Recensione - For Honor
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
La premessa di For Honor è piuttosto semplice: da mille anni infuria una guerra eterna tra vichinghi, cavalieri e samurai, le cui cause scatenanti sono ormai perse nel tempo. Ciò che conta è che la guerra è più accesa che mai, e i combattenti di ciascuna fazione si trovano a lottare giorno dopo giorno per l'onore e per la conquista di nuovi territori. Il tutto calato in un titolo d'azione in terza persona, principalmente multigiocatore ma che ci propone anche una campagna in singolo, che miscela elementi hack 'n' slash, soulslike e picchiaduro. Se il gioco non perde tempo a dare troppe spiegazioni nonostante una spettacolare cutscene iniziale, non lo faremo nemmeno noi: e vediamo subito la base del gioco, ossia i combattimenti.Si parte dal nostro guerriero: il gioco ci permette di sceglierlo tra ben 12 classi, 4 per fazione, ognuna con caratteristiche diverse. Troviamo le classi pesanti e lente che però fanno molti danni e possono proiettare lontano i nemici, alcune più smilze che risultano velocissime ma meno letali, altre ancora dotate di armi lunghe capaci di colpire anche dalla distanza così via; in comune hanno tutte i combattimenti rigorosamente in corpo a corpo e il gameplay di base. Questo è composto da due tipi d'attacco principali: uno pesante ma lento e uno leggero ma veloce, alternabili anche in combo specifiche per ogni classe. A differenza di tanti giochi d'azione, però, i due tipi d'attacco non sono semplicemente legati alla pressione dei relativi pulsanti ma For Honor ci mette a disposizione un complesso e tattico sistema di combattimento "a tre direzioni" che tramite l'analogico sinistro ci permette di sferrare i colpi da destra, sinistra o dall'alto. E quando non siamo noi ad attaccare ma il nostro avversario, lo stesso vale per le parate, che per essere efficaci devono essere posizionate nella stessa direzione dalla quale crediamo siano in arrivo i colpi. Il tutto si trasforma quindi in un balletto di colpi che ci vede alternarci ai nostri avversari in colpi e parate ma anche contrattacchi, spinte per spezzare la guardia e perfino la possibilità di proiettare il nemico di turno.
Dal genere soulslike, ossia quello dei titoli alla Dark Souls, For Honor eredita il peso dei personaggi e delle loro mosse, che non risultano mai veloci e incredibili come in un Devil May Cry, ma risultano sempre avere una massa ed un momento estremamente credibili. Ed anche la stamina, ossia la resistenza fisica, fa la sua parte: ogni mossa infatti brucia della stamina, ed esaurirla significa finire senza fiato per diversi secondi. In questi momenti siamo estremamente vulnerabili: le parate ci danneggiano maggiormente, gli attacchi sono lentissimi... insomma, meglio la fuga momentanea finché non ci si riprende. Da questo avrete capito che il titolo Ubisoft non è il classico action game o picchiaduro in cui spammare il nemico di attacchi random, ma bisogna ragionare con cura ogni mossa: come in un sistema scacchistico, ogni mossa ha la sua contromossa, e se giocherete contro un avversario di spessore finirete per passare lunghi secondi a "ballare" prima di mettere a segno un colpo.
MX Video - For Honor
Se i combattimenti sono il cuore di For Honor, altrettanto importante è l'infrastruttura che supporta il tutto, ossia le numerose modalità di gioco a partre da quelle più classiche come Duello (1v1) e Mischia (2v2), affrontabili sia contro giocatori in giro per il mondo che contro i bot. Qui bisogna sopraffare gli avversari attraverso un massimo di 5 round, in combattimenti che spaziano in aree di ogni genere. Le mappe ci offrono peraltro diverse possibilità da sfruttare a nostro vantaggio: possiamo ad esempio spingere l'avversario in un burrone, nel fuoco, in un geyser e così via. Forse poco onorevole, ma tant'è, risulta molto efficace. In queste modalità non c'è spazio per scappare e le aree per combattere sono molto ridotte, ma almeno qualora si combatta 2 contro 2 è solitamente possibile rianimare il compagno deceduto se si fa in tempo, quindi non basta eliminare gli avversari, bisogna anche accertarsi che non tornino in vita. Nessun potenziamento o power-up in questo caso: solo botte e tattica, tutto puro e duro.
