Recensione - Pneuma: Breath of Life
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
In un risveglio tra il traumatico e il comico, impariamo a conoscere il nostro protagonista: Pneuma. Solo, al buio, scopre di potersi muovere in questa nuova esistenza e si rende conto di essere il Dio di questo luogo, qualunque esso sia. Man mano il mondo si materializza davanti a lui, acquistando forma e colore, il personaggio che controlliamo in prima persona fa conoscenza col fatto di poter manipolare l'ambiente circostante, che ricorda fortemente l'antica Roma. Pneuma procede col nostro input in prima persona, scoprendo sempre più sfumature di un mondo affascinante, reso possibile dalle capacità grafiche dell'Unreal Engine 4.Il gioco si basa su otto livelli: prologo, epilogo e sei capitoli in mezzo. Non ci sono armi, oggetti, HUD o altro: c'è solo Pneuma e il suo mondo. Ogni livello è abbastanza lineare, nonostante ci sia qualche segreto ed easter egg nascosto molto bene, e per proseguire si deve costantemente risolvere degli enigmi. La maggioranza di essi si basa sullo sguardo: rompicapi basati sulle prospettive, sui punti di vista, su effetti di luce e campi visivi. Ci sono anche più classici enigmi di strade da collegare, leve da tirare o pulsanti da premere in un certo ordine, ma questi ultimi sono in netta minoranza. Superate le difficoltà di ciascun livello si arriva a un varco, pronto a trasportarci in una nuova area del mondo misterioso di Pneuma.
Una delle tematiche principali del gioco è proprio il protagonista, Pneuma, il Dio del mondo di gioco. Si è risvegliato senza sapere nulla in un mondo che sa manipolare, ma allora chi è realmente? Come divinità, fino a che punto può spingersi il suo potere? Se è autore di questa realtà, perché il suo ingegno viene costantemente messo alla prova? Pneuma è dubbioso, ma anche curioso e divertito, e fa davvero tante considerazioni - tramite monologhi in inglese (con sottotitoli in italiano, anche se presentano qualche errore comunque perdonabile) che fanno da sfondo alla nostra avventura - su quanto lo circonda o su cosa potrebbe fare, persino finendo a fantasticare sulla sua solitudine da divinità. Più si avvicina alla non meglio definita destinazione, più capisce il filo conduttore di tutto, e quando finalmente ci arriva scopre assieme il giocatore la grande verità.
Pneuma: Breath of Life fa del suo meglio per presentare un mondo che sia impressionante da vedere grazie all'Unreal Engine 4;come gioco basato sulla vista, non stupisce che il punto chiave della tecnica dietro a tutto siano gli effetti di luce, impossibili da non notare grazie anche al gameplay lento e ragionato del titolo. Finita la storia è possibile rigiocare anche singolarmente i capitoli, cosa indispensabile se si punta al completamento totale del gioco vista la complessità di certi segreti. Infine, come spesso accade nei puzzle game di questo tipo, non è presente multiplayer né tantomeno classifiche.
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