte dei tempi per la giovane Edith, la protagonista di What Remains of Edith Finch che andiamo a impersonare attraverso una visuale in prima persona. I ricordi della ragazza relativi ai suoi parenti sono fumosi, come echi distanti che si rincorrono nella foresta che Edith si trova ad attraversare per giungere nella vallata in cui svetta l'enorme magione costruita dalla sua bisnonna Edie e suo marito nel 1937. Casa Finch è un gigante addormentato di legno e acciaio abbarbicato su un piccolo colle, che riposa le sue imponenti membra da quasi un secolo. Una bizzarra costruzione che ramifica i suoi alloggi fino al cielo come fosse un castello stregato ormai desueto. Anche la diciassettenne Edith, come tutti i Finch, ha abitato nella dimora di famiglia, ma poi ha dovuto abbandonare il nido quando era ancora una bimba per trasferirsi altrove con sua madre Dawn. Durante il viaggio per raggiungere la magione i ricordi della ragazza riaffioreranno pian piano e potremo ascoltare i suoi piccoli monologhi attraverso la sua gradevole voce-pensiero. Saremo anche in grado di leggerli mediante la manifestazione di righe di testo scritte e tradotte in italiano che compariranno di volta in volta in modo contestuale all'ambiente circostante, posandosi sulle superfici e sulle pareti per poi dissolversi lentamente. I ricordi di Edith si faranno sempre più intensi nel momento in cui entreremo in casa e cominceremo a interagire con gli elementi ambientali e con i piccoli oggetti di vita quotidiana appartenuti alla ragazza o ai suoi parenti defunti, introducendo delle indolenti fasi esplorative come se stessimo perlustrando la superficie di un pianeta alieno.
MX Video - What Remains of Edith Finch
Casa Finch è immobile, desolata e immersa in un silenzio innaturale, come fosse incastonata tra il presente e un tempo remoto ormai dimenticato. Eppure gli echi della vita che la popolava sono ancora presenti e marcati: ogni oggetto o libro impolverato posato sugli scaffali, ogni mobile, suppellettile e persino gli avanzi ormai ammuffiti dell'ultima cena consumata frettolosamente prima del trasferimento di Edith sembrano dei portali temporali utili a rivivere i momenti di bimba passati nella casa. Uno degli elementi più surreali che caratterizzano la magione Finch è la piombatura di tutte le camere da letto, appartenute ai membri della famiglia deceduti durante gli anni. Edie è stata una guerriera, nonché l'unico membro dell'intera famiglia Finch che è riuscito a raggiungere la veneranda età di 93 anni, ma il dolore che ha vissuto durante tutta la sua lunga vita è stato intenso. L'aver perso prima i suoi genitori, aver dovuto poi seppellire i suoi figli e buona parte dei nipoti è stata una dura prova, tanto ardua da farle decidere di conservare i ricordi dei suoi cari defunti all'interno delle loro camere da letto come fossero delle capsule del tempo, sigillandole dall'esterno e rendendole accessibili solo alla vista tramite appositi spioncini montati sulle porte. Ma casa Finch non è una casa come tutte le altre e Sven, il suo costruttore, morto anch'egli in circostanze stravaganti mentre lavorava in giardino a uno scivolo ad acqua a forma di drago (da qui l'espressione “nonno Sven è stato ucciso da un drago”) ha dotato l'intera casa di passaggi segreti e intercapedini celate. Questi passaggi svelano percorsi alternativi utili a raggiungere gli ambienti sigillati, proprio come prevedeva il progetto originale della casa ideata dal geniale antenato Odin, naufragata sulle coste di Orcas Island. Ed è proprio questo il nostro scopo nei panni di Edith: riuscire a ripercorrere il fiume di ricordi a ritroso per conoscere meglio i membri della famiglia e fare luce sulle cause della loro dipartita o della loro sparizione, come nel caso di Milton, fratello maggiore di Edith, scomparso e mai più ritrovato quando la protagonista era ancora una bimba.
