Recensione - FlatOut 4: Total Insanity
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Quando uscirono i primi capitoli di FlatOut, il mondo dei giochi di corse era fondamentalmente suddiviso in due categorie. I giochi di guida più "seri", a partire dai più accessibili Forza Motorsport fino ai più estremi rFactor, dove si puntava tutto su guida, fisica e feeling realistici. L'altra tipologia erano i giochi di guida arcade alla Need for Speed e Burnout: piste esaltanti, velocità folli, sportellate a volontà, distruzione massima con una facilità di guida impressionante. Ma FlatOut di BugBear si proponeva come un'alternativa totalmente differente: la guida arcade fu accompagnata da macchine molto pesanti, le piste erano tortuose con salti e dislivelli mettendo a dura prova le sospensioni, ma soprattutto ogni arena era piena di oggetti distruttibili o che comunque soggetti ad una realistica simulazione fisica. Parliamo di pneumatici, pali, vetrine, tronchi di legno, tutti elementi che se urtati avrebbero reagito realisticamente saltando, rotolando ed invadendo il circuito diventando un ostacolo per gli altri piloti. Era addirittura possibile distruggere staccionate o recinti per aprirsi nuove scorciatoie, per non parlare degli schianti che prevedevano addirittura il rischio per il pilota di volare fuori dal parabrezza.Kylotonn sembra avere la consapevolezza di cosa rese FlatOut una piccola gemma unica nel suo genere, e questo risulta evidente sin dalle prime gare "classiche" che possiamo fare in FlatOut 4: Total Insanity, con vecchi bolidi arrugginiti e potenziati in piste tortuose tra foreste, deserti, laghi ghiacciati o zone urbane e rigorosamente piene di ostacoli. Il modello di guida ricorda moltissimo il secondo capitolo della saga e Ultimate Carnage: la base arcade si unisce a delle macchine dalla forte massa che sentono molto i dislivelli dell'asfalto, rischiando a ogni curva di ribaltarsi se si entra troppo forti. E buttate il fair play fuori dalla finestra: la strategia migliore per battere gli avversari è schiantarli, speronarli, guidarli contro un muro. Funziona, garantito!
Magari starete pensando: basta essere bravi e veloci, guidare pulito e si va a vincere facilmente, no? In FlatOut non è mai stato così. C'è infatti un sistema di nitro che premia la guida rischiosa visto che per guadagnarlo dobbiamo urtare gli avversari o distruggere lo scenario, e guidare senza di esso senza è un modo perfetto per farsi superare facilmente, vista la differenza di velocità che può dare. Ovviamente prendersi questi rischi può comportare dei fuoripista, dei ribaltamenti o enormi perdite di tempo: dovrete essere aggressivi ma non farvi prendere dalla foga, perché basta prendere un cordolo con troppa veemenza per volare fuori dal percorso e perdere tempo prezioso.
MX Video - FlatOut 4: Total Insanity
Procedendo nella modalità primaria di FlatOut, la Carriera, sono distribuiti dei premi in denaro alla fine di ogni coppa (consistente in gruppi di 3-6 gare); per ogni gara inoltre vengono dati premi aggiuntivi per il giro più veloce, il pilota più rissoso, chi ha maggiormente distrutto lo scenario e così via, nonché un ulteriore premio in denaro per ogni scontro con un altro pilota in base all'intensità. Accumulare soldi serve per potenziare la propria macchina in ogni area, dal cambio alla scocca, nonché comprare vetture più potenti per farcela nelle sfide più ostiche. Se nelle gare classiche solitamente può bastare l'abilità, nelle sfide speciali che si sbloccano arrivando sul podio nelle coppe serve ben altro.
Qui dobbiamo infatti affrontare sfide a tempo senza nitro e dove spesso il margine di errore è ridottissimo, quindi oltre a guidare con abilità serve avere anche un bolide ben potenziato, oppure dei veri e propri destruction derby dove oltre ad arrivare vivi alla fine conta anche distruggere più avversari possibile, o ancora delle gare classiche con la variante power-up, dove possiamo usare armi come dinamite magnetica, onda d'urto o mine esplosive. Anche queste sfide fanno guadagnare denaro, ma sono opzionali ai fini della Carriera: vedetele come delle prove per i più esperti, visto che qui spesso la difficoltà si alza molto.
FlatOut è sempre stato noto anche per i minigiochi, e questo capitolo della saga non è certo da meno. Anche qui troviamo delle macchine "da circo" che devono affrontare numerosi giochi all'interno di un'arena piena di spettatori. Qui lo scopo non è guidare bene o sconfiggere i nemici, ma far volare il pilota angolando il "tiro" in base all'obbiettivo datoci: far volare il pilota più in alto possibile, abbattere un castello fatto di giganteschi blocchi di legno stile Angry Birds e molto altro ancora. Qui oltre a puntare ai punteggi più alti per le ricompense maggiori potrete vedere anche gli sfidanti di tutto il mondo per capire quanto potete ancora migliorare.
Questi minigiochi arricchiscono la seconda modalità principale del gioco per quel che riguarda il single player, che si chiama, in maniera molto poco fantasiosa, FlatOut. Qui invece di gare classiche dobbiamo affrontare una serie di eventi con lo scopo di superare determinati punteggi. OItre ai folli minigiochi già menzionati troviamo qui anche dei destruction derby con l'aggiunta di power-up o delle gare dove si fanno punti distruggendo gli altri piloti o lo scenario. Qui non conta più battere gli avversari ma solo i punti, che vanno poi a determinare la medaglia ottenuta.
Naturalmente è tutto più divertente giocando contro amici e nemici in giro per il globo, e FlatOut 4: Total Insanity offre numerose opzioni per quel che riguarda il multiplayer. E' possibile affrontare ogni modalità, ogni pista, e modificare numerose opzioni per personalizzare l'esperienza - come ad esempio cambiare il livello di danni o aumentare il nitro, nonché cambiare il numero di giri o abilitare solo macchine specifiche. Manca purtroppo lo split screen per giocare in locale, ma per chi ha amici in casa è possibile giocare a turno ai numerosi minigiochi, dove ci si alterna con un controller singolo alla ricerca dei punteggi più alti.
Graficamente FlatOut 4: Total Insanity risulta abbastanza datato, assomigliando più ai titoli della scorsa generazione che questa, ma per contro il framerate risulta molto stabile anche quando la distruzione si fa notevole, con l'unico vero "pugno nell'occhio" rappresentato da un eccessivo aliasing eccessivo sugli oggetti in lontananza. Degna di nota anche la colonna sonora, che anche questa volta propone brani rock, punk e metal abbastanza potenti ed orecchiabili, memorabili e soprattutto atmosferici che ben si intonano con la distruzione di FlatOut. Sono presenti anche diverse band emergenti molto promettenti come i Beartooth e i Five Knives. Infine, capitolo localizzazione: FlatOut 4: Total Insanity è interamente tradotto in italiano, e gode di una traduzione di livello egregio.
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