Per chi vuole invece puntare alla guerra massiccia, ci sono altre modalità. La più notevole è sicuramente Dominio, nella quale dobbiamo conquistare 3 aree mentre eliminiamo gli avversari per fare racimolare più punti, ma rispetto alle due modalità già menzionate troviamo molti elementi aggiuntivi. Per prima cosa, oltre ai giocatori amici e nemici c'è anche la presenza di miriadi di soldati "minori" gestiti dal gioco stesso, simili ai minion dei MOBA, che invadono il campo di battaglia come enormi eserciti e che servono per fare punti in più; le sfide vere rimangono ovviamente quelle contro gli altri giocatori. Qui troviamo anche un sistema simil-killstreak, dove fare tanti punti senza morire ci permette di azionare alcuni poteri (personalizzabili), che variano dal recupero di salute al potenziamento dei propri compagni passando per catapulte in grado di danneggiare i nemici.
Troviamo regole simili anche nelle modalità di tipo Deathmatch: c'è Eliminazione, una via di mezzo tra i duelli e Dominio, con arene enormi e sfide uno contro uno (o molti contro molti), anche qui come nei duelli al meglio di 5 round. Qui però addirittura sul campo troviamo dei power-up per la velocità, per recuperare salute e così via, dando più possibilità tattiche ai giocatori ma rendendo alcune sfide un pochino più snervanti, specie se qualcuno prende il power-up della velocità e scappa chissà dove. C'è infine Schermaglia, simile nella struttura ma con respawn casuali, e senza quindi dei "duelli" predefiniti, solo guerra ovunque si vada: anche qui troviamo la presenza dei combattenti "di contorno" gestiti dall'IA.
In queste modalità entra in gioco anche l'ampia personalizzazione delle classi. Non solo è possibile modificare praticamente ogni elemento estetico, dalla barba fino ai rilievi e ai disegni delle armature, ma è possibile anche scegliersi le abilità da utilizzare. Non solo: ogni partita fa guadagnare dei crediti, spendibili poi per comprare dei pacchetti (i classici loot box che vanno tanto di moda ultimamente) che includono elementi come armature o armi, ognuna con statistiche diverse. Alcuni migliorano la parata, altri l'attacco, altri ancora rendono le proiezioni più efficaci... insomma, c'è qualcosa per ogni stile di gioco, permettendoci così di migliorare ciascuna classe - anche se, ripeto, tutto questo è utilizzabile solo ed esclusivamente nelle modalità Deathmatch e Dominio, mentre Duello e Mischia sono più "pure" e bilanciate.
Ogni partita svolta ci fa inoltre guadagnare dei punti "risorse di guerra", spendibili poi su una mappa che ci mostra una enorme lotta territoriale tra le tre fazioni. Ogni tot ore vengono conquistati o difesi su questa mappa dei territori da parte di una delle fazioni, e sta a tutti i giocatori aiutare la propria fazione spendendo le risorse di guerra. Ogni round poi finisce con un conteggio finale che decreta il vincitore, anche se per ora ho molti dubbi sul senso di tutto ciò, perché alcune fazioni sono nettamente più numerose di altre. Interessante anche la costante presenza di sfide giornaliere e globali da affrontare poco a poco nelle partite per guadagnare XP e crediti extra: un tot di vittorie, un certo numero di uccisioni, un determinato punteggio da raggiungere in Dominio e così via.
Ok, abbiamo capito che il multiplayer di For Honor è molto vasto e curato: ma la Campagna? Avrete notato che non l'ho ancora menzionata, quando in genere è una delle prime cose che trattiamo nelle nostre recensioni. In realtà c'è, ma è un'opzione secondaria rispetto al multiplayer (tant'è che è impossibile giocare offline: il titolo richiede necessariamente una connessione ad Internet) e di breve durata, circa 2 ore per ogni fazione. Qui viviamo una serie di storie di guerra passando per tutte le arene che andiamo a trovare anche nel multiplayer. Si tratta di storie non troppo esaltanti e le situazioni di gioco ricalcano fedelmente quanto troviamo nel multiplayer: duelli, conquiste, e così via. Ci sono alcuni intermezzi molto cinematografici che ricordano Ryse, con tanto di muri che crollano o simili, nonché alcuni elementi dinamici utilizzabili come per esempio una balestra, che sicuramente rendono il tutto più vario. A questo si aggiungono numerose difficoltà, collezionabili sparsi in giro per i livelli e abilità da sbloccare man mano, quindi anche se la Campagna non è il piatto forte del titolo ci sono comunque abbastanza contenuti.
E sono proprio i contenuti che non mancano in For Honor: il gameplay di base forse non è troppo vario, ma la profondità tattica dei combattimenti è impressionante, le modalità sono numerose e ci permettono di giocare anche contro i bot, ed a questo si aggiunge un'altissima personalizzabilità. Inoltre già sappiamo che il gioco avrà lo stesso ottimo supporto post-lancio di Rainbow Six: Siege, con nuove mappe e combattenti utilizzabili anche da chi non ha il Season Pass. Chiude la panoramica, infine, un'ottima localizzazione italiana con un doppiaggio di qualità.
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