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Lumo

Recensione - LumoXbox One DigitalGame

Prima che arrivasse la grafica 3D, uno dei trucchi più utilizzati per dare un look tridimensionale ai videogiochi era la visuale isometrica, che caratterizzò principalmente vari giochi d'avventura e strategia. Lumo dei ragazzi di Triple Eh? ci propone proprio di tornare a quei tempi, con un puzzle/game vecchio stampo ma con grafica moderna. Piacevole tuffo nel passato o reperto storico che sarebbe stato meglio lasciare alla sua era?

Il Gioco

Dopo un'introduzione stile anni 80 direttamente giocabile in cui per pochi secondi impersoniamo un ragazzino prima che venga digitalizzato e catapultato dentro un videogioco, Lumo ci fa entrare subito nel vivo del suo mondo composto da stanze singole rappresentate in visuale isometrica, collegate l'una all'altra da corridoi, porte, ascensori. Ogni stanza ha le sue sfide che possono essere trappole, enigmi, nemici o semplicemente qualche oggetto da raccogliere, e il giocatore è chiamato a trovare l'uscita andando avanti (o indietro per il backtracking presente in certi enigmi) stanza per stanza, passando per oltre 400 aree.

Detto così Lumo sembra un gioco molto lineare e semplice, ma fortunatamente c'è molto altro. La prima cosa che si nota è, per l'appunto, l'elemento retrò: pur usando una grafica piuttosto dettagliata con colori e luci accattivanti, è presente uno stile visivo d'altri tempi con stanze disegnate singolarmente in mezzo al nulla e che vengono caricate una alla volta. Questo va ad applicarsi anche al gameplay, dato che per la quasi totalità del gioco il giocatore non può far altro che camminare, saltare e interagire con gli oggetti nella lunga serie di stanze.

MX Video - Lumo

Il gameplay non risulta comunque ripetitivo, dato che la varietà di situazioni che si vanno ad incontrare è davvero elevata tra trappole inedite, nemici (o amici) nuovi ogni pochi stanze ed enigmi totalmente diversi tra loro, che variano dallo spostamento di scatole alla gestione di piattaforme in movimento testando sempre ingegno e creatività del giocatore. Pochi enigmi o trappole si ripetono più di un paio di volte, e pertanto si scoprono sempre situazioni nuove.

A tutto questo si aggiunge una forte componente di esplorazione, presente sia negli enigmi che ci vedono spesso andare in cerca - anche nelle stanze già visitate - di oggetti specifici, che anche e soprattutto nella ricerca degli oggetti secondari. Il gioco presenta infatti una lunga serie di oggetti collezionabili, alcuni totalmente inutili se non per il completamento degli obiettivi, altri invece davvero importanti come le mappe, utilissime per capire dove ci si trova e dove si deve andare nelle aree labirintiche fatte di stanze e corridoio. Anche perché col pesante backtracking che c'è, perdersi è un attimo.

Il gioco scorre a difficoltà sempre crescendo, raggiungendo livelli di sfida davvero notevoli verso la fine, per circa 5-6 ore; una volta completato è possibile rigiocarlo per scovare i segreti mancati, anche nella difficoltà old-school che prevede vite e tempo limitato. Presenta anche la traduzione in italiano del testo, anche se piuttosto mediocre. Un esempio lampante arriva già nel menu, dove "account" è tradotto con "conto" invece di "profilo". Nulla di grave comunque, perché nel gioco il testo è quasi inesistente.

Amore

Retro Love

- Lo stile di Lumo è quanto di più retrò possiate trovare senza dover forzatamente ricorrere alle grafiche 8 bit o vettoriali. A partire dal classico gameplay isometrico, passando per le schermate a stanza singola (una volta il caricamento continuo dei livelli non era possibile a causa della limitata memoria disponibile), il titolo di Triple Eh? sembra davvero un titolo di avventura anni '80. Davvero un'esperienza vecchio stampo che i giocatori di maggior esperienza sapranno certamente ricollegare a ricordi lontani.

Regole nuove a ogni angolo

- Il vero punto di forza di Lumo sta nella varietà. Non tutte le stanze sono memorabili o innovative, alcune infatti sono più che dei corridoi o ascensori che collegano due aree, ma ogni pochi minuti si vanno ad incontrare nuove trappole, nuovi ostacoli, nuovi tipi di enigmi, nuove abilità utilizzabili dal protagonista, nuovi nemici e di tanto in tanto anche look grafici totalmente differenti da quanto visto prima. Questo porta il giocatore a cercare nuove soluzioni a nuovissime meccaniche di gioco, aumentando così la magia dell'esplorazione.

Odio

Isometria fallimentare

- I platform games isometrici storicamente non hanno avuto il successo di quelli a scorrimento laterale, ma hanno avuto il loro perché in un contesto storico diverso, funzionando abbastanza bene perché la telecamera era sempre accentrata sul protagonista in stanze minuscole, permettendoci così calcolare al meglio distanze dei salti e profondità. Lo stesso non accade in Lumo, dove spesso e volentieri è impossibile capire se un oggetto si trova in alto o in basso causando morti davvero inutili che rendono la modalità old-school praticamente ingiocabile. La telecamera è ruotabile, ma giusto di qualche grado: assolutamente insufficiente per andare migliorare la situazione.

Trial & error

- Per quello appena descritto ed altri problemi, la maggior parte delle stanze presenti in Lumo sono fin troppo spesso un continuo di morti futili nel tentativo di capire le regole delle aree e la profondità di alcuni elementi. Certi oggetti si rivelano essere mortali soltanto dopo essere stati toccati una prima volta, e si finisce per morire spesso solo nel tentativo di capire come funzioni una certa stanza. Non aiuta nemmeno il fatto che alle volte la fine di una stanza porta a quella successiva mentre altre addirittura alla morte, e sono tutte cose che vanno capite, per l'appunto, morendo tante volte.

Torna indietro!

- Aggiungiamo a quanto detto una quantità esagerata di backtracking ed esplorazione a vuoto, dove appunto bisogna rifare ogni volta gli stessi enigmi per ritornare nel punto desiderato, cosa che rende a volte il gameplay estremamente ripetitivo e monotono. La parte peggiore di tutto ciò però è che ad ogni cambio stanza c'è un caricamento di vari secondi che spezza il ritmo del gioco.

Quanto mi costi

- Lumo dura 5-6 ore per un playthrough singolo, anche contando la difficoltà di certi enigmi, le morti futili e il migliaio di volte che vedrete la schermata di caricamento passando tra le stanze. Certo, è rigiocabile in difficoltà old-school ed alla ricerca di oggetti da raccogliere, ma ovviamente il fascino viene a meno una volta che si conoscono le soluzioni agli enigmi. Tutto questo viene venduto alla cifra di 19,99 Euro, che pare francamente eccessivo. Titoli simili in passato si sono visti anche a metà o addirittura a un quarto del prezzo.

Tiriamo le somme

Stilisticamente parlando, Lumo è un salto nel passato davvero affascinante, con un gameplay vario ed un piacevole stile artistico. A livello pratico però, a causa di diversi problemi di design la frustrazione è sempre dietro l'angolo impedendo al gioco di essere un vero must buy anche per i giocatori più nostalgici. Per chi ha un po' di pazienza ed è cresciuto sui classici anni '80 però Lumo può comunque garantire 5-6 ore di divertimento quando decide di funzionare al meglio.
6.5

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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