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img Saints Row IV
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Recensione - Saints Row IVXbox 360Game

La serie dei Santi teppisti era nata come rivale della corazzata made in Rockstar, un gigante inaffondabile che o lo affronti e soccombi, o cambi rotta e lo eviti. Volition ha optato per la seconda soluzione e, capitolo dopo capitolo, ha deviato la sua saga verso vette di irriverenza, comicità ed esagerazione tali da farla spiccare rispetto alla concorrenza. Ora, con GTA V in arrivo, Saints Row IV avrebbe bisogno dei superpoteri per poter spiccare e guadagnarsi l’attenzione del pubblico, e guarda caso...

Il Gioco

Essendo un signore, voglio far risparmiare occhi e fatica a chi ha le idee ben chiare su quello che cerca. Volete un titolo sandbox dove è possibile vivere una città virtuale in modi più o meno criminosi? Saints Row IV non fa per voi. Se invece volete ridere e divertirvi nel delirio più totale, usando la citta di Steelport come pretesto per portare il caos in Terra, allora Volition vi ha confezionato un manicaretto niente male. Le fondamenta sono quelle del capitolo precedente, quel Saint’s Row III che aveva compiuto la sterzata più vistosa della serie verso la satira. Saints Row IV va ben oltre e, riprendendo quasi le stesse meccaniche di gioco, ci offre una visione ancora più esagerata.

I Santi hanno fatto strada, sono arrivati alla Casa Bianca: il presidente degli Stati Uniti d’America ora ha le mutande con il giglio. Ora, se c’è una cosa che dovrebbe impensierire gli americani più dell'avere un presidente con una tigre nello studio ovale, è quella di essere attaccati dagli alieni durante il suo mandato. E, siccome quando parli del diavolo...
Gli alieni arrivano, stappano il tetto della Casa Bianca e si portano via il leader del mondo libero. E tutto il suo staff. E anche il resto dei terrestri, per par condicio visto che non si fanno differenze di genere. Per tenere tutti buoni e imprigionati gli Zin, questo il nome degli invasori alieni, chiudono i corpi delle loro prede all’interno di capsule di stasi tenendo le menti impegnate in simulazioni virtuali di mondi più o meno perfetti. Una cosa poco gradita ai ragazzi della gang del Presidente, che dopo aver distrutto le regole di uno di quei mondi lo portano al collasso e liberano il loro capo. A quel punto, vestendo i panni più del guerriero che del fine diplomatico, il giocatore avrà il compito di sconfiggere gli alieni agendo come un virus all’interno della loro stessa simulazione. Non vi dico altro sulla trama, perché per una volta vale la pena gustarsela senza tante anticipazioni. Volition da questo punto di vista ha fatto un buon lavoro, offrendo il giusto contesto/pretesto per un mondo pieno di Tron, Prototype, Crackdown e compagnia bella. Il fatto di essere dentro una simulazione giustifica i superpoteri del nostro personaggio, e anche le stranezze, spesso esilaranti, che si trovano lungo le missioni principali o semplicemente vagano per i quartieri della finta Steelport.

A parte qualche aggiunta ad hoc per l’ambientazione di Saints Row IV, le attività secondarie sparse per la mappa sono riprese dai precedenti capitoli della serie, così come il sistema di potenziamento del personaggio. La novità più grande ovviamente è data dai poteri. Chi ha già giocato i titoli sopracitati non avrà sorprese, se non per il fatto che il tutto funziona egregiamente. Si è veramente forti e inarrestabili nel mondo virtuale, a meno che non si disturbino troppo le autorità (ci vuole un attimo per scatenare la proverbiale mosca al naso, sia chiaro), a quel punto per rimettere le cose sotto silenzio bisogna menare con più convinzione. I diversi poteri sono divertenti e utili in egual misura, e anche se non apportano particolari novità al panorama, sono integrati bene nel gioco. A tal proposito, così in velocità, segnalo l’ottima prestazione tecnica del gioco, che raramente, molto raramente, rallenta o mostra tentennamenti di sorta durante anche le sfuriate più apocalittiche. Super velocità, mega salto, pestone tellurico, cazzotto fotonico, raggio gamma, telecinesi… dicevamo, tutte le cose in grado di trasformare Steelport in un parco giochi. Da questo punto di vista, il fatto di essere in una simulazione (nella simulazione, ovviamente) rimuove quei freni che potrebbero venire a chi vuole prendere sul serio il vivere le ambientazioni dei titoli free roaming.

Missione dopo missione, potenziamento dopo potenziamento, si diventa sempre più forti e si affrontano situazioni sempre più assurde. Forse in questo sta l’unico difetto strutturale di un gioco come Saints Row IV. L’ambientazione e il giocatore si scollano: se in altri capitoli c’era la necessità di conquistare i quartieri, curare la propria gang, rafforzare alleati, raccogliere consensi, in questo quarto capitolo il mondo di gioco rischia di trasformarsi in un semplice posto dove fare esplodere le cose e poggiare i piedi prima del prossimo salto. Tanto dipende da come si gioca chiaramente, ma nel momento in cui con un pugno puoi far cambiare strada ad un rimorchio, non hai la necessità di comprare una pistola e quindi di prendere il controllo di un negozio di armi.

