Recensione - Halo: The Master Chief Collection
Il Gioco
Non vedreste certo un moto di sorpresa se mi diceste che il mantra più diffuso durante i primi mesi di vita di 343 Industries era “Coraggio!”. Al di là di ogni possibile considerazione sul loro operato, il solo fatto di aver raccolto l'eredità di Bungie è da considerarsi un gesto di non poco ardire. Trovarsi fra le mani un nome come Halo deve aver tolto il sonno a più di un dipendente del nuovo studio voluto da Microsoft, eppure in questi anni 343 Industries ha dimostrato non solo di potersi muovere con disinvoltura nell’universo di Halo facendolo proprio, ma ha anche avuto l’audacia di rimettere mano alla monolitica opera fatta dai loro predecessori, dando luce ad una delle opere di remake più profonde mai viste negli ultimi anni. Ancor prima di mostrare al mondo la loro visione dell’universo Halo, 343 Industries ha sfidato (si fa per dire) i fan con Halo Combat Evolved Anniversary. Un’operazione coronata dal successo che ha permesso alla software house di superare una prima prova di forza necessaria a guadagnarsi la fiducia degli appassionati di tutto il mondo. L’uscita di Halo 4 ha infine messo le cose in chiaro: 343 Industries non ha alcuna remora a solcare nuove rotte senza rimanere schiacciata dal peso del passato. Ciononostante il rispetto per quelle che sono di fatto le fondamenta sulle quali hanno basato il loro nuovo corso non è mai venuto meno, e l’arrivo su Xbox One di Halo: The Master Chief Collection è lo stendardo più fulgido che potessero creare. Non si tratta di una semplice opera di remake del secondo capitolo inserita in una raccolta di tutti gli altri giochi: Halo: The Master Chief Collection è una summa, un punto della situazione, una pietra miliare che raccoglie il passato, lo porta al presente e lo unisce al futuro per dare omogeneità al progetto messo in moto da 343 Industries. Allo stesso modo, però, è anche una dichiarazione d’intenti su quali siano gli aspetti della saga tenuti in maggior considerazione in questo nuovo corso. La scelta di dedicare l’opera a Master Chief non è solamente un omaggio al vero protagonista dell’epopea, che ultimamente è più fuori dalla scena che sul palco, ma anche un’indicazione del fatto che storie quali Halo Wars, Halo 3: ODST e Halo: Reach, con tutta probabilità, andranno via via a spegnersi nel ricordo, rimanendo ai margini dell’idea che 343 Industries ha di Halo.Entrando nel dettaglio, Halo: The Master Chief Collection raccoglie i quattro capitoli che hanno John-117 come protagonista, con i primi due rinnovati dal trattamento Anniversary fatto in onore dei loro dieci anni dal lancio. Se Halo: Combat Evolved aveva già mostrato i risultati di tale operazione nel 2011, uscendo in solitaria su Xbox 360, Halo 2 si mostra con la nuova pelle, creata appositamente per sfruttare le potenzialità di Xbox One, per la prima volta. Tutti e quattro i capitoli, infine, hanno tratto beneficio dalle maggiori possibilità tecniche di questa generazione vedendosi portare il frame-rate a 60 fps e la risoluzione a piena potenza.
Halo: The Master Chief Collection, proponendosi come punto di raccolta definitivo per i fan della serie (e anche per i nuovi arrivati), raccoglie anche il comparto multiplayer di tutti e quattro i titoli, in una commistione mai tentata prima. L’idea è quella di raccogliere in un unico contesto tutta l’esperienza online degli ultimi 13 anni. Halo: The Master Chief Collection contiene infatti tutte le mappe multiplayer dei quattro capitoli, comprese quelle apparse esclusivamente sulle versioni per PC, oltre alle varianti più famose e ad alcune armi (come il lanciafiamme di Halo: Combat Evolved) visto solo su Windows. Le playlist messe a disposizione si dividono sia per gioco, è possibile infatti giocare solamente al multiplayer di Halo 3 per esempio, sia per tipologia di partita. Nel secondo caso le mappe prese in considerazione possono abbracciare più capitoli della saga, fino a comprenderne tutte le incarnazioni. La decisione finale spetta ai giocatori, chiamati a votare fra tre mappe prima dell’inizio della partita. Tutto questo può essere replicato in ambiti più intimi, con le partite personalizzate. Durante la fase di preparazione è possibile scegliere mappa, modalità di combattimento (vi è un considerevole quantitativo di varianti già pronte all’uso, alcune del tutto inedite per la serie) e, infine, modificare ogni opzione per creare il match preferito.
