Recensione - No Time to Explain
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Come detto, No Time to Explain non bada troppo ai preparativi. Dopo il bizzarro filmato introduttivo si passa subito all'azione senza nemmeno passare da un tutorial (anche se i primi livelli sono oggettivamente molto facili). Come nelle sue origini di gioco Flash, passato poi una versione su Steam, il gameplay di base è semplice: un platform game bidimensionale con disegni semplici e caricaturali dove il personaggio può saltare e muoversi, ma soprattutto può usare la propria arma, un laser capace di spingerlo grazie alla propulsione, portandolo così in posti rialzati, facendogli guadagnare velocità o facendolo fluttuare in aria per un periodo limitato, prima che la gravità abbia effetto. Con questi mezzi si deve sempre arrivare al portale di fine livello, cosa che solitamente richiede pochi secondi dato che i livelli sono molto corti (ma anche numerosi). Tutto questo per inseguire il proprio io del futuro.Ma non tutto è semplice come sembra. Arrivare alla presunta fine non è altro che un nuovo inizio, un nuovo viaggio nel tempo per correggere eventi del passato. E così di volta in volta il mondo cambia, con molteplici varianti del protagonista in arrivo da diversi tempi che stravolgono gli eventi. Capiterà di giocare tranquillamente un livello ed essere sostituiti con la forza da un altro personaggio con un'arma diversa, o di guardare un cutscene e ritrovarsi in un tempo e un luogo diverso. E' folle e, come il titolo insegna, non c'è mai il tempo per spiegare. E allora il giocatore deve di volta in volta capire il meccanismo dell'arma che ha in mano, o in alcuni casi, dell'abilità innata che possiede. Slanci, fucili a pompa, teletrasporti, tutto vale.
I livelli sono corti e non presentano nemici, anche se possono presentare oggetti ed ostacoli di ogni tipo: lava, acqua, spine, laser, ma è un trial and error continuo visto che, per scelta, il gioco non spiega mai nulla. Bisogna scoprire tutto da sé, e per questo il fatto che il respawn è illimitato e istantaneo velocizza non poco il processo. Con la giusta pazienza si può finire ogni livello, ma c'è altro poiché in molti si trovano anche dei... cappelli. Ebbene, l'unico collezionabile che si possa trovare sono degli strambi copricapo: che siano classici cappelli o teste di dinosauro poco cambia, tendono ad essere esilaranti e danno un incentivo per rigiocare i livelli, poiché molti di questi collezionabili sono ben nascosti in giro per i mondi di gioco.
L'assurdità del gioco si manifesta anche nei mondi visitati, perché molti citano altri videogiochi o vanno a prendere in giro usanze e tematiche dei videogiochi, indie e non. Non vorrei rovinarvi queste sorprese ma vi anticipo solamente che se siete discretamente acculturati per quel che riguarda i videogames, riconoscerete citazioni verso tante opere (alcune non famosissime), e degli sfottò che sanno essere davvero esilaranti. Tutto il gioco non si pone come serio nemmeno per un istante, e l'umorismo imprevedibile si presta bene al concetto dei viaggi spazio-temporali.
Il gioco è affrontabile anche in cooperativa locale fino a 4 giocatori, e vista la natura già piuttosto frenetica del titolo, il tutto moltiplicato per quattro è qualcosa di assolutamente caotico ed esilarante. Finire tutti i livelli non dovrebbe impiegare più di qualche oretta, ma la variante co-op, la ricerca dei copricapi nascosti e la caccia a certi obiettivi più complessi può rubare parecchie ore aggiuntive ai giocatori. Non sono presenti modalità multiplayer online, il tutto è limitato al locale, così come mancano delle classifiche per comparare tempi o numero di morti. Infine No Time to Explain non è localizzato in italiano e non presenta nemmeno i sottotitoli (nemmeno in inglese), ma vista la casualità della trama, questo non dovrebbe essere un repellente per nessuno.
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