Amore

Ma dai, che trovata!

- Se c’è una cosa che ho davvero apprezzato di Saints Row IV sono le missioni, soprattutto quelle principali. Il team di sviluppo ha avuto la buonissima pensata di utilizzarle come pretesto per portarci fuori dalla simulazione e cambiare le carte in tavola. Una missione è la parodia di tutta la saga di Metal Gear, un’altra di Wargames, un’altra ancora ci porta a camminare sulla scheda madre di un PC. Con la “scusa” di salvare i nostri compagni di malefatte, Volition ci catapulta in altri mondi, tutti creati con lo scopo di divertire, e quasi tutti ci riescono.

Io e te stiamo bene insieme

- I dialoghi di gioco e il protagonista sono talmente ridicoli da risultare assolutamente divertenti e accettabili. Non è il solito gangsta del ghetto, o l’uomo bianco e tutto d’un pezzo. È... un cretino. E la cosa funziona. Chi si approccia a Saints Row IV deve avere un certo concetto di divertente, e un personaggio del genere dev'essere nelle sue corde. Le sue frasi buttate durante le sparatorie fanno sorridere, i suoi dialoghi con gli altri membri della gang durante i filmati non fanno sbuffare, non annoiano. L’unione di questo con il punto precedente fanno di Saints Row IV un gioco che vale la pena essere portato avanti anche solo per la sua storia, e non solo per diventare più forti e fare casino in città.

Sempre in movimento

- Il quantitativo di missioni secondarie, attività e collezionabili è decisamente grosso, tanto che dopo 11 ore di gioco mi sono ritrovato appena al 40%, e non sono stato fermo un minuto, non ho perso tempo a fare cose stupide (a meno che non mi fosse espressamente richiesto dalla missione o dagli amici sul divano), sono andato dritto come un panzer missione dopo missione. Chi volesse destreggiarsi nel completare il gioco al 100% ne avrebbe per un bel po’, con un bassissimo rischio di avere momenti in cui si gira a vuoto perché non si ha nulla da fare o perché l’unica missione disponibile è noiosa.

Odio

Non può pixelare per sempre

- Se dovessi cercare una cosa che mi ha infastidito in Saints Row IV più di altre, è il cielo. Essendo in una simulazione, il cielo è rosso e buio e tutta la città sembra vivere in una notte eterna. Questa cosa alla lunga stanca, perché dopo diverse ore di gioco si sente quasi il bisogno del sole. Alcune aree liberate dall’influenza aliena offrono la visione di un cielo stellato più credibile, ma l’alba non sembra contemplata nella fake Steelport.

Simulazione imperfetta

- Da mettere a verbale, per dovere di cronaca, alcuni blocchi avuti subito dopo il caricamento di un salvataggio. Evidentemente il gioco non reggeva bene i dati in elaborazione, unito al fatto che io stavo saltando, volando, e sparando pochi secondi dopo l’inizio della partita, e si bloccava. Unica soluzione spegnere e riaccendere la console. Eventi del genere mi sono capitati “solamente” tre volte nell’arco della prova e solamente dopo aver ripreso la partita da un caricamento. Poi, in giro per il gioco ho riscontrato anche qualche bug minore, soprattutto riguardo le animazioni dei personaggi o il fatto che camminavano a un metro dal suolo, entravano nei muri e via dicendo. Ma, ehi! Io posso volare e loro nemmeno librarsi sopra il marciapiede? Mi sembrerebbe poco equo. Problemi comunque che non mi hanno costretto a rifare missioni, pezzi di gioco o altro e che pochi minuti, se non secondi, dopo si sono risolti da soli.

Tiriamo le somme

Saints Row IV è un gioco. Non vuole segnare nuovi confini grafici, non vuole diventare la pietra miliare della narrativa videoludica o sparare 190 cristiani nella stessa arena. Vuole essere esagerato, parodistico, satirico e divertente. “Stupido è, chi lo stupido fa” diceva Forrest Gump, e Saints Row IV lo fa con tutta la sua anima. Riuscendo impegnare il giocatore per delle ore che appariranno spese maledettamente bene. Alla fin fine, durante una festa le persone vanno in cerca di quello che dà fuoco ai suoi stessi peti e si tuffa dal tetto della villetta, non di quello che riesce a ripetere quattro canti della Divina Commedia a memoria. Anche perché c’è chi questo lo fa ruttando.
8.5

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L'autore

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Un giorno qualcuno gli disse che c'erano altri giochi oltre Age of Empire. Da quel momento è alla ricerca dell'esperienza definitiva, molti sostengono faccia apposta a non trovarla per poter continuare a giocare. Convinto sostenitore de "il voto non fa il gioco", scrive su diversi siti, un paio addirittura creati da lui. Un giorno scomparira nel nulla in un vortice di gameplay, o impazzito scenderà in strada urlando di minacce a New York e brandendo una spada immaginaria.

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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