Recensione - Transformers Devastation
di
Massimiliano Balistreri
P
Il Gioco
Transformers Devastation si ispira alla serie animata originale dei robottoni Hasbro, che i più maturi tra i nostri lettori ricorderanno sicuramente per averne accompagnato i cupi pomeriggi negli anni 80 e 90, in un'edizione italiana nella quale Optimus Prime si chiamava Commander mentre la fazione dei cattivi, i Decepticons, era chiamata Distructor. Il titolo, seppur chiaramente ispirato alle gesta di Optimus Prime e soci, presenta un setting ed una storia originali, non ricalcando quindi alcun avvenimento già narrato nei cartoni. Tutto ruota ovviamente intorno a Megatron e al suo tentativo di impossessarsi del potere dell’energia plasmatica presente all’interno del pianeta Terra, ovviamente mettendola seriamente a rischio di distruzione totale. Come è lecito aspettarsi dagli eroi robotici di turno, dovrete opporvi a questo piano devastante e riportare l’ordine e la stabilità, sbarazzandovi di Megatron e dei suoi sgherri.Inizialmente vi ritroverete a controllare proprio Optimus Prime e le prime missioni del gioco vi serviranno sostanzialmente per prendere dimestichezza col sistema di controllo, le combo e più in generale le meccaniche di gioco. Dopo aver fatto vostre le tecniche base, sarete pronti per padroneggiare con maggior consapevolezza tutto quello che il titolo ha da offrire in termini di giocabilità. In particolare una volta che accederete per la prima volta al quartier generale (nome in codice ARK), avrete a disposizione una serie di possibilità che aggiungono spessore alla natura prettamente action di Transformers Devastation, dandogli qualche connotazione simil-RPG.
Nel quartier generale, infatti, oltre a selezionare l’Autobot con cui desiderate affrontare quella porzione di gioco, potrete passare in rassegna le armi acquisite nel corso delle missioni con tanto di statistiche dettagliate, potenziarle ed eventualmente fonderle con altre, al fine di ottenerne di nuove e quindi equipaggiarle a piacimento. Potrete portare in battaglia due armi da corpo a corpo, tendenzialmente spade o comunque armi a cortissimo raggio e non da fuoco, e due armi a medio-lunga gittata come lanciafiamme, lanciarazzi et similia. Una volta equipaggiate e assegnate alle quattro posizioni della croce direzionale, saranno selezionabili in real time nel corso delle missioni in modo da poter cambiare velocemente le tecniche di attacco a seconda degli avversari che vi ritroverete di fronte. Gli Autobot selezionabili fin dall’inizio saranno tre: il capo Optimus Prime, caratterizzato da stat di primo piano e la possibilità di utilizzare tutte le armi; Bumblebee, che presenta statistiche inferiori ma possiede una grande potenzialità in fase di attacco; e Sideswipe, che anche se deboluccio sopperisce con una velocità davvero notevole, sia in movimento che nello sferrare gli attacchi. Nel corso del gioco, distruggendo sia i nemici che le strutture di cui si compongono i livelli, potrete raccogliere diversi power-up come refill energetici, oggetti collezionabili e crediti che rappresentano la valuta di gioco e che potrete spendere in varie maniere.
Oltre a lavorare sulle armi, all’interno di ARK potrete svolgere anche altre attività interessanti che aggiungono spessore ad un gioco che non vuole essere unicamente action o quantomeno non un action game come tutti gli altri. Ne è un esempio la sezione Tech, nella quale potrete investire parte dei crediti raggranellati nel corso delle missioni per sintetizzare dei veri e propri power-up e, una volta creati, andarli ad equipaggiare sui vostri Autobot per migliorarne le caratteristiche, come fossero delle armi vere e proprie, con la differenza che saranno sempre attivi finché in uso.
Graficamente Transformers Devastation fa uso del rendering in cel shading allo scopo di risultare quanto più possibile aderente, dal punto di vista stilistico e visivo, all’anime da cui trae ispirazione. Il risultato, seppur non faccia oggettivamente gridare al miracolo dal punto di vista tecnico, è sicuramente pregevole e lo scopo dei programmatori si può dichiarare assolutamente centrato: colori sgargianti, animazioni fluide e credibili ed un frame-rate ancorato ai 60 frame all secondo sono tutti elementi che concorrono a ricreare il giusto feeling e a rendere il gioco un piacere da giocare oltre che da vedere, soprattutto per gli amanti della serie originale ma non solo.
Il sistema di controllo è ben realizzato e il pad risponde bene quando vi ritroverete ad impartire comandi in rapida successione, il che capita sovente, visto e considerata la frenesia che caratterizza certe situazioni di gioco. Normalmente lo schema di gameplay alterna sequenze dal ritmo più calmo e ragionato agli scontri coi boss, dove dovrete tirare fuori tutto il vostro sangue freddo per mettere in pratica le corrette strategie ed uscirne indenni. Le prime tendenzialmente vi vedranno procedere nella mappa seguendo la via indicata, salvo in deviazioni dal percorso originale alla ricerca di power-up e ad altri oggetti extra; nelle boss battles invece l’adrenalina comincerà a scorrere copiosa e non è escluso che vi ritroverete a perdere qualche vita, soprattutto ai livelli di difficoltà avanzati, prima di capire la corretta strategia da adottare. Ci sono comunque alcuni accorgimenti, validi in generale, che permettono di trattare i Decepticon a guardia dei vostri obiettivi sensibili in maniera efficace e distruttiva: uno su tutti la schivata col giusto tempismo che, in assenza di una parata vera e propria, vi permetterà di entrare in una sorta di focus mode durante il quale l’azione di gioco rallenterà e voi potrete inanellare una serie di mosse che il vostro antagonista accuserà sicuramente.
La firma di Kenji Saito è evidentissima. Il director del gioco, già responsabile di un altro grande action game che risponde al nome di Metal Gear Rising: Reveangence, non ha fatto davvero nulla per nascondere l’influenza che il titolo dedicato a Raiden ha avuto su questo titolo. Già a partire dai menu ne abbiamo i primi indizi, ma le conferme arrivano proprio pad alla mano: i movimenti, le combo, i salti tra i palazzi e le tempistiche con cui interagirete coi nemici e gli oggetti tutto parla di Rising, e questo è assolutamente un bene vista la splendida fattura con cui il titolo Konami fu realizzato. Peccato non poter fare a fette i Decepticon, ma come si dice, non si può avere proprio tutto, no?
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