Recensione - Replay: VHS Is Not Dead
Il Gioco
Il panorama degli indie è costellato di giochi di una varietà pressoché totale, spesso con contaminazioni tra generi o da altri titoli: Replay: VHS Is Not Dead si presenta come un puzzle game con gameplay platform, arricchito dalla capacità di riavvolgere il tempo a nostro piacimento. Diciamo che da questo punto di vista può essere accostato a Braid, anche se il paragone risulta un po’ forzato. La trama ci porta in un periodo indefinito a cavallo fra gli anni 80 e 90, quando il protagonista, Harvey Aychess, è di ritorno dalla sua videoteca preferita dove ha noleggiato 4 film. All’improvviso un fulmine lo colpisce e, giunto a casa, si ritrova catapultato all’interno dei quattro film che ha appena ritirato.Le videocassette naturalmente costituiscono le ambientazioni del gioco, e rappresentano le citazioni di Pirati dei Caraibi (Corsairs of the Canaries – The Nurse of the Red Ruby), Star Trek (Star Trip VII – Wrath of the Glubons), Venerdì 13 (Tuesday the 31th – A Nightmare in Transylvania) e Indiana Jones (Nevada Johnson and the Trident of Neptune). Lo scopo dei livelli che compongono Replay: VHS Is Not Dead è quello di raggiungere con tutti i personaggi disponibili nello scenario le apposite aree di uscita indicate da una specie di monitor con l’immagine del personaggio che deve raggiungerli; ma non siamo di fronte ad un gioco co-op, visto che si gioca tutto da soli. E come gestire tutti i personaggi senza degli amici che li guidino? Semplice, con l’espediente del riavvolgimento del tempo.
MX Video - Replay: VHS Is Not Dead
Per passare da un personaggio all’altro, infatti, si riavvolge il tempo ricominciando ogni volta tutto da capo. Le azioni che abbiamo compiuto con un personaggio, però, rimangono “memorizzate” sul nastro e il personaggio che abbiamo appena utilizzato le replica, dandoci la possibilità di interazione fra tutti, per portare a termine i vari puzzle. E’ più facile a farsi che a spiegarsi. Gli elementi che compongono gli enigmi cambiano a seconda della cassetta in cui stiamo giocando: ad esempio in Star Trip vengono introdotti i laser, che ovviamente nella cassetta piratesca non sono presenti.
Ognuna delle cassette è composta di 15 livelli più 3 aree bonus sbloccabili raccogliendo le chiavi sparse una per livello. Immancabile inoltre una boss fight a chiusura di ogni "film", da svolgere esattamente come gli altri livelli: dobbiamo far cooperare i vari personaggi disponibili, riavvolgendo il tempo e coordinandone le azioni. Il gioco ci propone quindi un totale di quasi 80 livelli, che ci possono intrattenere per 3 o 4 ore. Brutta notizia per i non-anglofoni: come spesso capita per le piccole produzioni, Replay: VHS Is Not Dead è completamente in inglese. Non che questo sia un ostacolo insormontabile: una volta capite le meccaniche di gioco, i dialoghi possono anche essere tranquillamente evitati anche se ci si perde qualche battuta divertente e qualche citazione. Stilisticamente, invece, Replay: VHS Is Not Dead è l’ennesimo prodotto di quella “pixel-art” che è tornata tanto in auge negli ultimi anni. Non aspettatevi grafica e sonoro alla Braid, per intenderci.
Amore
Enigmi equilibrati e soddisfacenti
- I vari puzzle che compongono i livelli di Replay: VHS Is Not Dead non risultano quasi mai frustranti. Le uniche grossissime difficoltà le ho incontrate solo nelle boss fight e nei livelli bonus sbloccabili con le chiavi. Non esistono enigmi non risolvibili con un po’ di ragionamento. Fortunatamente, nella sua semplicità, il gioco riesce a raggiungere quello che dovrebbe essere l’obiettivo fondamentale di ogni gioco: divertire ed appagare il giocatore.Chi non ama le citazioni?
- Un’altra parte interessante di Replay: VHS Is Not Dead è data dalle citazioni delle opere cinematografiche che compongono il gioco. Citazioni che non si fermano unicamente alla storpiatura del nome dell’opera, ma che vengono in un certo senso approfondite e variegate all’interno del gioco stesso: ad esempio il primo personaggio che si incontra nell’ambientazione “Star Trek” ha le fattezze di Ripley della serie Alien.Odio
Colonna sonora snervante
- I ragazzi di Replay hanno sicuramente risparmiato sul sonoro. I temi che fanno da colonna sonora a Replay: VHS Is Not Dead sono infatti composti da poche singole note che si ripetono ritmicamente, risultando in breve snervanti, quasi alienanti. Scommetto che silenziare la musica sarà la prima cosa che farete dopo pochi minuti di gioco.Gameplay ridotto all’osso.
- Certo, perché una volta imparata la meccanica di gioco, da fare di altro c’è ben poco. Anzi, nulla. Ciò che mi ha tenuto incollato al gioco per un po’ di tempo, è la sensazione di appagamento nel superare i vari livelli. Sono poi presenti una piccola quantità di oggetti sbloccabili che solitamente quando gioco non lascio mai indietro. Invece Replay: VHS Is Not Dead, non mi ha dato un sufficiente stimolo nel raccogliere le chiavi, piuttosto che nello sbloccare le biografie dei vari personaggi o i loro costumi alternativi.Tutto qui?
- Replay: VHS Is Not Dead è molto breve. I più abili nella soluzione degli enigmi, potranno cavarsela in un paio di ore, al massimo quattro. Un po’ pochino, anche considerando il prezzo budget e la natura indie del gioco.Tiriamo le somme
Replay: VHS Is Not Dead è un gioco certamente indicato per tutti gli amanti dei puzzle games, degli indie e della pixel art. La sua grande potenzialità sta nella sensazione di appagamento che rimane al completamento di livelli sempre più difficili, ma estremamente ridotti e basilari. L’espediente del riavvolgimento del tempo è azzeccato, e costituisce la parte migliore di un gameplay che, però, risulta un po’ striminzito. L’esperienza nel suo complesso, tuttavia, risulta essere positiva. 7.0Recensione realizzata grazie al supporto di Neko Entertainment e Xbox.
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