Recensione - Metal Gear Solid V: Ground Zeroes
di
Valentina Carparelli
P
Il Gioco
Metal Gear Solid V: Ground Zeroes non rappresenta un capitolo a sé stante nella saga di MGS ma è pensato come prologo/introduzione a Metal Gear Solid V: The Phantom Pain, il vero quinto episodio della serie atteso per il 2015. Per la prima volta nella serie Kojima ci propone un titolo non lineare, un prodotto sandbox che permette al giocatore di muoversi liberamente all'interno del mondo di gioco e di decidere come meglio portare a termine una missione; il tutto però preservando l'anima stealth che da sempre caratterizza la serie.La trama è ambientata cronologicamente nel 1975 dopo gli aventi accaduti in Peace Walker e vede protagonista Naked Snake, meglio conosciuto come Big Boss, che dovrà infiltrarsi in una base americana ubicata a Cuba chiamata Camp Omega. Per delle ragioni che si scopriranno giocando, all'interno della base sono stati rinchiusi Paz e Chico. Paz è la giovane allieva del professore Gàlvez conosciuto in Metal Gear Solid: Peace Walker, mentre Chico è il soldato bambino della Sandinista National Liberation Front (FSLN) che fu rapito dall'arma I.A. Chrisalis. Il nostro compito è salvare questi due personaggi.
Come accaduto nei precedenti episodi della serie, non sarà facile portare a termine la missione in quanto a sbarrarci la strada ci penseranno vari nemici: potremo o aggirarli nel tentativo di non farci scoprire, o affrontarli a viso aperto per ucciderli o semplicemente tramortirli. Una buona dose di tattica è la carta vincente per avere salva la vita. Il titolo lascia molta libertà di scelta al giocatore su come e quando affrontare la missione assegnataci. Camp Omega è un'ambientazione molto vasta ed è perlustrabile interamente sin dall'inizio. Ed è conoscendo a menadito l'ambientazione che sarà possibile sfruttare ogni angolo della mappa per aggirare più facilmente il nemico o per prenderlo alle spalle per poi ucciderlo. Per spostarsi da un luogo all'altro dell'ambientazione è possibile anche prendere un veicolo, ovviamente a nostro rischio e pericolo dato che a bordo di un mezzo non passeremo di certo inosservati. E' possibile utilizzare anche determinati oggetti per distrarre i nemici; ad esempio puntandogli contro la nostra torcia li accecheremo, un'azione che ci darà il tempo di attaccarli o ucciderli con un colpo di arma da fuoco oppure di tramortirli con una veloce mossa di karate.
A differenza dei precedenti episodi della serie, in Metal Gear Solid V: Ground Zeroes non si ha più il piccolo radar posto in alto a destra dello schermo per vedere dove sono i nemici e sapere qual è il loro campo visivo. La mappa è visibile attraverso un dispositivo, una sorta di radio, che evidenzia sia la zona da raggiungere che la posizione dei nemici. Per quanto riguarda l'equipaggiamento del protagonista, potremo contare su un fucile d'assalto, una pistola ai tranquillanti, granate, un visore notturno e un binocolo. E' cambiato anche il sistema in cui si rigenera la salute del protagonista, andandone ad adottare uno molto simile a tanti sparatutto moderni: se in passato c'erano le razioni, ora Snake deve nascondersi e aspettare che la salute si rigeneri da sola con un sistema. In alcuni frangenti della storia risulta poi importante interrogare i nemici per estorcergli informazioni: potremo farlo dopo aver preso alle spalle il malcapitato di turno. Le informazioni che otteremo in questo modo ci rivelano particolari luoghi in cui sono nascosti oggetti o documenti fondamentali per proseguire nell'avventura.
Un'altra delle novità del gioco risiede nella funzione denominata Reflex. In pratica se un nemico si accorge di noi, prima che questi faccia scattare l'allarme per avvertire i compagni è possibile rallentare il tempo per una breve manciata di secondi, il tempo necessario per permettere a Snake di compiere un'uccisione immediata ed evitare il peggio. Per i puristi, tale funzione può comunque essere disabilitata nel menu. Nel corso della storia bisogna prestare sempre attenzione a non lasciare traccia dei nemici uccisi prendendoli in spalla e portandoli in un luogo dove nessuno possa vederli. I movimenti di Snake sono i soliti di sempre: può correre, camminare, strisciare a terra, scavalcare recinti e muretti e ovviamente ripararsi dietro oggetti dello scenario.
Il gioco è composto da una missione principale nella quale ci viene raccontato il vero e proprio prologo di The Phantom Pain e quattro ulteriori missioni secondari sempre ambientate a Camp Omega, sbloccabili solo dopo aver completato quella principale: queste ci vedono alle prese con obiettivi come l'uccisione di particolari obiettivi, missioni di salvataggio, recupero di informazioni riservate e così via. Inoltre raccogliendo tutte le toppe XOF che vengono gettate da un elicottero durante la missione principale, potremo sbloccare anche una quinta missione esclusiva per Xbox, che ci vede nei panni di Raiden anche se il gameplay non si discosta da quello che è possibile fare nei panni di Big Boss. La missione principale è completabile in circa un'ora e mezza, anche se c'è chi potrebbe metterci un'ora e chi un po' di più; comprendendo invece anche le missioni secondarie, tutto il gioco è completabile in circa quattro ore. Trattandosi di un titolo a struttura open world, rimane ovviamente la possibilità di ricominciarlo provando approcci diversi.
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