Recensione - The Living Dungeon
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Basato sull'usatissimo motore Unity, The Living Dungeon si presenta subito ai giocatori con una telecamera libera in un ambiente di gioco tridimensionale, dove c'è un dungeon formato da diversi elementi composti da blocchi dove i personaggi possono muoversi. Nella lunga storia un giocatore muove uno o più personaggi alternando i propri turni con il nemico, il Dungeon Master: il tutto avviene col lancio dei dadi, che determinano quali azioni è possibile fare. Nel caso del giocatore, ciò si tramuta solamente in 5 azioni di ogni tipo: movimenti, attacchi corpo a corpo o a distanza, ma anche azioni specifiche che vanno a stravolgere il dungeon teatro dell'azione.Più che essere un gioco di ruolo, specialmente nella modalità storia The Living Dungeon è più qualcosa di simile a un gioco di strategia a turni, con elementi di puzzle game visto che diverse volte ci si deve destreggiare per cambiare il dungeon a proprio piacimento così da trovare una via d'uscita. Questo grazie anche ai dadi, che permettono di ruotare o ribaltare le tessere che rappresentano le diverse aree, cambiandone quindi direzione o forma. Chi ci si trova sopra rischia anche di finire nell'oblio se finisce in un'area che improvvisamente non contiene un blocco, quindi attenzione!
La casualità è tutta nei dadi, perché poi la gestione dei movimenti e dei combattimenti è prevedibile e calcolabile. Le mosse vanno sempre a segno e i danni sono specifici, quindi è possibile attuare strategie senza dover temere i colpi di sfortuna tipici dei giochi di ruolo da tavolo. Ovviamente possono capitare dei lanci di dadi sfortunati, ma è possibile usare una certa quantità di reroll per scegliere un'altra faccia di uno dei dadi, nonché alcune carte che permettono azioni che normalmente richiederebbero turni multipli, come per esempio la possibilità di ruotare un'intera colonna di tessere del dungeon.
MX Video - The Living Dungeon
Nella storia si seguono le vicende di tanti personaggi, tutti con l'unico scopo di uscire indenni dal dungeon, e per questo dovranno affrontare orde di mostri, evitare trappole e trasformare l'area di gioco a proprio piacimento per poter trovare l'uscita e raggiungerla con il personaggio richiesto. In alcuni casi la missione cambia e prevede altri obiettivi, come per esempio l'assassinio di un certo personaggio entro un limite di turni. A proposito di limiti: di base, ogni turno è svolgibile in un massimo di 2 minuti, che possono sembrare tanti ma con 5 dadi per 5 azioni diverse e tante tattiche da elaborare, capita spesso di arrivare con l'acqua alla gola per riuscire a fare tutto.
La lunghissima storia che prevede scenari sempre più complessi è interessante e piuttosto varia, ma se avete degli amici con cui giocare è il multiplayer che vi farà passare notti insonni. Qui è possibile affrontare diverse modalità di gioco dove pressoché ogni regola è personalizzabile: tempo, numero di dadi, turni, e così via, dando ai giocatori libertà molto ampia nella gestione del proprio gioco di ruolo da tavolo. Il multiplayer è per ora solo locale ma gli sviluppatori hanno già promesso l'introduzione dell'online a breve; in compenso vista la struttura a turni è possibile giocare fino a 8 giocatori con un unico controller: uno dei giocatori può anche decidere di fare il Dungeon Master, mentre per i ruoli scoperti è possibile coinvolgere l'IA.
Completare l'intera storia, complice una difficoltà piuttosto elevata, richiede parecchie ore e vista l'imprevedibilità dell'IA e la casualità, anche all'interno dello stesso livello tra un tentativo e l'altro possono crearsi partite totalmente diverse tra loro. E' però il multiplayer l'aspetto che può rubare davvero tantissime ore, con una rigiocabilità e una profondità davvero notevoli giustificando il prezzo di 14,99 Euro. The Living Dungeon non è però localizzato in italiano e tutti i dialoghi, descrizioni e testi in generale sono in inglese (soltanto gli obiettivi sono tradotti, e piuttosto male tra l'altro); vista la complessità dei testi, è consigliata una buona conoscenza della lingua nonostante un gameplay relativamente intuitivo nelle basi.
