Recensione - Halo: Spartan Assault (Xbox One)
Il Gioco
I dual stick shooters sono titoli con visuale isometrica o dall’alto e che tramite l’utilizzo dei soli due stick analogici permettono al giocatore di godere di un ritmo di gioco estremamente frenetico: uno stick gestisce i movimenti e l’altro la mira e il fuoco. Un esemplare esponente di questo genere è Geometry Wars, titolo Live Arcade per Xbox 360 della compianta Bizarre Creations. La saga creata da Bungie, d’altro canto, è sempre stata descritta come un FPS particolarmente veloce e agile. Anche nelle arene online dove Spartan di ogni fazione si sparano selvaggiamente, gli stick sono in continuo movimento tanto che, con il senno del poi, l'adattamento della serie al genere dei dual stick shooters per avvicinarla alle masse casual ne sembra la derivazione più logica. Sicuramente più di un’eventuale versione simil-tiny tower, insomma.Nonostante la valida scelta, ricordo che avevo avuto modo di provare Halo: Spartan Assault su tablet durante la GamesCom 2013 e mi era rimasta impressa la bruttissima sensazione che si prova quando si striscia ripetutamente il polpastrello del pollice su di uno schermo in vetro. Con insistenza e concentrazione si può arrivare all’osso. Non è la stessa comoda, naturale percezione di avere un vero stick sotto controllo, quindi ho accolto con piacere la possibilità di provarlo finalmente con un vero joypad su Xbox One, anche se tale opportunità era già presente anche nella versione Windows 8 del gioco.
Questa è la seconda volta in 12 anni che Halo esce dal mondo degli FPS. Nel 2006 ha fatto una capatina fra gli RTS con Halo Wars, per poi rientrato fra i ranghi d’origine, almeno fino ad oggi. Halo: Spartan Assault si presenta fin da subito come uno di famiglia: menu, suoni, musiche, tutto segue lo stile caratteristico del franchise, post-Bungie s’intende. Inoltre svela assai presto la sua natura da titolo più casual: interfaccia semplice e pochi fronzoli o filmati. Una breve introduzione scritta alla missione e poi si è subito sul campo di battaglia. Come già detto, i due stick controllano il movimento e la mira, mentre il grilletto destro serve per svuotare il caricatore sui nemici. Una scelta forse discutibile, visto che così bisogna eseguire un, seppur brevissimo, movimento extra per eliminare gli avversari.
Durante gli scontri è possibile fare tutto quello che ci si aspetterebbe da un Halo: sparare, lanciare granate, gettarsi nella mischia con cazzottoni da Spartan, utilizzare i mezzi, le torrette, raccogliere armi e munizioni dalla fredde mani dei Covenant crivellati e così via… La vera differenza è data dal ritmo di gioco: missioni molto più corte di quelle viste nei fratelloni maggiori, nate per le partite mordi e fuggi tipiche dei dispositivi mobile. Inoltre è stato posto particolare accento sulle uccisioni consecutive e sulle medaglie che ne derivano. Più lunga è la serie di kill e maggiori saranno i punti esperienza raccolti alla fine della missione. Quest punti esperienza sono poi spendibili per modificare l’equipaggiamento iniziale prima di ogni missione. Infine, per chi dovesse trovarsi ben presto alla fine, è sempre possibile ripetere i diversi stage attivando i celeberrimi teschi tanto cari ai fan desiderosi di malus.
Amore
Mi riconosci? Sono sempre io, Halo
- Sarà anche stato pensato per un pubblico più casual e per i telefonini, con i limiti che questo comporta in termini di dimensioni dello schermo, resa sonora ecc. ecc, ma evidentemente al team di sviluppo questo non è minimamente interessato. Giocare a Halo: Spartan Assault con il dolby arrogante significa poter godere del grande impianto sonoro che la serie ha sempre proposto. Durante l’orgia cinetica ed energetica di bordate al plasma ho dovuto abbassare il volume per non spettinarmi. L’audio è sicuramente, indiscutibilmente aiutato da un valido comparto grafico, che non è next-gen, poco ma sicuro, ma riesce comunque a riportare in soggiorno i colori e lo stile della serie. Insomma, il discorso potrebbe essere liquidato con un: hanno fatto un gioco di Halo e hanno spostato la telecamera.Questa potresti metterla in Halo 5, no?
- Le missioni di Halo: Spartan Assault sono divertenti e pensate per essere veloci da capire e portare a termine. Pochi giri avanti e indietro: uccidi quei 4 carri, elimina tutti i nemici, sopravvivi. Pochi, stringati obbiettivi che non tolgono il senso di essere nel bel mezzo di uno scontro a fuoco con una delle razze aliene più pericolose della storia dei videogiochi, tanto che più di una volta ho fantasticato su come sarebbe stata una data missione in stile FPS all’interno di un prossimo Halo.Odio
Mi scappa da crashare
- Sarebbe bello dire che si tratta di un caso isolato, ma purtroppo questa next-gen è iniziata all’insegna dei giochi incompleti o patchati ancora prima di essere nei negozi. Nemmeno un titolo già esistente su altre piattaforme e relativamente semplice come Halo: Spartan Assault sembra esser fuggito a quest’onda nera di instabilità. Bug diversi e spesso letali per la partita insieme crash che riportano alla Home di Xbox One sono frequenti, tanto da restituire una sensazione tangibile d’instabilità mentre si gioca. “Speriamo di riuscire a finire la missione prima che vada in cras- Oh, no!”.Su tutto ci sarebbe da segnalare anche il fatto che tutte le missioni non prevedono checkpoint. Logico per un titolo con sessioni di gioco brevi e relativamente facili, se non fosse che alcuni scontri sono a tempo e perdere tutto a pochissimi secondi dalla fine per un crash o un bug è molto, molto fastidioso.
Commenti