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Resident Evil: Revelations
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Recensione - Resident Evil: RevelationsXbox One Xbox 360Game (Xbox 360)

Fin da quando Resident Evil è uscito dai confini cittadini di Raccoon City, i giocatori hanno avuto un rapporto di amore/odio con la serie per via degli importanti stravolgimenti dei quali è stata oggetto. Ora Capcom prova ad operare un parziale ritorno alle origini con Resident Evil: Revelations, porting rivisto e corretto del titolo già uscito su Nintendo 3DS. Scopriamone insieme le caratteristiche.

Il Gioco

Resident Evil: Revelations si colloca temporalmente nel 2005, appena prima degli eventi raccontati in Resident Evil 5: Lost in Nightmares. Chris Redfield e Jill Valentine hanno da poco fondato la B.S.A.A., una cellula governativa antiterrorismo specializzata nelle armi biologiche. Ambientato principalmente su una vastissima nave da crociera, la Queen Zenobia, il gioco ci racconta le vicende di Jill, Chris e altri personaggi alle prese con un’organizzazione terroristica chiamata Veltro e la versione marina del virus T: il T-Abyss. Il gioco è stato inizialmente sviluppato e pubblicato su 3DS, dalla quale versione eredita alcuni aspetti.

Resident Evil: Revelations è alla base uno sparatutto in terza persona con caratteristiche survival horror. Qualche enigma qui e lì (in realtà non tantissimi purtroppo) e soprattutto la scarsità di munizioni alle difficoltà più elevate sono i due punti ereditati dal genere surivival. La prima grossa differenza che si può notare rispetto ai classici Resident Evil è il diverso tipo di nemici che ci troviamo ad affrontare. Nel gioco vengono continuamente chiamate “armi biologiche” e nei fatti sono ibridi umani/pesci prodotti dalla nuova mutazione del virus T. I nemici sono estremamente duri da abbattere a qualsiasi livello di difficoltà, il consiglio è quindi sempre quello di evitarli e fuggire quando possibile: già questo discosta il titolo da un classico sparatutto. Rispetto alla versione per 3DS viene poi introdotto un nuovo tipo di aberrazione in esclusiva per Resident Evil: Revelations: il Wall Blister, una sorta di mega-cozza che si “schiude” e si trasforma in un nemico molto agile e veloce. L’arsenale che possiamo equipaggiare è limitato a tre armi, scelte da un arsenale di tutto rispetto: dai fucili a pompa ai fucili di precisione, dalle pistole alle mitragliette. Ognuna di queste armi (o quasi), funziona con il suo specifico tipo di munizione, anche se il gioco fa in modo di farci trovare in giro principalmente munizioni per le tre armi che stiamo equipaggiando in quel momento. Disponibile anche l’immancabile e devastante Magnum. Tutto l’armamentario è modificabile e potenziabile utilizzando alcune grosse casse verdi presenti in determinate aree della mappa e utilizzando alcuni kit di modifica che possiamo trovare sparsi qua e là come le munizioni. Il sistema di puntamento è disponibile in due diverse modalità: nelle opzioni di gioco è impostabile la modalità di fuoco “classica” o quella “shooter” (selezionata di default). La modalità classica è quella dei vecchi Resident Evil, con il controllo della mira tramite lo stick destro. La modalità di puntamento “shooter” invece è quella che ormai caratterizza gli sparatutto in terza persona moderni.

La novità di Resident Evil: Revelations si chiama Genesis. Si tratta di un apparecchio che permette di scandire l’ambiente per scovare armi, oggetti e munizioni nascoste e non altrimenti visibili. L’altra funzione del Genesis è quella di analizzare il DNA dei nemici e delle componenti organiche sparse nei vari livelli, per sbloccare le utilissime erbe verdi.

Resident Evil: Revelations non possiede infine una vera e propria modalità multiplayer: gli sviluppatori hanno inserito la modalità “Raid” che ci permette, sia in single player che in compagnia di un amico, di affrontare una serie di stage in cui occorre passare dal punto A al punto B uccidendo tutti i nemici nel minor tempo possibile e con la maggior precisione possibile. Naturalmente, progredendo negli stage, la difficoltà e la quantità dei nemici aumenta progressivamente.

