Recensione - Mass Effect: Andromeda
Il Gioco
Più o meno nello stesso periodo in cui il comandante Shepard era alle prese con i Razziatori ed il Cerberus, le razze alleate agli umani sulla Cittadella volgevano lo sguardo al di fuori della Via Lattea per trovare nuovi mondi sui quali espandere le proprie civiltà. Nacque così l'Iniziativa Andromeda, che costruì quattro astronavi interstellari denominate "Arche", ognuna delle quali era predisposta per ospitare in sospensione criogenica 20.000 individui di una singola razza (umani, asari, turian e salarian); lo scopo di queste Arche era effettuare un viaggio di 600 anni alla volta della Galassia di Andromeda, più specificamente verso l'ammasso stellare Heleus nel quale erano stati identificati una serie di mondi abitabili, gli "Eden". Ogni Arca trasportava un Pioniere, un individuo particolarmente esperto ed abile che doveva essere rianimato per primo insieme a pochi altri per trovare un pianeta abitabile e far poi risvegliare finalmente il resto della popolazione. Al termine del loro lungo viaggio, le arche avrebbero dovuto trovare ad aspettarle la stazione spaziale Nexus, anch'essa partita alla volta del sistema Heleus con una popolazione mista di tutte le razze per fungere da centro operativo e diplomatico nell'attività di colonizzazione.Questo accadeva 600 anni fa: ci troviamo ora nella galassia di Andromeda e l'Arca degli umani, la Hyperion, è finalmente giunta a destinazione. Il gioco inizia facendoci scegliere tramite un editor il sesso e l'aspetto del/la protagonista, per poi vederlo risvegliare in una delle capsule di stasi della nave. Si tratta di uno dei due figli del Pioniere umano, Alec Ryder, e poco dopo il risveglio iniziano i guai: la Hyperion si sta avvicinando al primo mondo da esplorare, Habitat 7, quando urta una misteriosa ed enorme ragnatela spaziale. La nave riporta moderati danni, ma la capsula di nostra sorella/fratello risulta particolarmente danneggiata facendolo finire in una sorta di coma. Non abbiamo il tempo di razionalizzare l'accaduto che la voce di nostro padre, il Pioniere, ci chiama dall'interfono della nave: sta assemblando un team per sbarcare sul pianeta e scoprire la natura della ragnatela, ed ovviamente noi ne faremo parte.
Sul pianeta scopriamo la presenza di una razza aliena ostile, i Kett, ma entriamo anche in contatto con un inatteso mistero legato all'intero ammasso stellare di Heleus, che ci darà maggior determinazione per rendere i pianeti dell'area colonizzabili dalle razze dell'iniziativa. Purtroppo, però, durante la missione le cose non vanno per il verso giusto e per motivi che non vi rivelo ci troviamo nostro malgrado investiti del titolo di Pioniere: ora il destino della colonia umana è nelle nostre mani. Ma i problemi non finiscono qui: tornati sulla Hyperion riusciamo a raggiungere il Nexus, solo per scoprire che le altre Arche sono andate disperse e che questo ha provocato dei conflitti nell'equipaggio della stazione spaziale. Ora è tutto nelle nostre mani: in qualità dell'unico Pioniere dell'Iniziativa Andromeda, dobbiamo assicurare la sopravvivenza del progetto sia trovando dei mondi abitabili che combattendo la minaccia dei Kett. E' solo l'inizio dell'avventura.
