Recensione - How to Survive 2
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Qualora non abbiate giocato al primo capitolo della saga di EKO Software, poco male: How to Survive 2 si propone infatti come un nuovo inizio, ambientato in un'area diversa dal primo gioco e con ben pochi collegamenti di trama al titolo precedente. Il genere rimane invece lo stesso: un action-RPG con visuale isometrica dall'alto (pensate ai classici Diablo, Dungeon Siege o Neverwinter Nights), tanti nemici non-morti da eliminare, loot a palate ed un personaggio tanto personalizzabile nel look quanto migliorabile man mano con abilità ed armi di ogni genere. Il tutto con una componente survival che ci vede gestire fame e sete per non morire.Tutto questo avviene in un mondo di gioco simil-open world: l'avventura inizia nel bunker di un certo Kovac, che dopo qualche favore personale ci lascerà entrare, ed è attorno a quest'area che si svolgerà buona parte del gioco. Qui infatti possiamo accettare quest di ogni genere e addirittura costruire una base con tanto di forzieri per tenere gli oggetti, armerie per creare e potenziare armamenti o addirittura torri o muri per respingere le ondate di zombi che popolano il mondo di gioco. Dovremo poi esplorarlo tutto questo mondo, perché in giro troveremo vari personaggi che hanno bisogno del nostro aiuto sotto forma di missioni. Queste si svolgono in città, strade, foreste e paludi che sono in realtà una serie di dungeon isolati dal resto del mondo di gioco, ognuno con il proprio set di nemici e oggetti che possono essere raccolti, nonché obiettivi secondari che premiano l'esplorazione invece della corsa sfrenata all'obiettivo finale.
MX Video - How to Survive 2
Oltre agli oggetti indispensabili per rimanere in vita come cibi, bevande, pozioni ed erbe curative, noi stessi possiamo crearci elementi nuovi combinando i numerosi ingredienti reperibili in giro per il mondo. Qui entra in gioco l'ottimo sistema di crafting del titolo, che ci permette di creare armi speciali come mazze chiodate o addirittura dei mitra, passando per costruzioni in legno, trappole, esche e davvero tanti oggetti diversi. Molti di questi possono poi essere equipaggiati per dotare il nostro personaggio di statistiche migliorate: ad esempio armature, uno zaino e persino un compagno "volante" come un uccellino o un drone, capace di accorrere in nostro aiuto.
Eliminare i nemici e completare le quest offre poi una gran quantità di XP, incrementabili qualora decidiate di alzare il livello di difficoltà delle missioni affrontate. Questi ci servono per salire di livello, decidendo ad ogni passo quali aspetto del nostro personaggio migliorare spendendo i punti nelle caratteristiche che riteniamo più opportune. Gli XP possono inoltre essere utilizzati anche per potenziare il nostro campo base, ed il livello che questo raggiunge determina il livello degli zombi nel mondo di gioco. Anche qui quindi è possibile regolarsi per crearsi il proprio livello di difficoltà ideale, potendo così correre rischi maggiori per ottenere premi più grandi, o semplicemente godersi la (poca) trama senza rischiare la morte che, comunque, comporta una perdita di XP.
Tra quest secondarie ed un mondo di gioco piuttosto ampio How to Survive 2 ci mette a disposizione dozzine d'ore di gioco potenziale, ma il gameplay piuttosto ripetitivo potrebbe venire a noia dopo un po'. Niente paura però: tutto il gioco è affrontabile in cooperativa fino a 4 persone sia in locale che online, dove potrete unirvi ai mondi di altri giocatori o crearne uno in qualunque momento. Potrete addirittura scegliere di creare mondi diversi con basi e livelli totalmente differenti tra loro, per alternare così sfide e strategie e build dei vostri personaggi. Ho provato per ore la cooperativa e, a parte qualche occasionale momento di lag o rare disconnessioni risulta, essere un'esperienza solida, divertente, ed anche personalizzabile con l'aggiunta del fuoco amico per chi non disdegnasse un po' di competizione tra i giocatori. Il gioco si propone anche con una localizzazione italiana, anche se solo per testi e sottotitoli, peraltro con diversi errori di battitura o traduzioni troppo letterali, ma nulla che rovini l'esperienza finale.
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