Amore

Sapore di tempi lontani

- Pur non condividendo praticamente nulla del gameplay e dell’ambientazione dei primi Resident Evil, Resident Evil: Revelations riesce nella difficile impresa di riportarci a Raccoon City, nella villa che tanto ci terrorizzò nel primo capitolo. Non chiedetemi perché, o in quale specifica occasione, però è così.

Struttura a episodi

- Il gioco è strutturato come una serie televisiva. 12 episodi legati ovviamente tra di loro, che raccontano tre punti di vista della stessa storia, intrecciati tra loro in tempi e luoghi talvolta differenti. All’inizio di ogni episodio, e ogni volta che viene caricata una partita salvata, una bel filmato ci ricapitola tutto quello che è successo “Nei precedenti episodi di Resident Evil: Revelations”. Questa caratteristica l’ho amata follemente in Alan Wake e mi piacerebbe vederla riproposta in altri giochi, a patto di avere alle spalle una forte componente narrativa.

Trama coinvolgente

- Nonostante una trama ricca di cliché e di cose già viste, il ritmo della narrazione è riuscito a mantenermi incollato alla televisione per tutta la durata del gioco, senza cali. Da questo punto di vista gli sceneggiatori hanno fatto un ottimo lavoro, facendo in modo di inserire parecchi spunti narrativi e colpi di scena tipici di un vero telefilm. E le parti d’azione non frammentano troppo la trama: i dialoghi tra i protagonisti dell’azione continuano anche al di fuori delle cut-scenes.

Graficamente molto gradevole

- Pur essendo un porting da una console portatile, Capcom ha fatto un lavoro eccelso con questo Resident Evil: Revelations. Se escludiamo qualche calo di frame rate durante i caricamenti, il livello e la pulizia grafica non fanno per nulla rimpiangere un titolo sviluppato apposta per console casalinghe.

Odio

Intelligenza Artificiale

- La componente peggiore di Resident Evil: Revelations è senza dubbio l'IA dei nemici. La maggior parte dei mostri resta imbambolata a prendersi i nostri proiettili mentre non abbiamo molta difficoltà ad evitarne gli attacchi, anche di quelli più grossi. Non sono esentati da questo difetto nemmeno i mastodontici boss di fine capitolo. Un difetto che è narrativamente accettabile, se pensiamo che i nemici sono ibridi zombie-mostro marino-pesce-umano, ma che pesa un po' troppo sul gameplay.

Resident Evil che?

- Quello che per me è una voce “odio”, per qualcuno potrebbe essere “amore”. Sebbene in molte circostanze Resident Evil: Revelations ricordi da vicino i primi Resident Evil, l’unica congiunzione che c’è tra questo gioco e il resto della saga sono i due protagonisti: Jill e Chris. La storia è completamente slegata dagli avvenimenti dei sei giochi usciti, e i rimandi sono saltuari e limitati a qualche citazione sparsa qua e là. Il gioco avrebbe potuto benissimo chiamarsi “Pinco e Pallo in fondo al mar”, ma a quel punto lo comprereste?

Niente campagna co-op

- Tutta l’avventura a giocatore singolo è giocata in coppia. Mi domando perché non inserire una vera e propria campagna co-op, ma solo la modalità “raid” che non riesce a pieno a soddisfare le mie personalissime esigenze. Non che sia una modalità brutta o stupida, però una campagna co-op sarebbe stata decisamente meglio.

Tiriamo le somme

Resident Evil: Revelations è un gioco che dovreste annoverare nella vostra collezione. Non è di certo un capolavoro che resterà per sempre negli annali dei videogiochi, ma è leggero e giocabile. Il lavoro fatto da Capcom nella sua conversione da 3DS è al limite del miracoloso, sia graficamente che a livello di ridisegno e adattamento dei comandi. Inoltre cerca il connubio, riuscendo a trovarlo almeno in parte, tra l’action nudo e crudo e il survival horror.
7.5

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L'autore

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Quando gli hanno chiesto di comporre una Bio, ha pensato subito alla natura e all’ambiente. Una volta rinsavito, ci ha raccontato di essere un appassionato di Basket e Calcio, videogiocatore accanito, predilige RPG, FPS e TPS. In generale però non si tira indietro di fronte a nulla. A tempo perso è anche speaker in una Web Radio.

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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