Quello che vi ho appena raccontato accade più o meno nella prima ora di gioco di Mass Effect: Andromeda, ponendo le basi per tutte le avventure a venire in quella che è una struttura di gioco estremamente aperta. Una volta lasciata l'Arca Hyperion attraccata al Nexus, l'Iniziativa ci offre infatti un mezzo estremamente veloce per esplorare liberamente i sistemi dell'ammasso stellare: la Tempest, che ricopre lo stesso ruolo della Normandy nella trilogia originale. La nostra nuova astronave è liberamente esplorabile ed ospita i locali dei vari membri dell'equipaggio, con i quali possiamo interloquire per approfondire le relative storie; è presente inoltre una plancia di comando dalla quale possiamo accedere alla mappa galattica per esplorare i vari sistemi solari. Nella galassia di Andromeda non esistono i Portali Galattici che nei precedenti titoli ci permettevano di esplorare l'intera Via Lattea, quindi stavolta dovremo accontentarci delle capacità di viaggio sub-luce della nostra nave per esplorare i sistemi vicini tra loro, comunque estremamente numerosi. Stavolta però non ritroviamo il sistema di spostamento dell'astronave nella mappa galattica né la gestione del carburante presente in ME3. Qui tutto quel che dobbiamo fare per viaggiare tra un sistema e l'altro, così come per raggiungere i singoli pianeti, è selezionare la nostra destinazione; un'animazione ci mostrerà il salto nell'iperspazio o l'avvicinamento ai pianeti.
MX Video - Mass Effect: Andromeda
Come in passato, anche qui non tutti i pianeti sono visitabili: la maggior parte possono essere solo scansionati alla ricerca di risorse, mentre altri - quelli legati alla storia - sono esplorabili per condurre sia missioni principali che secondarie. E qui troviamo la prima grande differenza del gioco rispetto al passato: i pianeti sono molto più vasti e liberamente esplorabili rispetto al passato, con mappe molto estese ed una gran quantità di attività e missioni da svolgere, inclusi ovviamente gli incontri con i nemici (non necessariamente i Kett, visto che anche la fauna può essere ostile). Per questo motivo il gioco ci mette a disposizione il Nomad, un veicolo multi-terreno a sei ruote che ci permette di attraversare più velocemente le lande dei vari pianeti. Non solo velocemente, ma anche in sicurezza, visto che spesso i pianeti presentano condizioni estreme (freddo o caldo estremo, radiazioni ecc) che le nostre tute non possono bloccare per periodi prolungati, ma dalle quali il Nomad riesce a proteggerci. Dando uno sguardo alla mappa di ogni pianeta noterete aree molto estese, con le icone degli obiettivi di missione e specifici punti di atterraggio per delle capsule denominate Stazioni Avanzate che, una volta raggiunte, attivano dei punti di viaggio rapido e rifornimento munizioni. E' possibile inoltre incontrare insediamenti abitati sia da alieni locali che da ammutinati del Nexus che hanno deciso di tentare la fortuna al di fuori dell'Iniziativa, oltre a enormi strutture nelle quali si svolgeranno parti importanti della storia principale.
La storia del gioco procede quindi di pianeta in pianeta, con occasionali passaggi sul Nexus per parlare con vari personaggi, mentre cerchiamo di scoprire il mistero che si nasconde nel settore Heleus o proviamo a scoprire la posizione delle Arche disperse. Ovviamente è anche presente una gran quantità di missioni secondarie, che spaziano dalle (poche) più complesse "missioni lealtà" dei personaggi del nostro equipaggio a (molte) altre più semplici affidate da una miriade di personaggi secondari. Il tutto affiancato al sistema di dialoghi a scelta multipla al quale ci ha abituato la serie, rifinito stavolta per permetterci di reagire ad ogni situazione con diverse emozioni e senza il sistema di risposte positive/negative dei precedenti episodi. Ovviamente rimane la possibilità di stringere relazioni amorose con diversi personaggi, esplorandone le emozioni col sistema di dialoghi fino ad arrivare a scene più o meno esplicite a seconda dei casi.
