Recensione - Dynasty Warriors 8
Il Gioco
I fedeli seguaci di questa ormai storica serie non avranno certo bisogno di grosse introduzioni riguardo le immutabili meccaniche che contraddistinguono il gameplay e l’inquadramento storico-geografico di Dynasty Warriors 8; per tutti gli altri è invece doveroso un rapido sunto. Gli eventi che ci vedono protagonisti si collocano nel periodo che va dal secondo al terzo secolo d.C., in una Cina sconvolta da profondi cambiamenti e da una serie di conflitti interni iniziati con la cosiddetta “Rivolta dei Turbanti Gialli”, ribellione che ne ha profondamente mutato gli equilibri. Tre grandi casate, Shu, Wei e Wu, sono scese in campo con lo scopo di sfruttare la precaria ed instabile situazione politica per assoggettare tutte le regioni cinesi riunendole sotto un’unica bandiera, causando così una serie di violenti scontri che hanno sprofondato caos le terre orientali. In Dynasty Warriors 8 prendiamo il controllo di uno dei leggendari generali appartenenti ad una di tali casate, tuffandoci in una serie di scontri di epiche proporzioni che ci vedranno opposti alle forze nemiche, forti di immensi ed agguerriti eserciti.Il gameplay è quanto di più immediato ci si possa aspettare ed il nostro scopo è quello di avanzare attraverso le vaste mappe che costituiscono i vari campi di battaglia, travolgendo le migliaia di soldati avversari che si frapporranno tra noi ed il nostro obbiettivo e conquistare posizioni strategicamente importanti, spesso difese dai guerrieri più potenti, fino a sbaragliare le resistenze nemiche abbattendo il leader dell’avversa formazione, decisamente più coriaceo ad abbattersi del suo seguito di soldati, fondamentalmente carne da macello che cadrà con imbarazzante facilità sotto le nostre letali combo.
Per la nostra opera di distruzione, oltre ai colpi standard costituiti da attacchi normali ed attacchi caricati, mano a mano che mieteremo vittime potremo avvalerci dei cosiddetti attacchi “musou”, particolari tecniche di combattimento che ci consentono, previo riempimento dell’apposita barra, di sferrare devastanti attacchi capaci da soli di eliminare centinaia di nemici in un istante, in un tripudio di effetti speciali e corpi scagliati a metri e metri di distanza. Come al solito la quantità di unità sul campo di battaglia è veramente impressionante, fattore che conferisce agli scontri un aspetto molto caotico e rende l’azione frenetica e consentendoci di produrci in combo di colpi lunghissime quanto soddisfacenti. Abbattendo determinati avversari entreremo anche in possesso di specifici power-up che ci faciliteranno il compito permettendoci di incrementare, per brevi lassi di tempo, le nostre statistiche d’attacco o di difesa. A darci man forte durante gli scontri saremo poi spesso accompagnati da generali nostri alleati (controllati dalla CPU o da nostri amici sfruttando la funzionalità co-op del gioco) con i quali potremo produrci in devastanti attacchi combinati che difficilmente daranno scampo al nemico.
