Recensione - Enter the Gungeon
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Cosa fareste se esistesse un'arma in grado di uccidere il passato, in grado cioè di eliminare tutti i vostri errori passati? Redenzione istantanea, perdono divino garantito, tutte le malefatte del passato spazzate via. Nel mondo di Enter the Gungeon questa cosa esiste, nelle profondità di gungeon (gioco di parole che unisce "gun", arma da fuoco, e "dungeon") maledetti all'interno di un'antica piramide. Molti vorrebbero per sé questa fantomatica arma, quindi la concorrenza è spietata. Saremo in grado di sopravvivere a mille peripezie e mettere le mani su questo misterioso artefatto, là dove tanti altri hanno fallito?E' con questa premessa che gli statunitensi Dodge Roll ci buttano nelle spietate sfide di Enter the Gungeon. Dopo un rapido tutorial che ci spiega le basi del gameplay, siamo da soli contro orde di nemici in enormi dungeon. Da soli o al massimo in compagnia di un nostro amico in cooperativa locale. Il gioco è alla base un twin stick shooter con visuale dall'alto in stile 8-bit, anche se qui a differenza di Geometry Wars e compagnia bella il fuoco non è automatico e le varie armi vanno anche ricaricate.
La struttura del gioco, invece, ricalca praticamente esattamente quanto avrete già visto mille e una volta in giro per i migliori roguelike sul mercato, da Rogue Legacy fino a The Binding Of Isaac. Si passa di stanza in stanza (tutte generate casualmente) mentre affrontiamo i nemici, cercando di acquisire così anche soldi e loot per potenziarci. La salute è molto limitata, quindi dopo aver ucciso più nemici si rischia di dover ripartire da capo se si sbaglia qualcosa (ovviamente, come da tradizione roguelike, c'è il permadeath), ma il rischio è ricompensato, qualora sopravviviate, con premi utili per potenziarsi.
MX Video - Enter the Gungeon
A tal proposito in alcune stanze troviamo dei negozi dove spendere i soldi guadagnati faticosamente ammazzando i nemici, per acquistare ricariche per la vita, annientatori (le tipiche bombe da shoot'em up capaci di eliminare i nemici e proiettili circostanti), ma anche potenziamenti di ogni genere, utili per sopravvivere un po' più a lungo di quanto avreste fatto. E fidatevi, ne avrete bisogno, perché non scherzavo quando ho menzionato l'ispirazione dei bullet hell shooter.
Se i primi nemici sparano giusto qualche colpo a caso, dopo poche stanze inizierete infatti a trovare avversari più ostici, che invece di 2-3 proiettili a forma di cerchio (un classico del genere) ne sparano magari un'intera ondata. Schivare diventa quindi anche più importante che sparare, perché la nostra salute è spesso nettamente più bassa di quella di alcuni degli avversari che incontriamo nei livelli. Per non parlare dei boss: ogni run presenta 5 mondi generati casualmente, tutti con un boss finale. Questi mostri di "fine mondo" sono davvero, davvero tosti, mettendoci alla prova con pattern di proiettili fittissimi che non hanno nulla da invidiare ai cattivoni dei più classici Touhou, Dodonpachi o DeathSmiles.
Per fortuna anche il nostro arsenale muterà nel tempo, visto che possiamo acquisire una gran quantità di armi diverse tra loro. Si parte con una pistola dai colpi infiniti, ma ben presto si sbloccano fucili e mitra, fino ad arrivare a laser, arcobaleni e... pesci? Alcune armi molto rare ma estremamente potenti che fanno tantissimi danni, ma ovviamente i loro proiettili sono più difficili da trovare, quindi l'arsenale a nostra disposizione va usato con accortezza. E qualora la situazione diventi disperata, possiamo cavarcela con le già citate bombe, utili non solo contro le ondate di nemici ma anche per evitare le numerose trappole mortali.
Arrivare al boss finale del quinto mondo è un'impresa tosta: difficilmente ci riuscirete ai primi tentativi. Ma non è battendo il boss finale che finirete il gioco, tutt'altro: Enter the Gungeon ci propone infatti 4 classi con armi e abilità diverse, e dobbiamo sbloccare il finale di ciascuna di esse. Facendo così si sbloccano poi delle varianti di gioco e qualcos'altro che preferisco non anticiparvi, ma fidatevi quando vi dico che c'è molto da fare. Enter the Gungeon ha infine tutti i testi tradotti in italiano, mentre il pochissimo audio presente è in inglese sottotitolato in italiano.
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