Mass Effect: Andromeda include inoltre anche elementi di raccolta risorse e crafting: durante le nostre esplorazioni possiamo raccogliere numerosi materiali e minerali, che potremo poi rivendere presso vari negozi per acquistare armi e armature, oppure impiegarli nella costruzione di oggetti. Il gioco ci mette infatti a disposizione dei particolari terminali di "ricerca e sviluppo" dalla doppia funzionalità: nella sezione "ricerca" possiamo spendere degli appositi punti, guadagnati analizzando l'ambiente con uno scanner portatile, per ricercare nuovi progetti di creazione oggetti, mentre in "sviluppo" impieghiamo le risorse ed i minerali raccolti per costruire gli oggetti dei quali abbiamo i progetti. Possiamo persino occuparci della colonizzazione di alcuni dei pianeti esplorati, posizionandovi degli avamposti (generalmente dopo aver svolto determinate missioni) per poi svolgere tutta una serie di attività secondarie per migliorare la vivibilità del pianeta e favorire l'arrivo di sempre più coloni. Questo ci dà poi accesso a particolari rifornimenti di materiale o agevolazioni utili durante l'avventura.
Ma un ruolo molto importante nell'economia di gioco ce l'hanno ovviamente i combattimenti: questi si presentano come un'evoluzione di quelli visti nel precedente episodio della serie, completando la trasformazione in TPS puro del sistema di combattimento. Ritroviamo infatti la possibilità di indicare ai due compagni in missione con noi (selezionabili da un gruppo di sei) dove posizionarsi o chi attaccare, ma non è più possibile decidere quali poteri o armi fargli utilizzare, rendendoli di fatto completamente autonomi nel combattimento; durante l'azione non dobbiamo far altro che preoccuparci di combattere e di dare occasionali indicazioni ai compagni, mentre sfruttiamo il buon sistema di copertura per proteggerci dagli spari nemici. I combattimenti risultano piuttosto dinamici, con nemici di vario tipo che cercano di aggirarci e prenderci anche da dietro, costringendoci a non stazionare troppo a lungo nella stessa area; a difficoltà normale possono risultare già piuttosto impegnativi, ma per chi preferisce sfide più ardue (o anche chi preferisce concentrarsi sull'avventura ed avere combattimenti più facili) è possibile in ogni momento cambiare il livello di difficoltà. Ovviamente ritroviamo anche la possibilità di utilizzare vari poteri, sia biotici (se siete nuovi di Mass Effect, immaginate di essere dei Jedi con la possibilità di attirare a voi, far levitare, scagliare e colpire i nemici) che di altro tipo, con la possibilità di creare anche combinazioni letali degli stessi.
Tutti i poteri e le varie abilità, sia nostri che dei nostri compagni, vanno sbloccati e potenziati man mano che procediamo nel gioco utilizzando i punti esperienza accumulati; per chi ha poca pazienza il gioco offre anche una funzione di auto-avanzamento distribuendo automaticamente i punti, ma ovviamente avrete più soddisfazioni decidendo quali abilità attivare e potenziare. Da questo punto di vista, peraltro, il gioco offre molta più libertà che in passato: non solo sulla Tempest è possibile sfruttare un apposito terminale per riassegnare tutti i punti, permettendoci così di sperimentare abilità molto diverse tra loro nel corso della stessa run, ma BioWare ha introdotto anche un sistema di "classi variabili", i Profili, che ci permette di cambiare in ogni momento la nostra classe accedendo così a diversi set di bonus. I Profili non sono tutti disponibili da subito, ma si sbloccano man mano che spendiamo punti nelle relative abilità (ad esempio, per accedere al profilo soldato è necessario spendere un po' di punti in abilità di combattimento).
Arrivare al termine della storia - cosa che vi permetterà comunque di continuare ad esplorare mondi e completare missioni - potrà tenervi occupati dalle 15 ore, se vi dedicate esclusivamente alla storia principale e tenete la difficoltà medio-bassa, fino ad oltre le 30-40 ore se volete esplorare tutte le missioni secondarie, le attività di raccolta informazioni ed aumentate la difficoltà per prolungare maggiormente i combattimenti. A questo aggiungiamo anche la presenza di un comparto multigiocatore co-op che ci permette di prendere parte con altri giocatori a missioni ad obiettivi su apposite mappe, caratterizzate dalla ripetizione di ondate di nemici sempre più forti durante le quali abbiamo ogni volta obiettivi diversi: difendere una posizione, catturare dei punti strategici, uccidere semplicemente tutti e così via.
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