Recensione - Black The Fall
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Ad un primo sguardo al look generale del gioco, Black The Fall non cela una delle sue principali ispirazioni, l'avventura di Playdead Inside, col quale condivide anche il genere: un platform game a scorrimento laterale con elementi puzzle e una componente narrativa dinamica molto presente, che sovrasta il platform duro e puro a favore di un gioco più riflessivo e vario nelle meccaniche, con gli enigmi che si alternano a sezioni stealth, a tempo e così via.Ma se come genere e struttura di gioco Black The Fall assomiglia al titolo di Playdead, narrativamente racconta una storia totalmente differente, affrontando il tema della caduta di una dittatura: in questo caso un oppressivo impero comunista. Il gioco viene dalla stessa Romania che ha vissuto l'oppressione di Ceaușescu, quindi non sorprende che i ragazzi di Sand Sailor Studio abbiano scelto questo tipo di ambientazione per narrare la loro storia. Nel gioco interpretiamo uno dei tanti schiavi del regime, costretto come tanti suoi compagni a fare un lavoro duro senza fiatare: azionare in sella ad una cyclette i meccanismi di una fabbrica che estrae lava dalle profondità della Terra, piena di telecamere e guardie pronte ad uccidere o imprigionare chi smette di pedalare o decide di dire qualcosa che non piaccia al regime. Simpatici.
I lavoratori sono anche soggetti ad un vero e proprio sistema di controllo mentale che li rende succubi alla volontà dei loro capi, indicato da una luce rossa presente sulle loro tute; ed è proprio così che il nostro protagonista riesce a liberarsi: per motivi non meglio specificati, un giorno la sua luce diventa bianca e, dopo aver finalmente ritrovato la sua coscienza, può finalmente tentare la fuga cercando magari di avviare una vera e propria rivoluzione. E, presto scoprirà, non è l'unico ad avere questi piani.
L'avventura parte quindi con questa premessa, immergendo il giocatore in una gran varietà di situazioni tra sezioni stealth dove evitare guardie e telecamere, aree platform da superare con velocità e precisione, parti urbane all'aperto, aree tecnologiche... un bel viaggio attraverso i diversi aspetti di una civiltà, il tutto però sotto il controllo ferreo di un impero che però, forse, ha i giorni contati. Giocando scopriamo infatti che molte zone sono fatiscenti, alcune aree della città sono in fiamme e la popolazione non sembra particolarmente nutrita: tutto l'opposto di quanto mostravano i video di propaganda del regime.
MX Video - Black The Fall
Poche sono le aree dove il gioco rivela essere un vero platform game 2.5D, e nelle quali ci viene richiesto di effettuare salti precisi ed aggrapparci ai bordi delle strutture; il più del tempo lo si passa affrontando situazioni di gioco particolari che ci vedono aggirare i nemici, cercare di oltrepassare le telecamere senza farci vedere o aprire passaggi apparentemente invalicabili. Insomma, tanti enigmi e situazioni stealth diverse che chiederanno al giocatore di reinventarsi capitolo dopo capitolo.
Una delle variazioni più intriganti del gameplay avviene quando il protagonista mette le mani su un interessante sistema laser, usato dai comunisti per controllare direttamente le azioni delle persone: puntando questo aggeggio infatti possiamo controllare le persone ancora sotto il gioco del regime per farci aiutare nei nostri compiti: un bizzarro scambio di ruoli dove la preda diventa il carnefice, ma stavolta a fin di bene, per liberarli. Controllarli per renderli liberi. Sarà davvero così?
La narrativa di Black The Fall avviene tutta visivamente e mai tramite dialoghi: le poche frasi che sentiremo sono in un finto russo incomprensibile usato sia dai civili che dai tiranni, mentre tutta la trama è raccontata attraverso scene animate o piccole informazioni che si possono carpire dai video di propaganda o dallo stato dei luoghi visitati. Per capire quindi le vicende e il senso di tante scelte artistiche bisognerà fare attenzione a tanti piccoli dettagli. La trama in sé è abbastanza lineare, ma chi ha pazienza e spirito di osservazione può scoprire tematiche davvero notevoli, con tanto di aspetti sociali, politici ed emotivi non di poco conto.
L'attenzione è premiata anche con diversi segreti, sparsi in punti non troppo nascosti ma che ad una prima occhiata potrebbero sfuggire. Anche in questo caso si tratta di elementi che permettono di capire meglio la lore del titolo. Senza puntare ai segreti il titolo è completabile tranquillamente in 3 ore circa: non è certo una durata spettacolare, ma d'altronde gli standard del genere sono questi, e con una narrativa così particolare e un gameplay tanto variegato è preferibile avere 3 ore di alta qualità che aggiungere altrettante ore di filler.
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