Recensione - Unit 4
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Il titolo di debutto di Gamera Interactive sembra proporre, ad uno sguardo superficiale, un look e un genere forse fin troppo abusati dal panorama indipendente, ma basta impugnare il controller e muovere i primi passi nel mondo di gioco per rendersi conto che è qualcosa di più del solito platformer 8-bit: un gameplay preciso, tattico e davvero tosto ci vede salvare una serie di pianeti dagli alieni malvagi di turno, mentre facciamo del nostro meglio per padroneggiare un'inedita meccanica di switch dei protagonisti.Il look colorato ad 8-bit con colonne sonore chiptune è infatti solo il contorno di un'idea di gioco abbastanza peculiare. Il gioco ci vede controllare quattro eroi, rappresentati da colori molto differenti tra loro, con la possibilità di passare dall'uno all'altro in qualunque momento, un po' come succede nelle modalità tag team dei picchiaduro. E similmente a quelle situazioni infatti, è proprio l'alternanza delle loro capacità a farla da padrona nel gameplay del titolo.
Tutti e quattro i personaggi possono correre e saltare in maniera simile, ma ognuno di loro ha anche un potere unico: il "protagonista" blu può sfruttare il doppio salto, il rosso può eseguire degli scatti a terra o a mezz'aria capaci anche di eliminare i nemici, il giallo può rendersi intangibile per attraversare le pareti ed infine il verde può utilizzare un rampino per aggrapparsi a superfici e piattaforme mobili. Nelle prime fasi del gioco che fungono da tutorial, è tutto abbastanza semplice: basta osservare il livello in cui ci troviamo, capire quale potere ci servirà per superarlo, passare al personaggio desiderato (in maniera istantanea tramite la pressione di uno dei bumper) e proseguire. Ma non avevamo detto che Unit 4 è gioco parecchio tosto? Eh già.
MX Video - Unit 4
Ben presto infatti diventa necessario alternare costantemente ed in tempo reale questi personaggi/poteri: usando un singolo personaggio, possiamo usare il suo potere solo una volta per salto, ma se dopo che abbiamo fatto la nostra mossa, a mezz'aria, passiamo ad un altro personaggio, possiamo concatenarne efficacemente i poteri. Ad esempio, un baratro è troppo largo ed il doppio salto non basta per attraversarlo? Bene, dopo il secondo salto basta passare velocemente al personaggio rosso che con il suo scatto ci farà percorrere lo spazio mancante. Idem se a metà di un salto incontriamo una parete, che possiamo attraversare passando al personaggio giallo, e magari una volta superata questa per arrivare dall'altra parte potremo passare al personaggio verde per agganciare il suo rampino ad una piattaforma che si muove sopra di noi.
E numerose sezioni del gioco richiedono un'accuratezza notevole, perché similmente a quanto visto nell'altro tostissimo platformer Super Meat Boy lo spazio per gli errori è pochissimo e basta un solo contatto errato con un ostacolo per causare la morte istantanea. I checkpoint sono fortunatamente piuttosto generosi, ma questo non vi impedirà di dover ripetere alcune sezioni anche dozzine di volte, magari con un bel calendario a portata di mano. Ed ai pericoli architettonici dei livelli come burroni, pareti e trappole ci si mettono anche un gran numero di nemici, alcuni dei quali eliminabili con scatti o saltandogli in testa ma altri invulnerabili e mortali al minimo contatto. E questo senza parlare dei boss che vi attendono alla fine di ogni mondo!
Per il resto aspettatevi tutti i trope classici dei platform games 2D: piattaforme mobili, grandi salti, ma anche esplorazione per raccogliere monete (e altri materiali lasciati dai nemici) che possono essere anche nascoste in punti segreti a malapena visibili che richiedono molta bravura ed ingegno per essere raggiunti. Per fortuna i checkpoint salvano anche tutte le monete guadagnate, quindi se non altro i Gamera ci hanno risparmiato le corse suicide alla Dark Souls per riprendersi il loot. I soldi ed oggetti guadagnati servono poi per poter fare spese di abbellimento alla nostra astronave, indispensabile per spostarci tra i pianeti da liberare dai cattivoni, ma anche per acquistare elementi cosmetici da applicare sui minuscoli e pixelosi personaggi.
Il gioco ci offre inoltre anche un ottimo supporto per il multiplayer, a partire dalla cooperativa locale a 4 giocatori dove, invece di alternare i poteri in tempo reale, ognuno dovrà svolgere compiti differenti a seconda del personaggio controllato. Troviamo poi anche tre simpatici minigiochi che donano al gioco un risvolto da party game, seppur non sia ovviamente questa la reale vocazione del titolo. Segnaliamo inoltre che, pur essendo una produzione italiana, Unit 4 è interamente in inglese; i testi sono comunque molto pochi e quindi il gioco si lascia godere senza problemi anche da chi non ha dimestichezza con la lingua.
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