Il sistema di controllo di What Remains of Edith Finch è piuttosto semplice da padroneggiare, infatti non possiamo fare altro che camminare e interagire con gli elementi dello scenario che presentano delle icone luminose nelle loro vicinanze. Combinando il dorsale destro del pad alla levetta direzionale sinistra o destra possiamo muovere le mani della protagonista per assecondare i suoi movimenti durante l'apertura di cassetti, porte, botole o il suo diario personale in cui è raffigurato l'intero albero genealogico della famiglia Finch, attraverso graziosi schizzi a matita disegnati da Edith. Il sistema di controllo diventa però più complesso nel momento in cui riusciamo a guadagnarci l'accesso all'interno dei singoli alloggi dei parenti della ragazza utilizzando i numerosi passaggi segreti presenti nella casa, potendo così curiosare tra gli effetti personali dei suoi cari deceduti e di avere accesso ai loro diari, ai taccuini o alle loro ultime volontà, che ci faranno prendere parte ad alcuni minigiochi, dandoci la possibilità di ascoltare i loro pensieri e di vivere le loro ultime vicissitudini prima del trapasso.
In questi frangenti What Remains of Edith Finch sfoggia una cifra stilistica e un'originalità davvero fuori dal comune, proponendoci svariate tipologie di situazioni in cui saremo chiamati a svolgere azioni sempre diverse. Si va ad esempio dallo scattare fotografie durante una battuta di caccia di suo nonno, morto per via di una rovinosa caduta da un dirupo, a far volare un aquilone durante una tromba d'aria che ha visto morire lo zio Gus, fino ad arrivare a sezioni decisamente più surreali o oniriche in cui rivivremo gli incubi d'infanzia della prozia Molly deceduta in circostanze misteriose, la lucida follia del fratello Lewis, sociopatico morto suicida, convinto di essere il sovrano di un regno fantastico, o gli ultimi istanti della breve vita di zio Gregory, tragicamente annegato nella vasca durante un bagnetto quando era ancora in fasce.
Ciò che colpisce di queste ricostruzioni è il loro essere scanzonate e, per certi versi, delle esperienze visive e sonore bellissime, quasi come fossero carezze rassicuranti di un parente defunto che tiene a farci sapere che il peggio è passato e ora è in pace con il mondo. Una sensazione poco descrivibile a parole, ma che riesce a raccontare momenti tragici con una delicatezza e per certi versi con una gioia assolutamente non comuni. Durante queste sezioni, What Remains of Edith Finch muta completamente la sua pelle di classico walking simulator dal ritmo cadenzato per condurci in mondi paralleli e onirici, talvolta angoscianti, altre volte fragorosi e coloratissimi, ma sempre ricreati in modo originale e con dovizia di particolari, in cui dovremo misurarci con piccole sfide sempre differenti l'una dall'altra dove la narrazione resta sempre l'elemento protagonista. Al termine di ogni singolo ricordo che rivivremo con gli occhi del nostro parente defunto saremo pervasi da una piacevole sensazione di pienezza e soddisfazione, che lascerà a Edith e a noi giocatori la consapevolezza di aver conosciuto, seppure in parte, la persona ricordata, di aver frugato legittimamente nella sua vita e nella sua intimità anche solo per poco tempo e averla richiamata alla memoria proprio come avrebbe voluto.
Alcuni momenti di What Remains of Edith Finch sono davvero alti dal punto di vista emotivo, complice soprattutto l'atmosfera delicata e rarefatta che pervade l'intera avventura della protagonista che, neanche a dirlo, sfocia in un epilogo intenso e strappalacrime. Il titolo è quindi adatto per lo più a chi conosce bene il genere e agli amanti delle esperienze videoludiche prettamente narrative dove non c'è molto da giocare ma c'è tanto da ascoltare e guardare. La sua immediatezza, la brevità di circa 2-3 ore e la localizzazione italiana lo rendono tuttavia un prodotto godibile anche da chi di videogiochi non mastica particolarmente e il suo stile cangiante, misto allo scanzonato approccio a tematiche tanto delicate, gli conferisce una leggerezza disattesa che in quanto a ritmo e originalità prende le distanze da altri prodotti similari.
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