Amore
Gli Dei della guerra
- La letteratura cinese ha dipinto gli impavidi guerrieri che hanno preso parte a questo affascinante quanto caotico periodo storico come qualcosa che va ben oltre il loro mero valore sul campo di battaglia od il brillante acume tattico e strategico espresso da alcuni di essi; a loro vengono attribuiti poteri quasi sovrannaturali, divini, la capacità di cambiare il corso di una battaglia, la forza per far cadere, da soli , nutritissime torme di nemici. Ed è in questa chiave che il gameplay è stato forgiato, e questa la formula del successo di Dynasty Warriors 8: la sensazione di onnipotenza con qui veniamo contagiati durante il nostro incedere attraverso gli stage, schiacciando centinaia e centinaia di nemici senza il minimo sforzo, spazzandoli via con i potenti colpi delle nostre armi da taglio in un tripudio di corpi che, come foglie secche spazzate dal vento, volano letteralmente via, trasmette uno stato di esaltazione e gratificazione davvero unici.Piccoli, costanti miglioramenti
- L’arma più forte in mano ai detrattori della saga è indubbiamente costituita dallo scarso grado di innovazione che ogni capitolo propone rispetto al precedente, sia che si parli di gameplay, sia che si analizzi l’aspetto tecnico del gioco. Diciamo che anche Dynasty Warriors 8 rispetta questa tradizione, proponendo un titolo che per l’ennesima volta non stupisce in tal senso, presentando una formula di gioco pressoché inalterata ed utilizzando lo stesso engine dei suoi prequel. Va però riconosciuta una costante crescita, fatta di continui anche se non eclatanti miglioramenti, che vedono in questo caso uno sviluppo generale dei campi di battaglia, che vantano ora un colpo d’occhio decisamente meno grezzo, apparendo più credibili, vivi e variegati. Migliorata in tal senso la profondità visiva degli stage e gli effetti meteorologici come pioggia e neve. Probabilmente per un cambio radicale nel comparto visivo dovremmo attendere la prossima generazione di console, ma per il momento ci si può accontentare.Leggeri aggiustamenti anche per quanto riguarda la formula del gameplay che tenta di introdurre delle novità legate alle armi dei nostri guerrieri. Queste, oltre ad essere suddivise per tipologie come spade, lance eccetera, sono raggruppate in tre ulteriori grosse categorie: terra, uomo, paradiso. In buona sostanza ciascuna di queste tre categorie offre un vantaggio su un’altra ma risulta al contempo più debole rispetto alla terza, fattore che mira ad accrescere leggermente il tasso strategico costringendo il giocatore a scegliere oculatamente l’arma più adatta da usare contro un particolare nemico, switchando all’occorrenza tra le due armi che è possibile portare contemporaneamente in battaglia.
Ore ed ore di divertimento
- Altra freccia nell’arco del titolo Tecmo-Koei è costituita dall’enorme mole di ore di gioco che il titolo offre: quattro campagne che seguono direttamente le vicende delle fazioni in campo, intramezzando le varie sessioni di gioco a filmati che illustrano l’evolversi degli eventi, che richiedono da sole una ventina d’ore totali per essere portate a termine; una modalità libera che ci consente di affrontare livelli a nostro piacere utilizzando uno dei numerosissimi personaggi giocabili (si parla di quasi 80 guerrieri), affrontabili peraltro in co-op sia on che off-line e per finire la nuova modalità “Ambizione” che rappresenta la più succosa novità e che merita quindi un particolare approfondimento. Insomma, quanto a longevità non c’è davvero di che preoccuparsi.Al cospetto dell’Imperatore
- Accennavo prima alla nuova chicca costituita dalla modalità “Ambizione”, feature con la quale Dynasty Warriors 8 cerca una nuova identità e maturazione. Il nostro scopo una volta avviata una partita “Ambition”, sarà quello di costruire un castello abbastanza grande, ricco e ben difeso, da poter accogliere l’Imperatore in persona, al fine di guadagnare enorme prestigio nei confronti delle altre casate, assoggettandole di fatto al nostro potere. Per far questo dovremo costruire le baracche per i soldati, il mercato necessario per l’acquisto di cavalcature e di materiali con cui costruire armi o sviluppare ulteriormente le varie strutture, la fonderia, ove forgiare nuovi potenti strumenti di distruzione e così via.Indispensabile per poter accedere alla costruzione di nuovi edifici è il raggiungimento di determinati obbiettivi, come un livello sufficientemente alto di fama, un numero sufficiente di alleati e naturalmente delle risorse materiali per poterle edificare. E come soddisfare tali requisiti? Ovviamente sul campo di battaglia, dove affronteremo varie tipologie di scontri con crescente livello di difficoltà. La parte gestionale di questa modalità appare in realtà solamente abbozzata, ma risulta comunque un gradevole diversivo alla classica campagna ed in ogni caso può rappresentare un ottimo punto di partenza per un probabile ulteriore sviluppo nei successivi titoli.
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