Amore
Carta e penna virtuale
- The Living Dungeon è alla base un vero e proprio gioco di ruolo "pen and paper", con un dungeon pieno di insidie, un Dungeon Master capace di stravolgere l'area di gioco di volta in volta e dei giocatori che fanno del loro meglio per uscire indenni ed eventualmente eliminare gli altri, a seconda della modalità scelta. Tante mosse, tanti lanci di dadi, tanti combattimenti gestiti con una velocità lampo dal gioco, senza dover nemmeno perdere tempo con carta e penna. Comodo, no?Multiplayer profondissimo
- La lunghissima trama ha i suoi momenti, ma in fin dei conti è solo un modo per prepararsi al meglio per le sfide multiplayer, che sono davvero appassionanti. Al momento si riducono al solo gioco locale (ma gli sviluppatori assicurano che presto arriverà anche la componente online), ma con regole personalizzabili in ogni aspetto, 8 giocatori sostituibili anche dall'IA, diverse modalità di gioco e l'impossibilità di svolgere due partite uguali vista la casualità e le azioni del DM, la profondità è tanta e se avete amici appassionati dei giochi di ruolo da tavolo può essere un grande acquisto, contando anche che vista la struttura a turni è possibile giocare con un solo controller.Odio
E le spiegazioni?
- Alcune regole sono abbastanza complesse, e non tutto si capisce dopo un primo utilizzo, specialmente alcuni dei dadi più complessi. Non aiuta il fatto che è tutto in inglese, ma anche per chi è bravo con la lingua anglosassone certi elementi risulteranno di difficile comprensione, dovendo spesso provare un certo dado o carta più volte per capirne al meglio l'utilizzo, complici delle indicazioni a video non sempre chiare e precise che portano talvolta a sbagliare. Curiosamente, gli obiettivi sono invece tradotti in italiano, ma con errori di ogni tipo, frasi senza senso, articoli sbagliati... in questo caso sarebbe stato meglio averli in inglese.Trial and error
- Nella modalità storia più volte capitano livelli dove è necessario completare degli obiettivi specifici, per esempio eliminare un nemico in un unico turno (quindi con soli 5 dadi). Anche per via delle spiegazioni poco chiare di alcuni elementi di gioco, questo spesso risulta in delle vere e proprie sessioni di trial and error dove si provano un po' di soluzioni nella speranza che la strategia prefissata funzioni al meglio. A questo si aggiungono anche parti dove la soluzione è a portata di mano, ma bisogna aspettare turno dopo turno perché esca finalmente la combinazione necessaria di dadi per attuarla, risultando in un via vai inutile che fa solo perdere tempo. Un po' di attenzione in più a questi dettagli non avrebbe guastato.Tiriamo le somme
The Living Dungeon si prefissa l'obiettivo di portare un gioco di ruolo carta e penna sulle nostre console, con dungeon pericolosi pieni di nemici e trappole, aree in costante cambiamento e un DM che farà di tutto per fermare i giocatori. La storia è lunga e varia nei contenuti ma poco intrigante da un punto di vista narrativo, alcune situazioni possono risultare troppo frustranti e l'assenza di spiegazioni efficaci per molte regole non migliora la situazione. In compenso il multiplayer è davvero divertente seppur non profondissimo, con regole personalizzabili in ogni modo e giocabile fino a 8 giocatori con un solo controller. Se siete dei solitari forse vi conviene aspettare uno sconto, ma se siete fan dei GdR cartacei e avete degli amici che condividono la vostra passione, The Living Dungeon è assolutamente da considerare nonostante non abbia la complessità dei classici GdR carta e penna. 7.4Recensione realizzata grazie al supporto di Radiation Burn e Xbox.
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