Recensione - Stories of Bethem: Full Moon
Il Gioco
Sviluppato da GuGames Development, Stories of Bethem: Full Moon cerca di rifarsi ai vecchi action-RPG con visuale dall'alto alla The Legend of Zelda. La storia ci mette nei panni di Khoma, un ragazzo il cui padre è stato vittima di un maleficio da parte della Strega Blu; il ragazzo si reca quindi dalla sorella della strega, la Strega Rossa, per far rimuovere il maleficio. La strega, dopo averlo informato che le sue prestazioni hanno un prezzo, decide di aiutarlo a patto che lui ritrovi i sette oggetti onirici sparsi in tutta la regione. Ci troviamo così proiettati in un mondo di pixel che profuma degli RPG del passato, e che ne eredita gran parte delle meccaniche. Per aiutarci a difenderci la Strega ci dona il primo incantesimo di cui veniamo dotati, chiamato Wind Blow e che ci permette di spazzare via oggetti basilari come l’erba, nonché di danneggiare lievemente i nemici.Più avanti otterremo anche un secondo incantesimo di fuoco. Il gameplay è molto semplice: il minuscolo personaggio si muove su una mappa con visuale dall'alto e pochi tasti necessari per fare le varie azioni e lanciare incantesimi. In ogni momento possiamo accedere all’inventario con l’elenco degli oggetti onirici, quelli speciali e una mappa che si compone automaticamente man mano che esploriamo la zona. La mappa di Stories of Bethem: Full Moon è molto vasta, anche se per completare il gioco dobbiamo tornare più volte sui nostri passi, rendendo il tutto a volte noioso.
MX Video - Stories of Bethem: Full Moon
E’ presente una vasta quantità di nemici che possono essere “collezionati” una volta che viene sbloccato il museo (un’oretta dopo l’inizio del gioco). I personaggi “buoni” che incontriamo lungo il gioco, invece, ci forniscono missioni secondarie, raccolgono collezionabili oppure semplicemente ci raccontano la storia della loro vita. Naturalmente ci sono una vasta gamma di personaggi “cattivi” e di boss che difendono i gli oggetti onirici. Questi ultimi però sono poco caratterizzati e risultano soltanto i “fratelli maggiori” dei vari mostri che troviamo in giro per il mondo. Parlando di collezionabili, Stories of Bethem: Full Moon ne è letteralmente infarcito. Molti possono essere scambiati presso determinati personaggi, tramutandoli in tesori bonus.
Vera peculiarità del gioco è però data dalla presenza di un numero molto elevato di enigmi di difficoltà variabile, alcuni davvero ostici, che possono svilupparsi anche su aree molto vaste invece che in singole zone come spesso accade: molti enigmi ci chiedono infatti di esplorare diverse aree risolvendo sotto-enigmi più piccoli mentre cerchiamo di risolverne uno più ampio.
Il personaggio si sviluppa raccogliendo i vari bonus sparsi all’interno di numerose casse che si trovano un po’ ovunque. Le statistiche principali sono due: i cuori, che rappresentano l’energia vitale e il mana, che serve per lanciare gli incantesimi. Nascosti fra l’erba oppure nelle casse troviamo poi dei power-up che ci permettono di recuperare energia e mana. Nelle casse si trovano inoltre le gemme, tramite le quali possiamo recarci negli shop e acquistare oggetti che possono aiutarci a proseguire nella nostra avventura. La grafica, come già accennato in precedenza, si rifà alla pixel-art ed anche il sonoro è a tema 8 bit per allineare l’esperienza sonora a quella video e dare quell’aspetto vintage che dona atmosfera a Stories of Bethem: Full Moon.
Commenti