Tornando al lato single player Halo 2 Anniversary, come già fatto per Halo CE, ci viene proposto come remake che mantiene inalterato il cuore pulsante del gioco, ricevendo una completa rivisitazione solamente dal punto di vista estetico e sonoro. Tanto che in ogni momento è possibile passare al motore originale, godendoci il titolo così come lo vivemmo 10 anni fa e paragonandolo con la nuova veste; insomma, un’operazione che ha toccato la pelle ma non gli organi. L’impatto di tale rivisitazione è visibile fin dai primissimi secondi di gioco, che mettono in mostra il nuovo filmato introduttivo. A differenza del precedente progetto Anniversary, Halo 2 non ripropone gli stessi filmati con il nuovo motore grafico ma delle cut-scenes nuove di zecca create da Blur Studio, una realtà che ha già dato prova di bravura lavorando a trailer e filmati di titoli quali Batman: Arkham City, Dark Souls 2, Bioshock Infinite e molti altri, ma soprattutto realizzando i bellissimi filmati in CG visti in Halo Wars. I nuovi filmati sono stati ripensati quasi completamente, offrendo gli stessi dialoghi ma all’interno di scene differenti. Anche per questi è possibile passare dal lavoro fatto da Blur ai filmati originali, permettendoci di gustare appieno il lavoro svolto e dando qualcosa di veramente nuovo anche ai fan più sfegatati che negli anni hanno imparato a memoria i video della saga.
Se Blur Studio ha avuto l’onere di ripensare le scene d’intermezzo, 343 Industries si è fatta carico di un lavoro ancora più profondo, portando in Halo 2 Anniversary un nuovo motore grafico e un'incredibile rimasterizzazione dell’audio. Ogni singolo suono è stato ripensato, ricreato per offrire un’esperienza surround migliore. A differenza di Halo CE Anniversary, che offriva la possibilità di scegliere uno dei due impianti sonori solamente all’inizio della partita, Halo 2 Anniversary cambia i suoni al cambiare del motore scelto, senza soluzione di continuità. Il pacchetto finale proposto nella Halo: The Master Chief Collection, quindi, offre due chiavi di lettura, una delle quali decisamente inaspettata. Da un lato non si può rimanere insensibili di fronte al lavoro fatto da 343 Industries, dall’altro ci si trova a confrontare l’opera originale di Bungie con i canoni di dieci anni dopo, scoprendo che già all’epoca Halo 2 offriva delle scelte tecniche, stilistiche e di gameplay che non hanno perso smalto dopo due lustri, arrivando, addirittura, nel 2014 a sfidare e superare rivali più recenti. Riassunto in poche parole: giocare oggi ad Halo 2 è ancora divertente come dieci anni fa e più divertente di giochi che dieci anni fa non c’erano.
Nell’ottica di offrire tutto il divertimento possibile all’interno dell’ecosistema Halo, la Halo: The Master Chief Collection permette al giocatore di scegliere liberamente quale missione completare, senza l’obbligo di procedere in modo cronologico fra i diversi episodi o fra le missioni del singolo episodio. Allo stesso modo tutti i modificatori di missione, così come i celeberrimi teschi, sono attivabili fin dalla prima partita. Al fine di rendere più varia l’esperienza sono state create anche delle playlists divise per gioco o per tematica. Un esempio: è possibile, accettando una delle offerte all’interno della sezione multi-gioco, ripercorrere tutte le missioni che prevedono l’utilizzo di un carrarmato Scorpion, passando attraverso i diversi Halo senza mai interrompersi.
Se il mantra della neonata 343 Industries doveva essere “coraggio”, quello della Halo: The Master Chief Collection è sicuramente “tutto di tutto”. Oltre alle quattro campagne, alle diverse playlist, al multiplayer che racchiude l’essenza di tutti e quattro i titoli, la raccolta offre tutte le opzioni di personalizzazione viste nei diversi Halo. Tutti gli stemmi di Halo 2, Halo 3, Halo 4, i colori, gli avatar, le targhe e le medaglie sono stati raccolti e inseriti all’interno dell’opera omnia. A conti fatti si potrebbe risparmiare tempo descrivendo cosa non è presente nella Collection, visto che pure la Fucina (in una versione riveduta e potenziata per Halo 2) e il Cinema sono presenti all’appello.
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