Recensione - Spheroids
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
A guardare qualche screen o video di Spheroids, potreste essere portati a pensare che sia un anonimo (seppur curato nell'aspetto) platform game bidimensionale come se ne vedono tanti. E nei primi minuti di gioco l'impressione resta. Si controlla un giovanotto di nome Lucas dotato di un cappello che mai si toglie e un'arma che spara catene, che ha come compito quello di salvare il mondo dall'invasione degli Spheroids: delle creature sferiche che rimbalzano in giro, alcune delle quali quando colpite possono dividersi in Spheroids più piccoli. Delle "palle" che invadono un mondo fatto a cubetti? Un'eresia, e intanto che scopriamo da dove arrivano queste misteriose creature, non resta che salvare il mondo area dopo area, attraversando 8 zone che vanno dal Giappone a isole tropicali.Se avete qualche anno sulle spalle, il concetto di "sparare catene a sfere che quando colpite si dividono" dovrebbe avervi già acceso una lampadina: è infatti un sistema simile al classico da sala giochi Pang!, dal quale Spheroids eredita il sistema di combattimento. Come nel gioco Capcom, anche qui possiamo sparare le nostre catene unicamente in verticale: verso l'alto o verso il basso, dovendo quindi sfruttare giusto tempismo per passare sopra o sotto di loro tra un rimbalzo e l'altro. Però con tattica, perché finché un colpo non va a segno o non esce dallo schermo è impossibile spararne un altro, quindi lo spam di spari senza senso non paga. I livelli sono composti anche da blocchi da distruggere, che bloccano i nemici ma che possono contenere dei power-up come per esempio una bomba per farne scoppiare in gran numero, o una clessidra che ferma il tempo per qualche secondo.
MX Video - Spheroids
Ben presto però, il gameplay inizia a subire variazioni di ogni genere. Per prima cosa cambia il tipo di Spheroids da affrontare: alcuni sono indistruttibili e vano semplicemente evitati, altri possono ricreare sfere più grandi quando quelle piccole entrano in contatto tra loro, altri ancora risultano particolarmente aggressivi e cercheranno volutamente di schiacciarci invece di rimbalzare casualmente. Ognuno di loro richiede strategie differenti, anche se bene o male il tutto si riduce sempre al dovergli sparare da sopra o sotto. Non mancano però le variazioni nel design dei livelli, poiché ogni mondo introduce qualche nuovo elemento: una corda che si può attaccare a certi elementi per poter salire più velocemente, blocchi che crollano, piani di gioco multipli con la possibilità di teletrasportarsi, la possibilità di invertire la gravità e così via.
Ogni area, quindi, presenta una serie di sfide e microenigmi, e l'esplorazione è premiata dalla presenza di power-up e di crediti sparsi in giro, spendibili non solo per comprare degli extra come vite aggiuntive o una barriera protettiva, ma anche per potenziare le abilità già in nostro possesso. Ad esempio se un power-up ci permette di sparare fino a 2 colpi per volta invece di uno solo, spendendo crediti possiamo arrivare a 3 spari.
A parte l'esplorazione mirata al potenziamento del proprio personaggio e delle sue abilità, c'è poco altro in Spheroids. La storia è completabile in 2-3 ore, con qualche altro minuto richiesto per finire eventuali obiettivi rimasti. Non ci sono difficoltà aggiuntive, modalità segrete o multiplayer: finito l'ottavo mondo c'è ben poco da fare insomma. Interessante notare inoltre come Spheroids faccia parte del programma Play Anywhere di Microsoft, che permette ai giocatori che lo acquistano di giocarlo sia su Windows 10 che su Xbox One, senza costi aggiuntivi: ho provato anche la controparte PC, e oltre alla possibilità di poter cambiare la risoluzione e di poter scegliere di usare la tastiera oltre che un gamepad, non cambia veramente nulla. Infine Spheroids è interamente in inglese, ma i testi sono pochi e semplici: non dovrebbe quindi risultare difficile comprenderne il gameplay anche a chi non parla una sola parola di tale lingua.
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